TeoDaily – “Quaerebam unde malum et non erat exitus – Mi chiedevo donde il male, e non sapevo darmi risposta” scriveva sant’Agostino.
Se Dio è buono e ha creato il mondo, in che modo il male è entrato nel mondo?
E’ questa una delle domande che gli uomini si pongono dall’origine dei tempi.
Ci sono, però, scuole di pensiero per le quali questa domanda non è lecita.
La visione “monista” nega che nel mondo vi sia il male, e quindi esso non è mai entrato. Perfezione e realtà sono la stessa cosa (“Perfectio et realitas idem sunt“). Chi vede il male lo fa solo perchè è incapace di elevarsi a una visione d’insieme e legge la realtà dal suo limitato punto di vista egoistico, di chi non vuole provare dolore e di chi vuole sopravvivere. Le malattie, le mutazioni genetiche, la morte e le estinzioni delle specie, ad esempio, sono pertanto la conseguenza di una logica necessaria perchè il mondo possa evolversi e alla quale l’uomo stesso deve la vita. Sono questi cambiamenti a darci la vita, senza di essi oggi noi non ci saremmo. Pensare il male, quindi, è pensare male.
Credo che la posizione monista possa avere una sua fondatezza per quanto afferisce al male fisico, non a quello morale determinato dalla volontà dell’uomo di fare il male. Pensiamo, ad esempio, per rimanere alla giornata della memoria dei giorni scorsi, alla tragedia della Shoah.
La tesi speculare al “monismo” è quella del “dualismo”: il male non è mai entrato nel mondo perchè il mondo stesso è il male, “mondo” e “male” sono la stessa cosa, il male è strutturale all’essere e alla vita terrena. Da qui sono nati il manichesimo, lo gnosticismo, il catarismo. Quindi il Dio creatore del mondo materiale non è il vero Dio, è un Dio decaduto e malvagio. Non per nulla le correnti più radicali dello gnosticismo adoravano i “cattivi” del Vecchio Testamento, quali il serpente (ofiti) e Caino (cainiti) perchè essj si sono ribellati al Dio creatore e da questi sono stati maledetti. I cattivi del Vecchio Testamento diventano i buoni che si oppongono a questa prigione terrena.
Per le motivazioni sopra addotte, la difficoltà di giustificare l’ingresso del peccato nel mondo non ce l’hanno il monismo (il male non è mai entrato perchè non esiste) o il dualismo (il male non è mai entrato, perchè il mondo stesso è male) bensì il cristianesimo per il quale il mondo è creato all’origine perfetto da un Dio buono per il bene dell’uomo.
Teologia, religione, spiritualità
“Si Deus est, unde malum? – Se Dio esiste, da dove viene il male?”
Questo è il problema del cristianesimo, uno dei suoi elemento più critici, più fragili.
La risposta della Chiesa è il peccato originale.
Il peccato originale originante del frutto proibito, che ha rotto l’alleanza tra Dio e l’uomo e causato l’uscita di questi dall’Eden, sono la scelta di disobbedienza, superbia e sovversione dell’ordine della creazione compiuta da Adamo ed Eva descritta in Genesi 3 che ha dato inizio al dolore e alla morte.
Il peccato originale originato prevede che ogni bambino che nasce sia soggetto a una colpa originale (non personale) che gli viene trasmessa in conseguenza del peccato di Adamo ed Eva. Senza il battesimo nessuno potrebbe salvarsi. Come il peccato originale si trasmetta la teologia tradizionale non lo spiega. C’è stato un tempo in cui la Chiesa ha ritenuto potesse propagarsi attraverso la libido dell’atto sessuale generatore. Una tesi che, per fortuna, oggi nessuno più sostiene.
Andrea Marsiletti