Mancanza di organico e sovraffollamento in carcere, Pizzarotti chiede un incontro al Ministro Orlando

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Il sindaco, Federico Pizzarotti, ha scritto al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, chiedendo un incontro per parlare della difficile situazione in cui versa da tempo il complesso penitenziario di Parma, “giunto ad uno stadio critico di sovraffollamento e di mancanza di organico”, fatto, questo, che, secondo il primo cittadino di Parma, “non può più essere trascurato”.

L’auspicio del sindaco è che venga potenziato l’organico assegnato alla casa circondariale di Parma e cita alcuni dati che fanno riflettere: attualmente l’organico della Polizia Penitenziaria è di 308 agenti di polizia effettivi che operano nella struttura, a fronte dei 461 previsti. A questo si aggiunge il cospicuo numero di detenuti: sono 594 rispetto ai 468 posti regolamentari. Il sindaco rimarca, poi, il fatto che a Parma sono presenti 65 detenuti sottoposti al regime del cosiddetto 41 bis.

La situazione è aggravata dall’assenza di strutture e servizi sanitari interni al carcere, precisa Pizzarotti nella sua missiva. A questo si aggiunge il fatto che agli inizi del prossimo anno è prevista l’apertura del nuovo padiglione che ospiterà 200 detenuti “per i quali – sottolinea il primo cittadino – non è ancora stato definito e comunicato allo stesso sindaco la tipologia di circuito di penitenziario”.

Il sindaco, poi, aggiunge che è necessario anche un salto nella governance del carcere e nella sua classificazione. “Lo stato di fatto del complesso penitenziario cittadino – scrive il sindaco – non trova giusto collocamento nel Decreto 22 settembre 2016 che lo classifica come governabile da dirigente nominato tramite interpello ordinario e non tramite incarico superiore”. Una prospettiva necessaria, questa, anche in base ai cambiamenti in corso. “Considerando l’ampliamento ormai terminato e l’avvio prossimo del nuovo padiglione, si impone, per Pizzarotti, un aggiornamento del decreto al fine di promuovere il complesso penitenziario di Parma a carcere con incarico dirigenziale per incarico superiore con tutto quanto ne conseguirà in termini di uomini della penitenziaria da assegnare, budget per la gestione finanziaria e assegnazione di un dirigente stabile”.

Si tratta, quindi, di una situazione non più sostenibile, “stiamo parlando di vite umane verso le quali le istituzioni devo porre la massima attenzione – chiosa Pizzarotti”. Da qui la necessità di un incontro.

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