L’appello dell’Anpi Parma ai candidati sindaco: “Cosa vogliono fare per garantire il rispetto della cultura politica antifascista?”

Un merito certo non secondario dell’esperienza resistenziale è rappresentato dall’aver favorito un nuovo desiderio di partecipazione alla vita collettiva, «una ripresa della parola dal basso», che si manifestò in modo compiuto nell’immediato dopoguerra.

Santo Peli

Le città sono «oggi i luoghi in cui le insicurezze concepite e incubate nella società si manifestano in forma estremamente condensata e perciò particolarmente tangibile» (Z. Bauman). La crisi della democrazia, l’incertezza del presente e le molteplici paure che caratterizzano le esistenze rischiano di portare alla chiusura degli spazi urbani, alla costruzione di nuovi muri, a nuove recinzioni. Il senso dello Stato e il senso della comunità allora, anche a Parma come nel resto dell’Italia, rappresentano ancora il più efficace antidoto alle paure, una promessa di opportunità numerose e differenti per tutte e tutti, la via al rispetto dei diritti e alla pratica dei doveri all’interno di uno spazio urbano condiviso.

A questo patrimonio comune si aggiungono anche e soprattutto le culture politiche che hanno plasmato la storia di Parma. Ci riferiamo in particolare all’articolata cultura antifascista e partigiana portatrice dei valori di uguaglianza, libertà e giustizia sociale che ritroviamo nella nostra Costituzione, valori che non sono frutto di una concessione ma di una conquista, armi preziose per ritrovare il coraggio civile davanti alle guerre, al pensiero unico, alla corruzione, all’arroganza assunta troppo spesso dal potere.

Oggi più che mai è necessario che ogni forza politica coerentemente democratica s’impegni per arginare la pericolosa messa in discussione di quella cultura, per scongiurare l’approdo verso una collettività immobile e chiusa, facile preda dei razzismi, del sessismo, delle derive neofasciste e xenofobe che attraversano l’Italia e l’Europa, lontana da quello spirito di responsabilità individuale che ha caratterizzato la scelta partigiana.

Attraverso la conoscenza dei processi di costruzione della memoria dell’antifascismo e della Resistenza, fuori da ogni retorica o monumentalizzazione, un Comune responsabile può guidare la comunità a riappropriarsi degli strumenti critici utili a cogliere le complessità dell’oggi, a vivere attivamente gli spazi urbani trasformando la città in un laboratorio inclusivo di idee, dove ci si possa impegnare insieme per una cultura di pace, in un luogo di accoglienza e di partecipazione.

Il 12 giugno a Parma si terranno le elezioni amministrative: è l’occasione per un appello alle Istituzioni, il cui ruolo nella vita comunitaria è fondamentale, affinché con il loro agire esse si facciano portatrici di un cambiamento culturale profondo, si impegnino per risvegliare la passione civile e per coinvolgere le cittadine e i cittadini nel progetto di città futura.

Quindi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Sezione di Parma chiede ai candidati coerentemente democratici e alle forze politiche che li sostengono:

“Cosa pensa di fare il candidato sindaco di Parma per esercitare il proprio ruolo in un’ottica di rispetto per le cittadine e i cittadini di Parma, per i suoi abitanti, di rispetto per quella cultura politica antifascista e democratica cui la comunità deve la propria identità, e, di conseguenza, in un’ottica di attuazione dei dettami costituzionali?”

Non sembri banale ricordarlo, ma l’art. 114 della Costituzione inizia affermando che “La Repubblica è costituita dai Comuni…”. Il Comune è dunque un organo dello Stato, quello “Stato” di cui ciascuno di noi è parte fondante; è il primo contatto di ogni cittadina/cittadino con le Istituzioni. Il Comune in quanto tale ha come mandato primario, nel limite delle sue possibilità, quello di applicare in modo “sostanziale” e non soltanto formale la Costituzione italiana e i suoi principi democratici.

Ogni essere umano è chiamato alle proprie responsabilità verso sé stesso e verso il prossimo, crediamo che chi si candida ad amministrare questa città non lo possa fare senza tener conto di questo fondamentale dovere.

La Presidente

Brunella Manotti

perlavalbaganza