Lipu, WWF e Legambiente sulle miniere di Corchia: “La Regione respinga la richiesta di ricerca mineralogica”

E’ quanto chiedono le associazioni Legambiente, Lipu e WWF alla Regione Emilia-Romagna, che in queste ore si appresta a esprimersi sulla domanda di autorizzazione alla raccolta mineraria destinata alle attività di ricerca connesse ai progetti di nuovi scavi nei comprensori, che la società Energia Minerals intende realizzare nel territorio della Val Manubiola, nell’Appennino parmense.

“La Regione – affermano le associazioni – dia un segnale forte e concreto rispetto alla, più volte dichiarata, contrarietà alla riapertura delle Miniere di Corchia, non concedendo l’autorizzazione alle ricerche le quali, in presenza di una reale intenzione a fermare i nuovi scavi, risulterebbero inutili e fuorvianti”.

Legambiente, Lipu e WWF ricordano che il territorio potenzialmente individuato per i prelievi è in gran parte ricompreso in siti di grande importanza naturalistica ricompresi nella rete Natura 2000 e tutelati a livello europeo, siti nei quali l’asportazione di minerali è vietata a meno di specifica autorizzazione da parte della stessa Regione.



“Indipendentemente dall’impatto che questi studi possono avere sul territorio – proseguono le associazioni – è arrivato il momento di dare un segnale definitivo, concreto e coerente, di contrarietà all’apertura delle miniere, vietando le ricerche almeno nei siti Natura 2000 e fermare da subito questo progetto che tanto costerebbe, in termini di scempio ambientale, al territorio dell’Appennino parmense.

“Un parere negativo a questi prelievi mineralogici, e dunque alle ricerche per gli scavi, restituirebbe anche la fiducia ai tanti cittadini che nei mesi passati si sono schierati a favore della tutela del territorio, anche attraverso la creazione di nuovi siti Natura 2000, investendo su di un futuro rispettoso dell’ambiente, dei suoi prodotti e delle sue genti.

“Per questo – concludono Legambiente, Lipu e WWF – invitiamo l’assessora Irene Priolo e l’assessora Barbara Lori ad adoperarsi affinché la domanda di ricerca mineralogica sia respinta, dando così un segnale chiaro ai Comuni, ai cittadini ma anche alla società australiana promotrice del progetto”.

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