La Società dei Concerti di Parma esclusa dal contributo ministeriale

La notizia è giunta mentre al Teatro Regio di Parma si presentava la stagione concertistica, dal 2019 totalmente realizzata dalla storica istituzione cittadina. Una delle numerose attività che l’associazione porta avanti sul territorio, insieme al tradizionale Concerto di Capodanno (XIX edizioni), ai Concerti della Casa della Musica (XVI edizioni), al Paganini Guitar Festival (XVIII edizioni), a Un pizzico di luna (IV edizioni) e alle attività per le famiglie come Children’s Corner, Peppino’s Corner, Christmas Corner, che ormai da molto tempo sono parte della vita culturale cittadina, iniziative che vantano anche la presenza di un pubblico internazionale e variegato destinate a diversi target.

Un’attività concertistica che si contraddistingue per una programmazione culturalmente completa e approfondita, capace di affrontare cicli tematici, concerti monografici e interi cicli di opere dei compositori più rappresentativi.

La notizia rattrista l’intera associazione che, in vista di Parma2020, si era proposta di portare avanti iniziative ancora più importanti, in collaborazione con tutte le istituzioni musicali del territorio, in continuità con la politica che, dal 2015 – anno del rilancio – è stata attuata organizzando eventi in tutta la Città: Teatro Regio, Auditorium Paganini, Casa della Musica e altri luoghi di Parma e della Provincia. Ma la Società dei Concerti aveva altri ambiziosi obiettivi per il 2019 come far crescere lo staff operativo per programmare con largo anticipo le manifestazioni, aumentare le attività di comunicazione delle iniziative nella Regione Emilia Romagna per alimentare l’incoming sul territorio e dare innovatività ai progetti per coinvolgere le nuove generazioni.

Ingenti investimenti, negli ultimi quattro anni, sono stati fatti dall’associazione per mantenere quella tradizione musicale che da più di un secolo rappresenta Parma in Europa; risorse economiche che sono state recuperate grazie a un gioco di squadra con tutti gli attori coinvolti. Ma questa notizia ha aperto scenari ostili: molte iniziative sono a rischio e di conseguenza la struttura attuale non potrà più esistere.

“Avevamo chiesto 70.000 euro – afferma Giampaolo Bandini, direttore artistico della Società dei Concerti di Parma – per una programmazione che dal 1° gennaio arriva dicembre e che vedeva 25 concerti e oltre al Paganini Guitar Festival, manifestazione che in cinque giorni porta a Parma migliaia di persone provenienti da tutto il mondo e che è un punto di riferimento nel panorama delle sei corde. Non è possibile che con un programmazione di livello così importante non abbiamo ricevuto nemmeno un euro dallo Stato”.

“Abbiamo avviato un programma di raccolta fondi innovativa con le aziende del territorio – aggiunge Davide Battistini, presidente della Società dei Concerti – ma per mantenere una struttura attiva i finanziamenti privati non bastano. Chiediamo soltanto che la città non ci lasci da soli, sarebbe veramente un peccato dover sospendere così 124 anni di storia. La Società dei Concerti di Parma è un marchio riconosciuto per la qualità delle proposte culturali, da sempre apprezzate da tutto il pubblico che si è tramandato di generazione in generazione e che sempre più numeroso partecipa ai nostri spettacoli”.

Ma la scure dell’esclusione dell’associazione dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) rischia di fare spegnere per sempre i riflettori sulle proposte di una delle più longeve delle istituzioni cittadine.

Ufficio Stampa

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