
Ammontano a 345milioni di euro i fondi a disposizione della Regione Emilia-Romagna per terminare le principali casse di espansione.
Si tratta di fondi quasi tutti statali tranne un parziale contributo per quelle sui torrenti Baganza e Ghironda. È questo uno dei primi dati che emerge dallo studio, avviato dal presidente del Gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Pietro Vignali in merito alla realizzazione delle infrastrutture di difesa idraulica.
“Avevo promesso un pressing puntuale sulla Giunta regionale di De Pascale per le numerose opere idrauliche incompiute e con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza trimestrale sulla quale mi ero impegnato siamo riusciti ad elaborare i dati relativi alle casse di espansione da evidenziare alla Regione e agli altri enti in campo per la difesa idraulica di questo territorio regionale – ha esordito Vignali“.
Sono 14 le opere progettate ma ancora da costruire o in corso di realizzazione.
“Dalla progettazione alla realizzazione trascorrono mediamente 15 anni, un tempo troppo lungo che non possiamo permetterci – prosegue Vignali – soprattutto alla luce della grande carenza di infrastrutture e degli eventi calamitosi che negli ultimi anni si sono rivelati più frequenti”.
“Procede verso il completamento previsto per il novembre del 2026, la cassa sul Baganza. È tra le più rilevanti per costo, 115milioni e per bacino, 4,7milioni di metri cubi d’acqua. La progettazione è stata avviata 11 anni fa, solo dopo il devastante alluvione dell’ottobre 2014 che sommerse un quarto della città di Parma. Ma la sua necessità fosse già ben conosciuta, come comprova il protocollo d’intesa per la sua realizzazione che da sindaco di Parma avevo sottoscritto con la Regione e altri enti interessati nel 2011”.
“Grande incompiuta è l’infrastruttura di Bagnetto sul fiume Reno nel comune di Castello d’Argile (Bo), costo 82 milioni e invaso da 18milioni di m3. Progettata nel 2000, è stata realizzata solo in parte con lavori terminati nel 2019. Doveva essere completata nel 2021, ma mancherebbero le risorse necessarie. Proprio il territorio metropolitano del capoluogo di Regione è una delle aree più in difficoltà perché, oltre a quella appena menzionata, vi andrebbero urgentemente realizzate altre sei opere di cui ho chiesto specifiche informazioni nell’ultima interrogazione che ho rivolto alla Giunta regionale”.
“Ovviamente preoccupa anche la Romagna – conclude il consigliere di Forza Italia – perché ancora sono troppo pochi i progetti e i pochi lavori fatti, come ad esempio sul Savio, dovrebbero essere messi a sistema in modo diverso. Le casse di espansione pienamente attive sono 11 tenendo conto anche dei tre micro-impianti su Recchio, Urso e rio Lora. Tra queste ci sono anche le infrastrutture progettate negli anni ’80 (ad esempio quelle su Parma, Enza, Crostolo e Secchia) e oggi considerate insufficienti. Tra le funzionanti consideriamo anche la cassa sul Panaro attiva, pur non essendo mai stata collaudata e comunque bisognosa di lavori di adeguamento”.