“La Comunità Montana agisce per il bene dei comuni”

30/01/2009
h.15.20
 
L’Approvazione della Legge di Riordino voluta nel 2008 dalla Regione Emilia Romagna per far fronte alla generale riorganizzazione degli enti montani a livello nazionale è stata occasione di confronto all’interno della Comunità Montana Appennino Parma Est. Dopo infatti il parere negativo dato in Consiglio Comunale a Calestano molte voci si sono alzate a sostegno della funzione dell’Ente Montano.
Il Senatore Antonio Vicini, Presidente della Comunità Montana Appennino Parma Est dal 2000 al 2008, prende le mosse dalla sua lunga esperienza nell’Ente per difenderne l’operato:
“La Comunità Montana Appennino Parma Est, nata come istituzione negli anni Ottanta, ha sviluppato un’esperienza trentennale nell’amministrazione locale, diventando un importante punto di aggregazione per le comunità dei territori degli otto comuni membri, sottostando a principi di solidarietà e collaborazione, anche nella diffusione e fruizione dei principali servizi.
In questo ultimo settore io ritengo che la Comunità Montana abbia contributo non poco a mantenere e migliorare la qualità dell’offerta, attivando una realtà istituzionale consortile che fa dei rapporti intercomunali una base solida dalla quale partire. La Comunità Montana agisce per il bene degli stessi comuni soci, ed in una fase in cui le stesse istituzioni nazionali dovrebbero ripensare al loro ordinamento è naturale che anche per le comunità montane agiscano nella direzione della semplificazione e dell’ottimizzazione.
La Legge Regionale di riordino punta a consolidare le realtà che si sono espresse nel tempo e che hanno contribuito a migliorare la qualità ella vita della montagna, in tutti i suoi aspetti. E’ la società reale a godere dei vantaggi dell’appartenenza all’Ente: dall’organizzazione ed erogazione dei servizi alla possibilità di accesso a finanziamenti e sostegno economico per imprese.
Provvedimenti spesso forniti per delega di organismi superiori che necessariamente si legano al territorio di appartenenza, senza mai sovrastare l’autonomia dei Comuni di poter decidere cosa gestire simmetricamente e quali parti organizzare autonomamente.
Anche per questo la Legge di Riordino prevede una rappresentanza dei sindaci più significativa, segno del tentativo di avvicinarsi ancora di più ai comuni e ai cittadini del territorio.
Per quanto riguarda il caso specifico di Calestano auspico prevalga il senso di responsabilità, rispetto per i propri colleghi dell’Ente e spirito di solidarietà. Tra il 2000 e il 2006 quasi 2 milioni di euro sono arrivati a Calestano a sostegno dell’agricoltura. Per un comune di montagna significa andare contro natura il distaccarsi da un’unione che ne garantisce la messa in rete e l’espletamento dei servizi, un atteggiamento non condivisibile e immotivato tanto più se si presenta alla fine di un mandato svoltosi nella convinzione di una partecipazione consapevole.
Discorso diverso se la richiesta fosse giunta dal basso, ma non è questo il caso. Conosco i calestanesi come persone legate al proprio territorio e ho fiducia nel fatto che la Comunità Montana continuerà a a fornire anche là i propri servigi alla popolazione”.

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