La paura dell’acqua e un record con un timpano rotto: ecco il campione Pelizzari

Eravate tutti in trepidante attesa e finalmente possiamo dirlo: è iniziata ufficialmente la seconda stagione di Quasi Parmigiani su RadiorEvolution!

Subito una importante novità: ad accompagnare Andrea Coppola e Fabio Manis quest’anno ci sarà anche Luca Mautone, autentico ‘disturbatore’ del programma sempre pronto a pizzicare con le sue domande scomode e i suoi interventi. Si parte subito col botto e con un grandissimo ospite, il campione mondiale di apnea Umberto Pelizzari, che ha raccontato ai nostri microfoni aneddoti e curiosità sulle sue numerose esperienze televisive e sulla sua grande passione.

Avreste mai immaginato che un campione di apnea potesse aver avuto paura dell’acqua? È l’assurda storia che ci racconta Umberto in apertura di puntata: “è la verità, da bambino ero terrorizzato dall’acqua e mi bastava guardare la bottiglia con lo shampoo per soffrire di claustrofobia, non volevo fare mai la doccia! Così mia mamma, stufa, decise di portarmi in piscina e io sorprendentemente mi abituai in fretta all’acqua e diventò un divertimento. Iniziai a fare gare di nuoto ad appena 5 anni e continuai per altri 12 anni, però quello che mi piaceva realmente era stare sott’acqua, trattenere il fiato, nuotare senza respirare. La doccia però continuo a non farla”, conclude scherzando.

Originario di Busto Arsizio, Umberto cresce ed inizia la sua carriera proprio lì, una città non proprio nota per le sue coste marine. Un vero campione però, sa fare di necessità virtù.

“Mi allenavo molto in piscina, quindi andavo bene nelle specialità della piscina: apnea statica e dinamica, dove in quest’ultima cercavo di fare il maggior percorso. Non potevo far profondità, quindi mi concentravo su quello”. Non passò troppo tempo prima che arrivasse il primo dei suoi tanti record: ”nell’88 ho stabilito il primato in apnea statica, una gara di minore importanza rispetto alle specialità in profondità. Consiste nello stare in acqua e trattenere il respiro senza mai muoversi, perché ogni singolo movimento di un muscolo brucia ossigeno, e di resistere il più possibile.

Cerchi di trascorrere mentalmente nel modo più rapido il tempo che scorre senza respirare e che sembra non passare mai. Devi isolarti, viaggiare con la testa e ingannare il tempo nel miglior tempo possibile”.

“Nell’apnea è fondamentale anche l’aspetto mentale, non basta essere preparati fisicamente e preparare il corpo alle varie situazioni che si verificano sott’acqua. Quando si va giù bisogna essere carico, preparato, rilassato, e tutto ciò è possibile anche grazie agli assistenti, pronti ad aiutarti nel momento del bisogno” specifica Pelizzari. Da questo si evince la difficoltà di una disciplina come quella dell’apnea, che richiede la massima lucidità e il massimo sforzo psico-fisico per potere rendere sempre ad alti livelli.

“Devi capire che ci sei tu, il tuo mare, il tuo record e non puoi farti toccare da altri problemi”. Curare l’aspetto mentale significa anche saper reagire con determinazione ai problemi e alle difficoltà, che nella vita di qualsiasi atleta possono essere sempre dietro l’angolo. Così come lo sono stati per Pelizzari quando, il giorno prima di tentare il record dei 150 metri, nell’ultimo allenamento, subì un infortunio e si ruppe un timpano.

Un problema serio per un apneista: “come una lussazione alla spalla per un tennista” dice. I veri campioni però si riconoscono nei momenti di difficoltà, e lui non ha perso occasione per dimostrarlo in quella occasione: ”sono riuscito a ribaltare la situazione da un punto di vista mentale, riuscivo a vedere qualcosa di positivo anche in quella situazione. Tyson diceva ‘tutti hanno un programma, fino a quando non arriva un pugno in faccia’. Riuscii a fare ugualmente il record il giorno dopo con il timpano rotto”.

Tanto sport ma anche qualche esperienza televisiva tra le esperienze di Umberto Pelizzari. Diversi programmi come conduttore e persino lo ‘Show dei record’ in prima serata su Canale 5 come co-conduttore (in coppia con Barbara D’Urso) e opinionista. “Ne ho fatte diverse: Linea Blu, Pianeta Mare, ma quella che ho preferito di più è stata ‘Sai xChè?’, perché ho girato il mondo e fatto esperienze bellissime. Ricordo una volta in Sudafrica quando nuotai con uno squalo bianco”.

A Quasi Parmigiani c’è tempo anche per qualche curiosità da parte degli ascoltatori che interagiscono in diretta: qual è il mare migliore per l’apnea? “Io sono molto legato al mediterraneo. Amo il nord della Sardegna e la Corsica, una zona che conosco bene. Ci sono delle zone molto belle anche tra la Sicilia e la Tunisia.”

Leggera delusione, infine, per la scelta da parte del Comitato Olimpico di non rendere l’apnea sport olimpico dimostrativo per Parigi 2024. “Si è preferito dare la precedenza alla pole dance che ha sicuramente un numero di spettatori maggiore. Ci sono parecchi prerequisiti affinché uno sport diventi olimpico. Il medagliere olimpico deve essere distribuito, non deve essere pericolosa come disciplina. Probabilmente gli organismi internazionali che rappresentavano l’apnea non hanno fatto abbastanza per promuoverla, speriamo per le Olimpiadi del 2028. Purtroppo la verità è che conta molto la visibilità internazionale che porta uno sport.”

Daniele Gippetto

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