
Europa Verde ha presentato le proprie osservazioni al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile 2035 del Comune di Parma. Un piano deludente, poco innovativo, che appare lontano dagli obiettivi di neutralità carbonica assunti dal Comune per il 2030 e ancora troppo incentrato sull’asfalto e la gomma.
Se nel precedente PUMS 2017-2025 il progetto di Via Emilia Bis era dichiarato non prioritario, nel nuovo PUMS viene presentato come uno degli interventi portanti per la mobilità del futuro, su cui si basano le simulazioni di traffico al 2035, pur essendo un’opera non prevista dalla programmazione sovraordinata e soprattutto priva di progettazione e finanziamento.
Per il collegamento da Parma a Sant’Ilario d’Enza, il PUMS 2035 stima un costo di 22,5 milioni di euro, un importo che però non comprende i costi di realizzazione del ponte sul torrente Enza. Si profila quindi il rischio di realizzare da qui a 10 anni, se mai verranno trovati i finanziamenti, un’altra opera infrastrutturale devastante e inutile come l’autostrada TiBre che invece di finire in mezzo ai campi, finirà contro l’argine dell’Enza dopo avere distrutto una delle zone agricole di maggior pregio paesaggistico del Comune e della Provincia ricca di risorgive e fontanili
La realtà è che nell’ostinato inseguimento di questa opera chimerica, l’amministrazione non dà risposte concrete nel breve e nel medio periodo ai reali problemi di traffico che interessano l’asse della Via Emilia Est e in particolare l’abitato di San Prospero. Nel nuovo PUMS scompare infatti il bypass del paese previsto dal precedente Piano, che resterebbe quindi soffocato dal traffico in attesa di un’opera che nella migliore e più probabile delle ipotesi non si farà mai, visto che non ci sono i soldi e che la priorità da parte della Regione viene data al raccordo della strada Cispadana e del relativo ponte sull’Enza tra Brescello e Mezzani, nella peggiore verrà realizzata solo in parte senza una reale funzionalità.
Basta d’altronde vedere i tempi di realizzazione del Comune di Parma per il completamento di Via Lagazzi, 50 metri di strada che potrebbero parzialmente sgravare San Prospero dall’attraversamento da Sud, che da oltre 5 anni sono inseriti nel Piano delle Opere Pubbliche, ma che ad oggi restano ancora sulla carta nonostante siano già finanziati.
Come Europa Verde proponiamo di stralciare dal PUMS la Via Emilia Bis, come pure l’inutile e altrettanto impattante raccordo tra tangenziale nord e sud, e di introdurre al loro posto interventi fattibili e finanziabili nel breve e medio periodo come l’adeguamento della rotatoria tra tangenziale sud e Via Emilia Est, il potenziamento della strada esistente fino a San Prospero e il reinserimento del progetto di bypass a Nord dell’abitato, tra statale e ferrovia.
Nelle osservazioni depositate chiediamo inoltre di stralciare altri interventi di nuove strade (che hanno un costo complessivo stimato di 7 milioni di euro) come il mezzo bypass di Vigatto (privo di senso trasportistico una volta realizzata la tangenziale di Corcagnano), la tangenzialina di Gaione, la rettifica di Strada Montanara in località Antognano, un altro lembo di campagna di valore storico e paesaggistico che si vorrebbe distruggere senza un reale motivo.
Per il Campus Universitario chiediamo l’istituzione di una Zona ad Emissioni Zero in coerenza con il previsto progetto di trasporto rapido di massa dalla Stazione al Campus e con gli obiettivi comuni di sostenibilità dell’Università e del Comune, mentre per i parcheggi scambiatori e parcheggi di quartiere chiediamo l’installazione di pensiline fotovoltaiche, il potenziamento delle infrastrutture di ricarica elettrica e la riqualificazione degli spazi, prevedendo anche interventi di permeabilizzazione delle pavimentazioni.
† Papa Leone XIV non darà nessun valore aggiunto alla Chiesa. I preti e le monache sono la parte migliore della società (di Andrea Marsiletti)
Troviamo poi del tutto carente il PUMS sul piano della mobilità condivisa, un settore in fortissima crescita e una delle chiavi per ridurre il traffico ma soprattutto il numero e i relativi costi sostenuti dalle famiglie per dotarsi di veicoli di proprietà: proponiamo per questo che venga sviluppato ed inserito uno specifico capitolo dedicato alla sharing mobility che esplori il potenziale, non solo dei servizi a pagamento, ma anche delle forme di condivisione a scala di condominio, comunità e quartiere.
Per Europa Verde, anche in prospettiva del 2027, serve un PUMS più coraggioso e ambizioso, in linea con gli obiettivi di neutralità climatica e di qualità dell’aria assunti dallo stesso Comune, che lasci da parte progetti stradali obsoleti e impattanti, retaggio di quella cultura sviluppista che ha prodotto il moncone autostradale della TiBre, e che guardi invece al futuro e all’innovazione prendendo spunto dalle migliori esperienze di mobilità sviluppate nelle città europee.
Nicola Dall’Olio – Coportavoce Europa Verde Parma
Enrico Ottolini – Capogruppo Europa Verde – Possibile in Consiglio Comunale