“MaiSola”: allo sportello donne della CISL Parma segnalazioni di disagio dopo il parto

Dopo la terribile vicenda della mamma di Roma che, stremata dopo il parto, si sarebbe addormentata e avrebbe soffocato il suo piccolo mentre lo allattava, sono emerse molte situazioni di disagio lamentate da donne che si sono rivolte allo sportello “MaiSola”, come spiega Federica Pattini,  responsabile del Coordinamento femminile Cisl Parma: “Tra le tante segnalazioni che abbiamo ricevuto, ultimamente ce n’è stata una che ci ha colpito in particolare: una ragazza ci ha raccontato che oltre ad un travaglio veramente difficile, durato 23 ore, che le ha procurato complicanze non da poco compresa l’impossibilità di muoversi, si è trovata ad affrontare il post parto praticamente da sola. L’elenco delle problematiche vissute che ci ha descritto è preoccupante e per lei sarà difficile dimenticarle: per quasi tutta la durata del ricovero, la carenza di personale   le ha impedito di ricevere l’assistenza adeguata ed è stato molto complicato accudire la bambina senza che nemmeno il compagno potesse aiutarla a causa delle misure anticovid che, fino a pochi giorni fa, impedivano ai familiari più stretti di essere presenti in caso di bisogno.”

Una testimonianza che, insieme alle altre, fa riflettere con preoccupazione sulla carenza di organico che penalizza in primis proprio le donne che affrontano l’impegno del parto, che dovrebbe essere il momento più felice nella vita di ognuno ma che può trasformarsi in una serie infinita di problemi, come spiega il segretario provinciale aggiunto Angela Calò: “Il personale non si occupa solo delle mamme ma anche dei neonati, per cui l’incarico delle ostetriche diventa doppio. Noi di CISL da tempo abbiamo evidenziato la carenza di organico agli organi competenti, chiedendo di mettere il personale sanitario nelle migliori condizioni per lavorare in sicurezza e tranquillità, al fine di garantire un servizio efficiente, soprattutto in un reparto in cui la cautela deve essere massima. A fronte delle regole dopo l’entrata in vigore della legge che recepisce in Italia la direttiva europea sui turni e i riposi di camici bianchi, infermieri e ostetrici, sarebbero state necessarie nuove assunzioni, come più volte promesso dal ministero della Salute, che però non sono mai arrivate costringendo le strutture a caricare ancora di più i dipendenti.”

Il progetto rooming-in è nato circa 5 anni fa ed è stato accolto con favore ma la carenza di personale che si è accumulata negli anni sta complicando tutto, a partire dall’assistenza alle neo mamme che, se in “sofferenza”, si trovano ad affrontare in solitudine le difficoltà di gestione dei loro piccoli. “È un problema che accomuna tutte le strutture ospedaliere del nostro territorio – spiega ancora Calò – per esempio, a Parma, sono in servizio 77 ostetriche per 36 ore settimanali con turni da 12 ore: a vario titolo (dimissioni, pensionamenti ecc…) ne mancano 17 ma né la Regione né l’Azienda Ospedaliera paiono intenzionate ad assumere. Il dialogo è comunque aperto – conclude – ma è necessario agire in fretta, sia per le professionalità che si trovano in difficoltà organiche sia per le neo mamme, che devono poter ritrovare le forze a fronte di un parto complicato o solo semplicemente per recuperare psicologicamente ed emotivamente, contando sulla libertà di poter scegliere ciò che sentono sia meglio per sé e per i propri neonati.”

 

perlavalbaganza