Nell’odierna mattinata, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo.
Agli indagati coinvolti nell’indagine viene ascritta la detenzione illecita e la vendita di sostanze stupefacenti, per taluni in concorso e con la continuazione; ad alcuni, in ragione dei precedenti penali, viene contestata anche la recidiva specifica e/o infra-quinquennale.
L’esecuzione del provvedimento, oltre che Parma, ha riguardato anche Roma, Sondrio ed altre località.
L’indagine, iniziata nel 2018, ha cristallizzato la filiera dello spaccio in alcune aree del centro città: in particolare il focus investigativo ha riguardato il quartiere Oltretorrente ove opera prevalentemente un reticolo di spacciatori di origine nigeriana.
Sviluppando i dati informativi acquisiti nell’attività di controllo del territorio, supportati dall’attività tecnica, le indagini hanno infatti consentito di identificare non solo i venditori sul territorio di Parma, ma anche i fornitori di marijuana: invero il valore aggiunto dell’attività è rappresentato dalla circostanza che, in questo caso, utilizzando al meglio le professionalità in campo, sono stati individuati anche i canali di approvvigionamento di secondo livello, ovvero quello dei fornitori all’ingrosso: una coppia di nigeriani residenti a Tor Bella Monaca, nella capitale, coniugi “imprenditori” del settore (il marito già sottoposto agli arresti domiciliari per reati concernenti gli stupefacenti) che, ricevuto il pagamento mediante accrediti degli importi su carte prepagate, provvedevano alla consegna a domicilio della partita di droga.
Le spedizioni (ciascuna di solito di 5/7 kg di marijuana celata all’interno di trolley) avvenivano mediante corrieri, in genere giovanissime donne anch’esse nigeriane, che viaggiavano da Roma verso Bologna e Parma, solo in autobus o in treno, ritenuti evidentemente mezzi di trasporto più sicuri per eludere i controlli delle Forze di polizia.
I venditori operativi in città sono risultati in numero di dieci, tutti con alle “dipendenze” diversi “cavallini” (pusher in bicicletta, nel linguaggio gergale) preposti alla vendita al dettaglio e riforniti, normalmente, presso il domicilio del grossista.
I Carabinieri hanno inoltre documentato un ulteriore ingegnoso sistema di distribuzione finalizzato anche al cosiddetto controllo del territorio di spaccio: all’interno del Parco Ducale, un incaricato, alle prime luci dell’alba, prima dell’apertura del sito, vi si introduceva nascondendo in più punti, nei cespugli, le dosi per gli spacciatori di riferimento.
Dalle indagini è emerso che le persone sottoposte al provvedimento cautelare adoperavano nella comunicazioni un “codice cifrato” che -grazie all’esperienza ed alla operatività sul campo- è stato decriptato dagli investigatori, il che ha consentito di dare significato a dialoghi apparentemente privi di senso logico o nel corso dei quali gli indagati si limitavano a fissare un semplice incontro.
A titolo esemplificativo:
un pantalone ovvero mezzo pantalone è risultato corrispondere rispettivamente ad 1 kg e a ½ kg di marijuana;
una camicia bella corrispondeva ad 1 kg di marijuana;
porta lo sporco equivaleva a porta lo stupefacente;
la toccata significava lo stupefacente tagliato;
una extension equivaleva ad 1 kg di marijuana;
col termine cioccolato ci si riferiva all’ hashish;
e così via.
A questi accorgimenti si aggiungevano ulteriori misure precauzionali di carattere tattico: l’arrivo dei corrieri a Parma con mezzi di trasporto pubblico era solitamente preceduto da una staffetta incaricata di verificare l’eventuale presenza delle Forze dell’ordine ai terminal della stazione ferroviaria e dei bus. Solo all’esito della ricognizione, il corriere riceveva il segnale di via libera per la consegna a domicilio.
In alcuni casi, l’arresto da parte dei Carabinieri è stato così rapido da indurre i correi a ritenere che il corriere fosse fuggito con la droga prendendosi gioco dei fornitori; in questi casi iniziava quindi una ricerca frenetica, presso i conoscenti noti e/o potenziali, che non escludeva il ricorso -come estrema ratio- a riti woodoo per addivenire al rintraccio del soggetto ritenuto traditore ed al recupero della roba.
L’attività è stata sviluppata mediante intercettazioni di conversazioni riscontrate da pedinamenti, riscontri sul terreno, identificazione ed acquisizione di contributi dichiarativi resi da persone informate sui fatti.
