La Pinko dona 15 caschi per la terapia intensiva dell’Ospedale di Vaio

opendaysteam19ott24
foto di archivio

“Ben 15 caschi per la terapia intensiva donati all’Ospedale di Vaio. In due settimane sono stati scovati all’estero, concordati in un progetto con il Comune e il team di medici di Vaio e specialisti Ausl e importati in Italia a tempo di record. Questa è la storia di Pinko, colosso internazionale della moda che ha Fidenza nel cuore e continua a proteggerla. Non è l’unica azienda ad essere mobilitata ma è una di quelle che lo sta facendo maggiormente, essendo già intervenuta anche con materiale di tipo sanitario e di sicurezza per gli operatori. Lo prometto: un giorno avremo modo di ringraziare come si deve Pinko e tutte le aziende che stanno sostenendo in varie forme e vari modi la nostra sanità”.

Il Sindaco di Fidenza, Andrea Massari, annuncia così la preziosissima donazione dei caschi che contribuiranno a salvare altre vite e altri pazienti affetti da covid-19. E lo fa nel giorno in cui Pinko consegna nelle mani dei medici l’attrezzatura, direttamente nel piazzale antistante l’ingresso di Vaio.

PINKO: “AIUTARE VAIO? IL NOSTRO PENSIERO FISSO”

“Non solo era doveroso ma è stato un onore poter aiutare in questo momento l’Ospedale di Vaio e farlo con donazioni che si attivano rapidamente e portano nella prima linea della sanità quello che serve – commenta Cecilia Negra, a nome del brand –. Sì, perché dall’inizio dell’emergenza covid-19 questo è stato il pensiero fisso di ognuno di noi. Un pensiero coerente con la filosofia aziendale di Pinko che da sempre sceglie di sostenere il proprio territorio, anziché diluire gli interventi lontano da esso. Ci siamo stati e ci siamo anche stavolta con semplicità e con una passione che ha liberato in tutti noi, anche tra i nostri collaboratori, un grande senso di appartenenza”.

IL VICESINDACO MALVISI: “LA CONFERMA DI UN RAPPORTO SPECIALE COL TERRITORIO”

Davide Malvisi, Vicesindaco che sta coordinando l’impiego di volontari in vari progetti di solidarietà, non ha dubbi: “Quanto ha già fatto Pinko per l’Ospedale di Vaio e i suoi pazienti è una bellissima notizia. Ma, da fidentino, lasciatemi dire che è anche una conferma di quanto questa azienda creda coi fatti nelle sue radici e nel suo territorio. Lo vediamo oggi e lo vediamo tutto l’anno, perché l’attenzione, la passione e la cura dei dettagli profusi nel progetto Fulgor Basket sono lì a dimostrarlo. Non lo voglio dimenticare perché tornerà il giorno in cui ritroveremo una vita normale e quel giorno lo sport ci aiuterà a curare lo shock di questa guerra, ripartendo da dove ci siamo interrotti: essere Comunità”.

IL MEDICO BRIANTI: “I CASCHI SONO STRUMENTI MOLTO UTILI”

Vincenzo Brianti, dirigente medico e membro del team della medicina d’urgenza di Vaio, nel piazzale dell’ospedale è avvolto da mascherina, cuffia, camice e guanti.

Si intravedono solo gli occhiali e al rigore militare di questa armatura fa da contrappeso la sua voce calma, scandita mentre riceve dal delegato Pinko i caschi e ne spiega il funzionamento: “Questi caschi si utilizzano insieme ai nostri ventilatori per migliorare l’ossigenazione dei pazienti che hanno delle polmoniti interstiziali. L’applicazione dei caschi con adeguate pressioni fa in modo che i pazienti possano cercare di migliorare le condizioni di ossigenazione. In questo modo, i caschi possono essere un ponte in attesa di una eventuale rianimazione oppure per andare avanti con la terapia e valutare il prosieguo delle cure. Ringrazio tutti voi per l’interesse che quotidianamente avete nei nostri confronti e per aiutarci a svolgere il nostro lavoro nel miglior modo possibile”.

Intorno al dottor Brianti, a rigorosa distanza di sicurezza, ci sono le colleghe e i membri dello staff della Dirigenza dell’Ospedale di Vaio. Annamaria Gazzola, Franca Guareschi, Cristina Aliani. Sono alcuni dei volti della sanità che dal 21 febbraio è in trincea e resiste. Senza distinzioni gerarchiche e di ruolo.

C’è tempo per una piccola foto di gruppo, per documentare che anche oggi la solidarietà se la gioca ad armi pari con il virus, senza temerlo. Poi tutti al lavoro, ancora e ancora. Senza sosta.

“Fino a quando questa guerra l’avremo vinta”, dice il Sindaco salutando con il rispetto che si deve i medici che rientrano sul campo di battaglia.