“E’ un primo risultato importante frutto del lavoro di squadra messo in campo per la difesa dei nostri vini”. Giuseppe Romanini è soddisfatto di fronte alla comunicazione di Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo S&d della commissione agricoltura dell’Europarlamento, che ha reso noto l’orientamento della Commissione europea verso un dietrofront sulla proposta di liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione.
Lo stesso Romanini sulla questione aveva interrogato il Ministro e presentato una risoluzione per sollecitare iniziative mirate a salvaguardare quello che è un “bene” stimato in circa 3 miliardi di euro. Coinvolti nella vicenda vini come il Barbera, Nebbiolo, Brachetto, Fiano, Primitivo e il Lambrusco il cui nome, nel caso fosse passata la liberalizzazione, avrebbe potuto essere utilizzato anche sui vini stranieri.
”E’ una scelta che ritengo saggia e giusta che premia un grande lavoro di squadra compiuto a tutti i livelli per difendere una nostra produzione d’eccellenza. – sottolinea Romanini – Se verrà confermata formalmente sarà un riconoscimento importante per un paese come il nostro, nel quale aziende e istituzioni si sono battute insieme per difendere un tratto significativo della nostra distintività.
Vini come il Lambrusco raccontano e sono espressione della terra che li ha generati e del sapere di chi ha lavorato quelle uve. Occorre continuare la pressione esercitata insieme fino al pieno e formale riconoscimento della volontà italiana”.
“Quanto poco fa preannunciato da Paolo De Castro in merito alla proposta di ritiro da parte del direttore generale Joost Korte dell’atto delegato sul vino, è una notizia di importanza straordinaria per i produttori di vini fondamentali per la nostra identità e per il nostro export”.
Ad affermarlo sono i senatori Pd Leana Pignedoli, Stefano Vaccari e Giorgio Pagliari che proseguono “distretti come quello del Lambrusco hanno un impatto socio economico dirompente, non solo nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma ma anche a livello nazionale. Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di miglioramento di qualità, di organizzazione sia per la valorizzazione di un fattore di competizione dell’Europa vitivinicola nel mondo”.
“Nell’incontro che si è tenuto poche settimane fa ad Arceto di Scandiano – proseguono i parlamentari emiliani – abbiamo proposto un’azione comune a vari livelli al Ministro Maurizio Martina e a Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale dell’Europarlamento, per sostenere i produttori in questa importante battaglia. Questo primo successo, se confermato, sarebbe un importante volano per dare il via a nuovi progetti per il comparto. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci servono sempre più garanzia di alta qualità, organizzazione, sistemi”.