L’economia parmense frena ancora

01/08/2012
h.18.10

La crisi continua a mordere nel primo trimestre del 2012, e nel territorio di Parma lo fa in modo più forte che in regione, nonostante un’importante crescita dell’export che accende i fari su una possibile – o forse l’unica – via di uscita dalla recessione.
Lo rivelano due rapporti elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Parma su dati Unioncamere e ISTAT, il primo è un’indagine complessiva sulla Congiuntura economica del parmense, il secondo si concentra invece sulle esportazioni.
La produzione dell’industria in senso stretto di Parma nel primo trimestre 2012 è diminuita del 6,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2011, ampliando il calo dell’1,9 per cento riscontrato nel trimestre precedente. Il risultato ottenuto dall’industria parmense è inferiore a quello conseguito dall’industria regionale (-3,5 per cento). I dati confermano quindi l’esistenza di un nuovo ciclo recessivo dovuto al calo della domanda interna e alla decelerazione di quella mondiale.
Sono le imprese da 50 a 499 dipendenti a registrare la flessione più intensa (7 per cento), seguite dalle piccolissime imprese (fino a 9 dipendenti) con -5,7 per cento e dalle piccole industrie da 10 a 49 dipendenti (-5,5 per cento).
Tutti i comparti registrano un andamento negativo. Le industrie meccaniche, della moda e del legno hanno accusato le maggiori difficoltà, con cali della produzione rispettivamente pari al 9,4, 8,3 e 8,2 per cento. Più contenuta è apparsa la flessione delle industrie alimentari (-3 per cento).
Il fatturato ha ricalcato l’andamento produttivo. Nel primo trimestre del 2012 è stata registrata una diminuzione del 3,1 per cento, che si è aggiunta alla perdita dell’1,8 per cento degli ultimi tre mesi del 2011. Il calo provinciale è risultato in linea con quello regionale (2,9 per cento).
Anche la domanda ha espresso un deciso calo. Nel primo trimestre del 2012 è apparsa tendenzialmente in diminuzione del 6,3 per cento, in controtendenza rispetto alla crescita media dell’1,5 per cento dei dodici mesi precedenti. Anche in questo caso la flessione provinciale degli ordini è apparsa più accentuata rispetto alla diminuzione regionale (-3,6 per cento).
Ad accusare la flessione più pesante sono state le industrie della meccanica, elettricità e mezzi di trasporto (-15,1 per cento). Nei rimanenti settori le diminuzioni degli ordini oscillano dal -8,8 al -1,3 per cento. L’unica eccezione è rappresentata dalle industrie alimentari che registrano una variazione tendenziale positiva di 2 punti percentuali. Più colpite le imprese minori, con una flessione degli ordini del -7,1 per cento, rispetto alle medie (50-499 dipendenti) che si attestano a -5,4 per cento.
Le esportazioni hanno rappresentato l’unica nota positiva della congiuntura del primo trimestre del 2012: il valore dell’export parmense, secondo i dati Istat, è aumentato del 10,7 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La serie storica dei primi trimestri dal 2004 ad oggi mostra come il valore complessivo delle esportazioni del 2012 superi del 14,7 per cento quello del 2008 (importo più alto prima della crisi internazionale).
L’Emilia-Romagna registra un aumento tendenziale del 7,4 per cento, superiore alla crescita delle esportazioni nazionali (+5,5 per cento) ed è tra le regioni che presentano i contributi maggiori alla crescita delle esportazioni nazionali, anche se il trend appare in progressiva decelerazione. L’aumento del Nord-Est (+3,5 per cento) è invece inferiore alla media nazionale.
In valore assoluto Parma, nel periodo gennaio-marzo 2012, ha esportato merci per oltre 1.372 milioni di euro, in gran parte provenienti dai settori di “macchinari ed apparecchiature” (29,8 per cento), dei “prodotti alimentari” (21,8 per cento), dei “prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici” (10,6 per cento), degli “altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi” (5,6 per cento), dei “prodotti chimici” (5,6 per cento ciascuno), dei “prodotti della metallurgia” (4,6 per cento), di “articoli in gomma e materie plastiche” (3,1 per cento), dei “prodotti in metallo” e “articoli di abbigliamento” (2,7 per cento ciascuno), di “autoveicoli, rimorchi e semirimorchi” (2,5 per cento), di “computer e prodotti di elettronica e ottica” e “prodotti agricoli, animali e della caccia” (2,3 per cento ciascuno).
Nei primi tre mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, si rilevano aumenti significativi per articoli in gomma e materie plastiche (+24,3 per cento), prodotti farmaceutici (+12,5 per cento), alimentari (+11,7 per cento) e macchinari ed apparecchiature (+9 per cento).
Il comparto metalmeccanico complessivamente considerato registra un aumento tendenziale dell’8,2 per cento, mentre il peso sul totale delle esportazioni si attesta al 44,1 per cento, e risulta complessivamente ancora inferiore di 7,7 punti percentuali rispetto al valore del primo trimestre 2008.
Si conferma in aumento il comparto agroalimentare (+16,3 per cento), in costante crescita negli ultimi anni, il cui peso sul totale dell’export parmense passa dal 20,9 per cento del 2011 al 24,5 del 2012.
Battuta d’arresto, invece, per i prodotti della metallurgia che evidenziano una diminuzione tendenziale dell’11,6 per cento.
L’analisi dell’andamento delle esportazioni per area di sbocco, nel primo trimestre 2012 rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente, mette in evidenza come l’aumento delle esportazioni ha interessato tutti i flussi. In particolare spiccano gli aumenti verso l’Europa (+12,7 per cento) e l’Africa (+17,2 per cento) che assorbono rispettivamente il 68,4 e il 5,9 per cento dell’export parmense. In crescita di oltre il 4 punti percentuali appaiono le esportazioni parmensi verso l’Asia e l’America, che rappresentano rispettivamente il 14,4 per cento e il 9,8 per cento delle esportazioni provinciali. Le esportazioni verso l’Oceania sono cresciute solo del 2,8 per cento e rappresentano una quota minore del totale (1,6 per cento).
Per quanto riguarda i principali partner europei, hanno segnato aumenti le esportazioni verso la Francia (+28,3 per cento), la Germania (+14,7 per cento), il Regno Unito (11,0 per cento) e la Russia (+12,5 per cento) mentre risultano in flessione verso la Spagna (-4,2 per cento).
Appare pienamente positivo l’export verso il Canada (+14,7 per cento) mentre si mantiene pressoché stabile verso gli Stati Uniti (+0,6 per cento). Nel continente asiatico segnano un importante aumento le esportazioni parmensi in Giappone (+27,7 per cento) che compensano la caduta accusata in Cina (-10,5 per cento).

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