Ustica, “finalmente un responsabile”

SMA MODENA

29/01/2013
h.17.40

La tragedia avvenuta il 27 giugno 1980 nei pressi dell’isola di Ustica, con l’abbattimento in volo di un Dc-9 della compagnia Itavia e la morte degli 81 passeggeri, rappresenta non solo un evento drammatico ma una macchia indelebile per la nostra democrazia.
Vicende misteriose sulle quali ancora oggi, a più di trent’anni di distanza, non si è ancora riusciti a fare chiarezza, vite distrutte per le quali nessuno ha mai pagato, un disastro terribile sul quale ancora oggi, dopo indagini ed inchieste giudiziarie, non si è fatto chiarezza.
Unica verità ufficiale, unica vittoria ottenuta dai familiari delle vittime alla ricerca della verità, appare oggi quella messa nera su bianco dalla Corte di Cassazione lo scorso 28 gennaio, quando i giudici, confermando la sentenza emessa dal Tribunale di Palermo il 10 settembre 2011, condannarono i ministeri della Difesa e dei Trasporti al pagamento di oltre 100 milioni di euro.
Secondo le motivazioni, gli organi dello stato non avrebbero fatto abbastanza per prevenire il disastro e venne ostacolato l’accertamento dei fatti. In particolare, secondo il Tribunale di Palermo, nessuna bomba sarebbe mai esplosa a bordo del DC-9, ma l’aereo sarebbe stato abbattuto da un missile o sarebbe stato vittima di una collisione con un aereo militare.
Una sentenza storica, ma ritenuta non sufficiente dal candidato Pd al Senato Giorgio Pagliari, il quale invita a perseguire tutte le responsabilità e rimarca la necessità di fare piena chiarezza sui fatti.
Finalmente, un responsabile almeno sul piano civile – esordisce Pagliari – finalmente, il risarcimento ai Familiari delle Vittime. Niente di più, però.
Il mistero rimane sostanzialmente intatto: si chiarisce che l’aereo cadde per un missile, ma non si sa chi lo lanciò. I Ministeri della Difesa e dei Trasporti vengono, infatti, condannati esclusivamente per aver omesso l’esercizio della proprie funzioni in tema di sicurezza dei voli.
Il Paese ha diritto alla verità, ma, soprattutto, ha diritto che le Istituzioni garantiscano sempre l’accertamento della verità. E Ustica dimostra che siamo ben lontani da una simile condizione
”.
Sempre secondo l’esponente del Partito Democratico, le responsabilità non possono essere attribuite solo al segreto di Stato con cui si è deciso di coprire molti atti relativi alla vicenda.
C’è una questione più profonda – prosegue Pagliari – che riguarda la moralità pubblica e istituzionale: una sfida aperta e più che mai attuale, essendo evidente che senza servizi deviati, silenzi di stato, P2 e simili, debolezze o timidezze dello Stato, la verità su Ustica sarebbe venuta fuori – e tutta – subito dopo la tragedia”.