Mps, il Pd affronti la questione e non si faccia inchiodare

30/01/2013
h.19.20

Ha riunito cittadini ed elettori presso la sala della Comunità Betania nella serata di martedì il candidato per il Pd al Senato Giorgio Pagliari, per un incontro che voleva essere soprattutto una assemblea, l’inizio di un confronto aperto per ripartire e costruire insieme il futuro.
E di fronte ad un pubblico folto e attento, tanto numeroso da riempire ogni spazio, Pagliari interviene su quello che sembra essere uno dei temi più caldi della campagna elettorale, ossia la vicenda Monte Paschi di Siena. Un intervento il suo da tecnico e da politico insieme, da giurista esperto della materia capace di affrontare con coraggio una questione difficile e seria. “Credo questa campagna elettorale sia segnata dalla vicenda Mps – afferma Pagliari – E questo lo dobbiamo dire con chiarezza senza perdere il senso dell’impegno e della determinazione in vista del voto, e per tante ragioni. E’ una vicenda che, per come è il sistema delle casse di risparmio e delle fondazioni bancarie riguarda responsabilità personali e non può coinvolgere partiti o vertici. Non solo, il tema di fondo del caso Mps è il tema del rapporto tra fondazioni bancarie e enti territoriali di riferimento. Che ci fosse uno stretto legame tra Mps e Comune di Siena è notorio, ma da una parte non riguarda solo il Comune di Siena, dall’altra si parla di responsabilità personali che non possono e non devono coinvolgere i vertici di partito. Perché il nodo di fondo delle fondazioni sta nella loro origine, nel fatto che non è mai stato sciolto il cordone ombelicale tra le stesse e le banche, perché si è fatta una riforma che voleva scindere il creatore della banca dalla gestione dell’istituto lasciando all’ente fondatore le funzioni di assistenza e beneficenza. Ma questo non è mai avvenuto, ed è perché il sistema bancario stesso non ha mai voluto scindere davvero questo legame”.
Sotto la lente di Pagliari, il processo che porta alla composizione dei vertici delle fondazioni. “Sono oggi organi privati i cui vertici si autoperpetuano, e per questo è necessario affrontare il tema di una loro riforma – prosegue Pagliari – Dobbiamo affrontare a viso aperto questa vicenda ed evitare che la campagna elettorale si avviti intorno a questa”.
Un tema che dovrà essere nell’agenda del prossimo parlamento e che potrà essere affrontato dal centrosinistra, unico argine alla deriva del paese. “Il pifferaio Silvio Berlusconi non fa che ripetere le cose che ha detto per cinque anni – si arrabbia Pagliari – ma è stato proprio lui a portarci in questa situazione, è lui che ci ha distrutto, e quello che mi preoccupa è ci sia una percentuale di persone che ancora riesce ad accreditare questo personaggio. Con tutti i nostri difetti, obiettivamente, quale proposta politica esiste oggi sullo scenario politico italiano oltre alla nostra? L’alternativa è forse il populismo di Grillo che a Parma conosce il suo fallimento amministrativo? E’ la proposta di Monti che ci sta propinando quello che il Pd ha cercato di ottenere? Il Pd ha cercato di correggere il tiro sulle pensioni, sull’Imu, su una politica basata solo sul pareggio di bilancio. Ci troviamo ora un Presidente del Consiglio che fa l’oppositore di se stesso, ma quale credibilità può avere?”.
Il finale, è ancora tutto per Mps. “La sensazione di oggi è che dobbiamo combattere perché questa vicenda è grave – ricorda Pagliari – e dobbiamo avere l’onesta intellettuale di esaminarla, ma avendo anche il coraggio di reagire. Per il senso di responsabilità che abbiamo non possiamo pensare che questa vicenda influisca in modo decisivo sulla campagna elettorale. E’ un lavoro che non possiamo affidare solo ai leader nazionali”.

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