
28/01/2011
h.17.00
“New Sensation“, la politica vista dai ventenni e dai trentenni.
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I giovani in Italia, si sa, sono l’ultima ruota del carro.
Com’è altrettanto noto, sono obiettivo di campagne pubblicitarie realizzate ad hoc da questa o quella marca per inculcare immagini, suoni e idee nelle loro menti che, com’è naturale che sia, sono più ingenue e condizionabili, affinché comprino un determinato prodotto. Questo è il gioco del capitalismo e del mercato. Il problema sussiste quando il gioco sporco delle multinazionali viene copiato dalla politica. Quando viene studiato un linguaggio apposito mirato alla conquista delle menti dei più giovani, in quanto rappresentano una vasta porzione d’elettorato capace di espandersi a macchia d’olio nel corso degli anni. Come se non bastasse, purtroppo, queste idee, se tali possiamo chiamarle, non rappresentano importanti ideali quali l’uguaglianza, il rispetto e l’aiuto reciproco o la riscossa sociale contro un potere corrotto, bensì il razzismo, la discriminazione sociale nei confronti dei meno fortunati, l’arroganza e la dominanza dell’apparire sull’essere. La maggioranza politica presente a Montecitorio detta legge e le varie realtà locali, a loro simili, la seguono: anche il Comune di Parma ispira nelle menti più fragili la propria linea politica.
Le ‘movide’, ossia l’esaltazione dell’alcol e dei locali ad alto costo, alle quali i più umili non possono partecipare; il caso Bonsu, che mostra l’autorità dell’uomo bianco contro l’immigrato; la generalizzazione e l’esaltazione dell’ignoranza, tramite ordinanze discriminatorie quali quelle che differenziano gli esercizi commerciali che vendono Kebab dalle pizzerie d’asporto in merito alla vendita di alcolici. Tutto ciò viene colto in una maniera profondamente negativa da chi ancora non ha la capacità di distinguere completamente ciò che è bene da ciò che è male.
Io ho 18 anni e mi sento il diritto di poter trattare certi temi, temi prettamente legati al mondo giovanile, in quanto ne faccio parte e posso riportare una testimonianza diretta di una società giovanile estremamente diffidente, per usare un eufemismo, nei confronti degli immigrati e di chi è “diverso” economicamente o socialmente. Slogan fascisti e nazisti sono comuni più che mai tra i giovani e i giovanissimi. Già a 13-14 anni molti ragazzi, soprattutto maschi, lasciano scritte profondamente offensive per chi è diverso da loro sui banchi di scuola, sui muri o sugli autobus, svastiche ecc.
Credo che una politica responsabile, locale e non, debba accostarsi alle famiglie di questi ragazzi per combattere ciò che non va. Non possiamo permettere, e permetterci, che la futura generazione alla guida del paese sia caratterizzata da forme di razzismo sempre più violente.
Oggi dobbiamo porci un obiettivo chiaro se vogliamo vivere in un paese migliore: eliminare queste idee da America anni ’50 che si stanno sempre più impossessando dei giovani, facendo ragionare i ragazzi, ed educare in miglior modo coloro che non hanno ancora avuto la sfortuna di rapportarsi con certe realtà, i bambini.
Michele Pellerzi
Italia dei Valori Parma
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