Metropolitana, “si prenda atto che è irrealizzabile”

27/04/2009
h.16.10

Le notizie apparse sulla stampa locale ripropongono all’attenzione la Metropolitana.
Si apprende che l’approvazione (?) del primo progetto definitivo, accompagnata da 87 prescrizioni (e che avrebbe dovuto consigliare prudenza nel bandire la gara per il progetto esecutivo, che avrebbe dovuto recepire le ricordate osservazioni) ha richiesto di ricominciare l’iter, cioè di ripartire dall’approvazione di un nuovo – il secondo – progetto definitivo.
Questo secondo passaggio ha portato ad una profonda modifica del tracciato con diminuzione delle fermate, con allungamento delle distanze tra queste e conseguenti problemi relativi alla copertura della domanda di trasporto pubblico sulla tratta della metropolitana e la previsione di un tratto interrato più lungo di quello previsto con il primo progetto.
Il secondo progetto è risultato – a quanto si è appreso – privo di documenti importanti, quali il piano finanziario e il computo metrico.
I dati sul traffico e sulle condizioni per la gestione economica-finanziaria sono, quanto meno, incoerenti; i finanziamenti, a parte la quota statale, incerti, per non dire irreperibili, almeno sul fronte comunale.
In sede di Conferenza dei Servizi (i cui lavori sono terminati intorno alla metà di aprile), il Provveditorato alle OO.PP. ha lamentato la carenza di un computo metrico estimativo (che vuol dire non conoscere il costo effettivo dell’opera); la Regione Emilia Romagna ha denunziato la mancanza dell’analisi economico-finanziaria del computo metrico-estimativo e di un progetto di riorganizzazione della mobilità; l’ASL di Parma ha contestato il rilevante impatto inquinante della fase di cantierizzazione, nonché la notevole riduzione della capacità attrattiva di passeggeri, con conseguente impatto negativo sulla riduzione degli inquinanti da traffico.
L’opera, peraltro, è oggettivamente – comunque – una soluzione (gli scriventi non lo credono) molto parziale dei problemi viabilistici cittadini e non regge, a tacere dei problemi tecnici-operativi di realizzazione, sotto il profilo del rapporto costi-benefici.
D’altra parte, la gara già espletata – tra “superamento” del provvedimento di approvazione del primo progetto definitivo, radicale mutamento di quest’ultimo (cosicché il secondo risulta un nuovo progetto con tutte le probabili conseguenze (negative) in ordine alla validità dell’aggiudicazione), aumento dei costi (a finanziamento immutato) – appare destinata a perdere valore, se non altro in base alla clausola del disciplinare, che prevede una sorta di risoluzione consensuale in caso di variazione, non coperta, del costo dell’opera.
L’auspicio è che si voglia riflettere, che si abbia il senso di responsabilità di chiudere questo capitolo, prendendo atto dell’irrealizzabilità dell’opera.
Sarebbe una scelta di buona amministrazione, che l’Opposizione, per responsabilità istituzionale, non potrebbe non condividere. E il Governo potrebbe provare, nei fatti, l’attenzione alle priorità del momento, riconoscendo a Parma la disponibilità della somma già stanziata per altre “grandi opere”, di cui la Città ha bisogno anche in relazione alle attuali, stringenti, emergenze socioeconomiche.
In ogni caso, nell’immediato, si chiede che il Sindaco voglia riferire nel prossimo Consiglio Comunale del 30 c.m..

Giorgio Pagliari
Gruppo PD
Paolo Pizzigoni
Gruppo Altra Politica
Marco Ablondi
Gruppo PRC
Gabriella Biacchi 
Gruppo IDV

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