Pausa caffè? Sì, grazie

29/01/2010

Le pause aiutano a lavorare meglio; il break per il caffé, anche solo per pochi minuti, la pausa pranzo, o in generale tutte le piccole pause che si riesce a prendere nel corso dell’attività lavorativa o di studio, favoriscono l’apprendimento e la memorizzazione di ciò che si è appena incamerato nel cervello. Lo dimostra uno studio coordinato da Lila Davachi e condotto da Arielle Tambini, del dipartimento di Psicologia della New York University.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Neuron, svela un altro tassello del misterioso processo con cui formiamo i ricordi. Numerosi lavori scientifici hanno ormai confermato la teoria secondo cui il sonno è il momento in cui il cervello fa ordine e rielabora tutte le informazioni incamerate durante il giorno, consolidando il ricordo di eventi o fatti importanti che resteranno quindi incisi nella memoria, ed eliminando le informazioni superflue, facendo una sorta di ‘potatura’ delle sinapsi in cui queste informazioni sono state temporaneamente sistemate.
Ma alla luce di questo studio sembra proprio che non solo la lunga pausa notturna ma anche le piccole pause quotidiane, quando cioé si lascia riposare il cervello anche solo per pochi minuti, il tempo di un caffé tra una riunione e l’altra, o tra una lezione e la successiva, vanno a beneficio della sua funzionalità e in particolar modo della memoria. Le esperte hanno coinvolto un gruppo di persone mostrando loro delle coppie di immagini.
Dopo la visione delle stesse, a tutti è stato concesso un break di alcuni minuti chiedendo loro di rimanere svegli. Infine, a sorpresa, gli sperimentatori hanno testato la memoria del campione chiedendogli di ricordare le foto precedentemente viste. Per tutto l’esperimento il cervello è stato monitorato con la risonanza magnetica funzionale per vedere le aree in attività in ogni momento.
E’ emerso che nel corso della pausa le aree dell’ippocampo e della corteccia, che si erano attivate mentre ciascuno guardava le foto, si accendono nuovamente anche se con intensità di attivazione variabile da persona a persona. Ed è emerso che tanto più intensamente queste aree si riattivano durante la pausa, tanto maggiore sarà la performance mnemonica della persona al momento del test. “Il cervello lavora per la persona mentre quest’ultima si riposa, quindi il riposo è importante per le funzioni cognitive” conclude Davachi; prendersi una pausa caffé dopo una lezione o dopo ore di lavoro può veramente aiutare a fare ordine e ricordare ciò che si è appreso

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