“La controcena dei Mille” a base di pane e mortadella e canzoni di lotta proletaria. FOTO

“La cena dei Mille” nel “salotto del centro storico della città”, con la quota di partecipazione da 100 euro cadauna, l’apparecchiatura raffinata del tavolo e gli chef stellati a firmare il menù, suscita inevitabilmente (vorrei dire banalmente) in taluni insofferenza, quando non ostilità.

Qualcuno non ce l’ha fatta a trattenere i suoi slanci egualitari nel nome della legittima iniziativa privata e ha organizzato in contemporanea la “Controcena dei Mille” sotto i Portici dell’Ospedale Vecchio nel cuore dell’Oltretorrente proletario e multietnico delle Barricate.

(foto di Beppe Fontana, Facebook)

Il menù ruspante prevedeva “pane e mortadella”, a cui gli organizzatori hanno aggiunto l’ingrediente della “pace” che, come il prezzemolo, sta un pò dappertutto.

Tra un canto di lotta, di protesta e di resistenza e l’altro interpretato dal gruppo dei Lampogas, si sono librati in cielo pugni chiusi e bandiere rosse tra le note di De Andrè, Battisti, Finardi, Rino Gaetano, Jannacci e Nomadi.



Due ore di gastronomia e musica con la volontà di divertirsi con 10 euro e dimostrare che esiste una Parma che si contrappone a quella con i lustrini della Cena dei Mille.

Tutto bello, simpatico, prevedibile.

Andrea Marsiletti

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