Fondamentale anche il contributo del R.I.S. di Parma che ha consentito, mediante l’esaltazione delle impronte papillari rilevate sugli involucri di plastica che avvolgevano lo stupefacente, di identificare con certezza cinque degli odierni indagati, le cui impronte sono rimaste, per l’appunto, impresse nella parte interna degli involucri, a dimostrazione che gli interessati erano entrati direttamente a contatto con la sostanza stupefacente.
Complessivamente, nel corso dell’attività sono stati sequestrati circa 36 kg di marijuana ed arrestate nella flagranza del reato di detenzione di stupefacenti 12 persone.
Verosimilmente, però, nel periodo oggetto di monitoraggio (circa 5 mesi), il traffico ha avuto ad oggetto quantitativi ben più consistenti per un volume di affari complessivo di svariate centinaia di migliaia di euro.
Dall’attività è emerso come i ripetuti sequestri ed arresti in flagranza operati dagli inquirenti abbiano determinato significative difficoltà nell’approvvigionamento, essendo divenuta Parma una realtà a rischio forze di Polizia, con conseguenti maggiori oneri per la remunerazione dei corrieri ed aumento di prezzo delle dosi destinate allo spaccio.
Si stima infatti, che i prezzi all’ingrosso della marijuana siano cresciuti di quasi il 10% nelle piazze cittadine (passando da 900 a quasi 1000 euro al kg).
Di seguito il riepilogo delle attività di riscontro e sequestri:
25 novembre 2018: a Bologna, arrestati dai militari di Parma, in flagranza di reato, 3 nigeriani e sequestrati 8 kg di marijuana;
20 dicembre 2018: a Parma, arrestati, in flagranza di reato 4 nigeriani e sequestrati 16,5 kg di marijuana e 2200 euro in contanti;
12 gennaio 2019: a Parma arrestata, in flagranza di reato, 1 nigeriana e sequestrati 2,300 kg di marijuana e 2400 euro in contanti;
17 febbraio 1019: a Parma, arrestata in flagranza di reato, 1 nigeriana e sequestrati 4,5 kg di marijuana;
22 febbraio 2019: a Parma, arrestata in flagranza di reato, 1 nigeriana e sequestrati 4,3 kg di marijuana.
Tali sequestri sono stati posti in essere a dispetto dei riti esoterici propiziatori che precedevano i viaggi dei corrieri, e nonostante il coinvolgimento, in Nigeria, di uno stregone per rendere meno pericoloso il viaggio di introduzione della droga.
Nell’indagine sono coinvolte complessivamente ventitre persone, a dimostrazione della vastità del giro illecito, ma non tutte sono risultate destinatarie della ordinanza cautelare, o per il ruolo minore o perché le esigenze cautelari sono state ritenute non sussistenti.
Le persone tratte in arresto sono quelle di cui all’allegato foglio.
Parma, 26.11.2019
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
dott. Alfonso D’Avino
PERSONE TRATTE IN ARRESTO
1. AGBORNOGA INSHALLAH, NATO A JATTU UZAIRUE (NIGERIA) classe 1992, DOMICILIATO IN CHIAVENNA (SO);
2. FRANK DAVID, ALIAS BIGGY, NATO IN NIGERIA, classe 1984, DOMICILIATO IN PARMA;
3. GODWIN ODION TERRY, NATO IN NIGERIA, CLASSE 09.01.1998, DOMICILIATO IN PARMA, VIA MUSINI NR. 14
4. IZUKA STEPHEN, NATO IN NIGERIA, CLASSE 1980, DOMICILIATO IN ROMA;
5. JOHN GRACE, ALIAS JOY, NATA IN NIGERIA, CLASSE 1989, DOMICILIATA IN ROMA;
6. MONDAY FESTUS, ALIAS PASTORE, NATO IN NIGERIA, CLASSE 1988, RESIDENTE IN PARMA;
7. OHUE CHRISTOPHER, ALIAS TAXISTA, NATO AD UROMI (NIGERIA), classe 1990, DOMICILIATO IN PARMA;
8. OKOAFUDA ELVIS, NATO AD UROMI (NIGERIA) classe 1983, DI FATTO DOMICILIATO IN PARMA;
9. OKOKHUELE ENDURANCE, NATO IN NIGERIA, CLASSE 16.08.1995, RESIDENTE IN MODENA;
10. SYLLA IBRAHIMA, ALIAS BANDIT, NATO IN SENEGAL, classe 1993, DOMICILIATO IN PARMA