La Pilotta, collezione etiopica della Biblioteca Palatina: quarantacinque codici digitalizzati, tre restaurati grazie al progetto dell’Università di Napoli L’Orientale

I quarantacinque codici della collezione etiopica della Biblioteca Palatina del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, sono ora quasi completamente digitalizzati e consultabili online sulla piattaforma https://www.ipocan.it/index.php/it/canamei-2.

Inoltre, grazie a un accurato intervento di restauro tre preziosissimi codici del Fondo Mordini, capolavori dell’arte etiopica del libro, vengono restituiti all’intera comunità scientifico-accademica: una sfida resa possibile grazie al progetto proposto dall’Università degli Studi L’Orientale di Napoli, nella persona del Professor Gianfrancesco Lusini docente di Lingue e letterature geez e amarica all’Università di Napoli L’Orientale, nell’ambito del progetto Catalogo Nazionale dei Manoscritti Etiopici in Italia, di cui è direttore.

Al centro della presentazione che si è tenuta oggi nella Sala conferenze della Pilotta sono stati i tre manoscritti etiopici del Fondo Antonio Mordini – studioso toscano il cui vasto ambito di interessi spaziò dall’etnologia all’antiquaria, fino allo studio dell’architettura religiosa di tradizione copta – acquistati insieme ad altri 22 codici nel 1994 dalla Commissione per gli acquisti in antiquariato dell’allora Ufficio Centrale per i Beni Librari del Ministero per i Beni Culturali e successivamente donati alla Biblioteca Palatina della Pilotta.

I manoscritti, il cui restauro è stato affidato alla Dr.ssa Gioia Bottari e realizzato presso il laboratorio romano di Genzano, provengono in massima parte dal monastero di Gunda Gunde, famoso centro scrittorio del Tigray, nell’Etiopia settentrionale e sono tutti collocabili tra il XIV e il XV secolo. Il primo, Man. Parm. 3843, contiene la versione dal greco in etiopico classico del Libro di Enoch, il secondo – Man. Parm. 3842- il testo geez del Pastore di Erma, una delle più antiche opere cristiane a noi note dopo il Nuovo Testamento, ed il terzo –Man. Parm. 3838- un Libro d’Ore del XIV secolo rilevante, oltre che per la sua antichità, anche per la fitta trama di decorazioni aniconiche e per la qualità della pergamena.

La collezione di manoscritti etiopici della Biblioteca Palatina, tra le più pregiate del Paese, costituita dai venticinque codici del Fondo Mordini, e da ulteriori 19 manoscritti provenienti da una collezione privata udinese e da un altro codice di proprietà di un bibliofilo di Parma è stata interamente digitalizzata negli ambienti della Biblioteca, con utilizzo di strumentazione interna. Tale attività, insieme con l’intervento di restauro dei suddetti tre manoscritti, sono state rese possibili grazie al finanziamento di due enti romani, L’Istituto per l’Oriente “Carlo Alfonso Nallino” diretto dal Prof. Claudio Lo Jacono e l’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, diretto dal Prof. Adriano Rossi.

Il team di CaNaMEI (comprendente il professor Lusini, la dottoressa Gioia Bottari e il dottor Massimo Villa, ricercatore dell’Università di Napoli L’Orientale) sta redigendo il Catalogo dei manoscritti etiopici della Biblioteca Palatina di Parma, un imprescindibile sussidio scientifico, basato sull’integrazione di competenze filologiche, paleografiche, codicologiche e storico-artistiche, che apparirà nella prestigiosa serie “Indici e Cataloghi delle Biblioteche d’Italia”, per l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

“Gli interventi presentati – dichiara Simone Verde, Direttore del Complesso Monumentale della Pilotta – oltre a testimoniare una brillante collaborazione con un’istituzione partenopea di assoluto rilievo, rivestono un ruolo fondamentale nel percorso di studio e digitalizzazione da tempo intrapreso dalla Pilotta nei confronti delle straordinarie collezioni degli istituti. L’esame codicologico di tali manoscritti ha permesso di prendere in esame un patrimonio ancora poco conosciuto e studiato, e l’attività di digitalizzazione è stata un passo fondamentale per permettere a tale conoscenza di superare i confini del mondo accademico e raggiungere un pubblico sempre più ampio e differenziato”.

Il Prof. Lusini fa notare che con la catalogazione, la digitalizzazione e la pubblicazione online delle immagini di tutti e 45 i codici etiopici della Palatina, si chiude un percorso cominciato nel 1994, grazie a un’iniziativa fortemente voluta dall’allora Direttore della Biblioteca Palatina, Leonardo Farinelli, e dal compianto Prof. Gianfranco Fiaccadori (1957-2015). Il Prof. Lusini rileva anche come questo complesso di attività sia stato reso possibile grazie alla sensibilità, all’intelligenza e allo spirito collaborativo del Prof. Andrea Manzo, Direttore del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, dei vertici della Biblioteca Palatina, in primis il Dr. Simone Verde e la Dr.ssa Paola Cirani, come pure di tutto lo staff della prestigiosa istituzione culturale emiliana.

Con tale progetto prosegue l’impegno della Biblioteca Palatina a rendere disponibile online il proprio patrimonio, con interventi e attività di allineamento agli altri istituti culturali statali, destinati ad arricchire, espandere e organizzare il patrimonio culturale digitale nazionale; impegno perseguito di recente con la digitalizzazione dei manoscritti greci e dei codici danteschi.

lombatti_mar24