“Le ronde produrranno nuova violenza”

SMA MODENA

27/02/2009
h.12.10

Le ronde di cittadini volontari preposti al perlustramento del territorio (che abbiano o meno precedenti esperienze lavorative come carabinieri, poliziotti, guardie di finanza…) sono un grave errore.
Non soltanto un errore di tipo ‘morale’, come molti affermano dicendo che comporteranno una diffusione delle pratiche di forza a discapito di quelle della parola e del dialogo (nessuno si immagina che coloro che stanno facendo la fila per iscriversi alle ronde lo facciano animati dal desiderio di chiedere: “fratello, come mai dormi fuori stanotte? perché ti aggiri qui solo e non sei nel tuo rifugio? ti serve aiuto?”).
Le ronde sono innanzitutto un grave errore ‘politico’. Se la politica è quello strumento che ci serve per comprendere la realtà e rigovernarla in modo efficace, allora le ronde sono un grave errore politico perché rispondono al senso di insicurezza delle persone in modo inefficace: non riusciranno a diminuirlo ed anzi – lo vedremo – lo aumenteranno.
In un paese democratico il compito di garantire la sicurezza dei cittadini è correttamente affidato a coloro che ne hanno titolo, competenza e formazione adeguata, come i Carabinieri e la Polizia, per fare due esempi.
In tutti i paesi del mondo dove la presenza di forza dell’ordine e militari è particolarmente evidente, come in quelli dell’Africa , i livelli di insicurezza sono direttamente proporzionali alla massiccia presenza di militari nelle strade. Per contro, i paesi dove i servizi e la “protezione sociale” funzionano sono quelli in cui la presenza delle forze dell’ordine è il meno visibile possibile.
La nostra insicurezza aumenta a causa di grandi cambiamenti sociali, del fatto che il mondo è cambiato troppo velocemente, che il lavoro si è fatto precario, l’ambiente si è inquinato inesorabilmente, il futuro si è fatto incerto; in una parola, tutto si è fatto più difficile da governare.
I problemi si generano ‘altrove’ e ricadono poi ‘dappertutto’, senza che li si possa regolare ‘localmente’. Le persone (soprattutto quelle più fragili socialmente, quelle più precarie) soffrono di questa ‘impotenza’ e si chiedono: se non possiamo fare niente sui grandi problemi perché almeno non cacciamo via chi ne porta di nuovi? Ecco l’accanimento sugli stranieri.
E’ un ragionamento comprensibile e chiaro, ma che porta un ‘falso sollievo’, che non risolve i problemi che abbiamo citato e che anzi determina la loro rimozione dalle agende politiche: si parla sempre d’altro e mai di quei problemi, che intanto si aggravano.
Questa è la strategia ‘da distrazione’ che questo governo sta mettendo in atto in modo molto efficace, dato il suo potere sui media. Per fare un esempio efficace di questa ‘rimozione dei problemi’, il governo non è in grado ad esempio di proporre un nuovo welfare per le famiglie, che si arrangiano da sole ed assumono le immigrate per accompagnare i loro nonni e i loro bambini.
Infine, questo governo alimenta le insicurezze e propone falsi strumenti, per dimostrarsi in grado di governare una realtà che non sta governando. La sicurezza aumenterà solo quando le istituzioni saranno in grado di dare risposta ai problemi reali, di garantire una classe dirigente competente, di garantire la legalità, il lavoro, i sistemi di welfare. Il resto è solo una messa in scena, e molto pericolosa.
Ma non solo. Le ronde porteranno nuova insicurezza e nuove minacce di violenza. Come hanno dimostrato molti accadimenti (raid violenti e razzisti; casi di abuso di potere che si sono visti anche a Parma), non è possibile avvallare istanze di ‘mano dura’, mandare in giro la rabbia e poi – al suo esplodere – dire: ‘si tratta di persone isolate che esagerano’.
Semplicemente, le cose non funzionano così: se le istituzioni legittimano a tal punto le visioni di rabbia da mandare per la strada gruppi di volontari desiderosi di ‘ripulire la città’ – come scritto su un volantino della Lega -, volontari senza sufficiente formazione né legittimo controllo, sarà molto difficile poi che essi rientrino a casa a mani vuote.
Immaginiamo bene cosa potrebbe succedere quando i rondisti incontreranno gruppi di persone di pelle o di abbigliamento alternativo ai loro gusti. Non è per nulla rassicurante l’idea di ‘rondisti’ che si aggirano la notte nella città decidendo a loro discrezione cosa è sicuro e cosa no, chi fermare e chi no, chi importunare e chi no, chi spiare e chi no (chi denunciare e chi no, tornando ad epoche di odiosa delazione tra cittadini).
Chi alimenta queste tensioni non potrà poi dire, davanti alla violenza e agli scontri, che non si volevano eccessi, poiché di quegli eccessi e di quel clima avrà la piena responsabilità politica.

Gabriele Ferrari
Resp. Sicurezza Esecutivo provinciale Pd Parma

Vincenza Pellegrino
Resp. Sicurezza Unione Comunale Pd Parma