“L’elettorato di Centro voterà per Ubaldi”

29/02/2012

Intervista a Matteo Agoletti, ex consigliere comunale e dirigente provinciale dell’Udc.

In questi giorni l’Udc si è schierato pubblicamente a favore della candidatura a sindaco di Ubaldi. Quali sono le motivazioni che vi hanno portato su questa posizione?
Ogni volta che l’elettore di Parma ha potuto scegliere se affidare il governo della città ad Ubaldi l’ha fatto.
Se Ubaldi deciderà di scendere in campo, noi crediamo che la sua candidatura vada sostenuta perché coerente con la nostra storia amministrativa, per le qualità della persona e l’indubbia capacità amministrativa.
Elvio Ubaldi ha amministrato la città di Parma per nove anni col sostegno dell’Udc e l’avrebbe amministrata per altri cinque anni se il vincolo del terzo mandato consecutivo non glielo avesse impedito. Noi che veniamo da questa importante esperienza amministrativa crediamo ci siano le condizioni per riprendere il percorso intrapreso nel 1998.
Dunque la nostra non sarebbe una scelta difficile, ma solo di coerenza e buon senso, visto che eravamo parte della proposta e che ben ne conosciamo le capacità e l’operato.

I principali investimenti che hanno portato alla crisi finanziaria delle società partecipate del Comune di Parma sono stati decisi durante il mandato dell’ex sindaco Ubaldi… o sbaglio?
Sotto processo non è la decisione degli investimenti in sé, ma la conduzione delle fasi successive: programmare investimenti in periodo di sviluppo economico è saggio, non sempre lo è realizzarli, se il periodo economico diventa pesantemente sfavorevole e recessivo. L’importante è avviare iniziative quando si ha la consapevolezza di avere copertura economica, perché non sono gli investimenti che fanno male alla città bensì le opere incompiute, i cantieri fermi e gli sperperi.
Durante l’ultimo mandato di Ubaldi vi era una situazione economica totalmente diversa da quella che stiamo attraversando ora. In quella fase dove si poteva attingere a finanziamenti anche di natura europea, dove stava arrivando l’Autority alimentare era giusto pensare in grande e programmare guardando al futuro con ottimismo.
Purtroppo la crisi che ci ha investito all’inizio del mandato successivo è stata tremenda ed ha costretto a ripensare certi investimenti. Il problema, allora, è stato quello dell’eccesso di spesa, del ricorso alle plusvalenze sulle vendite immobiliari e la gestione delle società partecipate che ha portato all’indebitamento che conosciamo.
L’Udc ha più volte sottolineato in tempi non sospetti (io l’ho più volte dichiarato in consiglio comunale) il primato di certi dirigenti rispetto alla politica. L’epilogo di Stt e del suo presidente ne sono la prova. Occorre recuperare la centralità del consiglio comunale rispetto ai vari Cda delle partecipate e rafforzare gli strumenti di controllo sull’operato degli amministratori, non semplicemente accontentarsi di definirne l’indirizzo.

Perchè la candidatura di Ubaldi sarebbe migliore di quella dell’altro candidato civicio Ghiretti? Pensi sia possibile un accordo elettorale con quest’ultimo per non frazionare l’elettorato di centro?
Io ho sempre detto che l’Udc voleva unire e credo tutt’ora che i moderati, civici o non, abbiano la capacità di esprimere grandi progetti rispetto ad un programma amministrativo. Su questi temi abbiamo dialogato ed io stesso sono stato promotore anche di iniziative pubbliche.
L’elettorato di centro non si fraziona facilmente: se vede una candidatura forte e significativa in campo, se vede una proposta coerente, se riconosce di avere di fronte un progetto credibile semplicemente lo vota, non è che si fa dividere a fette in parti uguali come una torta.
Non credo che alla presenza di più proposte corrisponda necessariamente una spaccatura dell’elettorato. Ghiretti inizialmente aveva dato la sua disponibilità a dare un contributo alla campagna elettorale, da soldato o da generale, e questo a noi era piaciuto… anche perché ne diamo un giudizio positivo e lo riteniamo un valido soldato. Ubaldi non ha bisogno di presentazioni, rappresenta una figura di responsabilità, di esperienza, capace di raccogliere i consensi della gente. Oggi per esercitare ruoli così importanti occorre grande capacità, esperienza e competenza, non esistono uomini per tutte le stagioni.

A Parma siete stati alleati del PDL per 15 anni. Perchè adesso non vanno più bene?
Noi abbiamo la nostra identità, rispondiamo delle nostre scelte e delle nostre decisioni.
Il PDL esprime un giudizio politico e parte da posizioni ben delineate e definite anche nel corso del recente congresso provinciale; noi le comprendiamo, ma dobbiamo anche dire che non sono le nostre.
L’Udc, insieme al Pdl e al Pd, sostiene il governo Monti e credo si stia dando un forte segnale di responsabilità al Paese. A livello locale il dialogo è aperto anche col Pdl ma credo che vada dato un segnale di rinnovamento ai cittadini rispetto a quanto accaduto nell’ultimo mandato.
L’Udc, per la questione economica e per le vicende giudiziarie, si è costituito come gruppo autonomo in tempi non sospetti ed è rimasto fedele al patto con gli elettori, formulando proposte serie e di contenuto come il taglio di 10 milioni di euro di spesa nel periodo 2011 – 2013, durante l’ultimo bilancio di previsione.

La Guarnieri ha attaccato pesantemente la candidatura di Ubaldi. Pensi sia ormai irrecuperabile alla causa del progetto di centro?
Il progetto di centro non è mai stato così forte come adesso.
Tutte le risorse che daranno forza a questo progetto, senza scalfirne la coerenza, saranno le benvenute. Sicuramente un centro moderato anche con Maria Teresa Guarnieri sarebbe stato un bel segnale per la politica del futuro. Anche perché “rivendico” il ruolo dell’Udc che nel 2008 ha intrapreso una corsa solitaria, entrando in Parlamento e dimostrando che questo bipolarismo muscolare e da tifo organizzato non funziona.
Allo stesso modo anche a Parma un modello moderato che badi alle questioni concrete e si candidi a guidare la città per i prossimi cinque anni credo sia l’obiettivo da perseguire.

Andrea Marsiletti

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