“Per come è la Provincia oggi non mi sento il candidato ideale”

05/01/2009

Giampaolo Lavagetto, assessore del Comune di Parma ai servizi educativi e dirigente provinciale del PDL.
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Anno nuovo, vita nuova o vita vecchia dentro Forza Italia-PDL, intesa come rapporti interni al partito?
Come prospettive positive l’idea del PDL (così come del PD) è ottima nell’ottica della semplificazione del quadro politico nazionale.
Il problema è che vita nuova, prospettive nuove… ma vizi vecchi. Forza Italia si porta ancora dietro quei difetti sul territorio che purtroppo sono quelli che non le hanno permesso di sfruttare al massimo le sue potenzialità. C’è uno scarso rinnovamento del quadro dirigenziale ed una classe dirigente (nella quale mi ci metto anch’io senza problemi) ancora troppo presa da legittimi obiettivi personali che però fanno perdere di vista l’interesse più complessivo del movimento.
Tutto ciò provoca a cascata sul territorio uno sconforto, sbandamento ed una certa irritazione che purtroppo temo farà perdere al partito, se non si rinnova in breve tempo, gran parte delle occasioni che si presenteranno alle prossime elezioni.

Quindi il PDL rischia di perdere le prossime elezioni provinciali, anche se lei sarà candidato, considerato che da tempo è uno dei candidati più accreditati per conoscenza e consenso tra gli elettori?
Il fatto che ci siano voci che mi individuino come candidato spendibile alla Presidenza della Provincia mi lusinga; detto questo ho un’idea molto precisa di quello che è oggi la Provincia e di quello che dovrebbe, ma soprattutto non dovrebbe essere, una cosa ben diversa rispetto a ciò che fino ad oggi le forze politiche locali stanno proponendo. Questo rende assi difficile una mia candidatura all’interno degli schemi di coalizione e alle logiche di partito.
Io sono dell’idea che la crisi economica che anche abbiamo di fronte debba essere affrontata con una forte competitività economica ma soprattutto con un rilancio dell’identità e del senso di appartenenza del territorio. L’ente Provincia, per come è oggi strutturato e gestito, non serve a questo, anzi è di ingombro.
Se il Governo nazionale o il Parlamento non le abolirà in tempo utile, prima delle elezioni da parte della classe dirigente locale servirebbe un patto d’onore per decidere un forte suo ridimensionamento in termini di funzioni interne ed un rilancio delle funzioni verso l’esterno per realizzare quelle necessarie sinergie extraterritoriali.
Noto che le forze politiche o non sono interessate a questo o non sono all’altezza: il centrosinistra, in difficoltà enorme ed in crisi di identità, pensa alle provinciali per aggrapparsi all’ultimo centro di potere e di dispendio di denaro pubblico che ha a livello locale; il centrodestra è afflitto da divergenze interne che non gli consentono di avere la lucidità necessaria per un progetto di questo tipo.
Paradossalmente ci sarebbero le condizioni ideali per un progetto nuovo, fuori dagli schemi che possa suscitare interesse… ma il tempo stringe.

A livello di alleanze si sente pertanto il candidato del “modello Parma” piuttosto che della coalizione “PDL-Lega”?
A livello locale sono coerente con la filosofia sulla quale ci basiamo noi a Parma. Ma non ne faccio un problema di chi ci debba o non debba essere, ma un problema di cosa vogliamo fare. Non credo ad uno scontro ideologico o ad uno scontro per gestire la Provincia per quello che essa è oggi. Anche vincendo, non avremmo fatto un buon servizio ai nostri cittadini; quindi, se questa fosse la strada, non sarei il candidato ideale perché non riterrei giusta questa impostazione.
Dopodichè, io sono abituato ad andare fino in fondo ed a spendermi, anche in modo assoluto, per ciò in cui credo, indipendentemente dalle difficoltà che incontro. C’è bisogno di una riduzione dell’ingerenza dei partiti e del dispendio di energia dell’ente Provincia, di rivedere le sue funzioni, devolvendone la stragrande maggioranza ai Comuni (e quindi devolvendo risorse economiche e personale); ritengo che dieci assessori provinciali per governare un Ente che per lo più fa cose già fatte da altri sia qualcosa che offende l’intelligenza dei cittadini. Di assessori ne basterebbe meno della metà.

Cosa dovrebbe fare la Provincia?
Dovrebbe svolgere poche funzioni dirette sul territorio, ad esempio la gestione delle problematiche legate all’ambiente, il coordinamento delle grandi infrastrutture e il miglioramento della viabilità, devolvendo il resto agli altri Enti locali.
Poi dovrebbe proiettare tutte le sue energie per ricercare sinergie con i territori limitrofi. Sotto questo aspetto mi affascina l’idea di Ubaldi di creare alleanze tra territori medio piccoli in cui si mettono insieme alcune finzioni pur mantenendo ciascuno la propria identità per creare macroaree più competitive. Della proposta di Elvio, però, mi lascia perplesso il fatto che ciò debba essere fatto con un accordo tra partiti che gestiscono insieme un Ente. Prima del voto si condivida la nuova filosofia dell’Ente e poi ci si cimenti con le migliori proposte; non mi convince l’idea di partiti che gestiscano insieme un’amministrazione pubblica senza opposizione.

Se lei non si fosse il candidato ideale… lo si potrebbe trovare forse nella lista civica promossa dai riformisti-Udc-Civiltà Parmigiana?
Ritengo che allo stato attuale la loro proposta sia ancora troppo debole ma è un buon segnale in un quadro di immobilismo dei partiti locali.
Però mi permetto un suggerimento: questa lista può avere successo se riesce ad essere al centro dell’attenzione, a non farsi schiacciare tra le due coalizioni e ad esprimere un progetto ed il candidato opportuno. Servono coraggio e coerenza ed un programma specifico per il territorio, perché non basta richiamarsi al “modello Parma” solo perché alcuni protagonisti sono gli stessi o perché si fa la semplice somma delle forze che governano la città. E poi, ripeto, deve avere la forza di esprimere il candidato. Al loro interno le personalità adatte non mancano.

“Parma che verrà” quale relazione potrebbe avere con questa lista, sempre che vada in porto?
Il fatto che ci si richiami all’esperienza di Parma crea già una buon inizio.
Già alla fine di gennaio “Parma che verrà” sarà protagonista. Io stesso voglio essere un protagonista di questa proposta di rinnovamento del governo del territorio, ma essere protagonisti con la proposta è ben diverso dall’essere protagonisti come candidato
Io mi trovo molto bene qui in Comune e mi appaga quello che sto facendo… e poi nessuno mi ha chiesto di fare altro. Io vivo la politica come dovere verso gli altri e per far si che la mia comunità possa cogliere le occasioni di miglioramento che le si presentano. Farò, quindi, il possibile perché ciò possa avvenire.

E per quel che riguarda il rimpasto di cui si inizia a parlare? Dalle notizie apparse sulla stampa pare che lei non dovrebbe essere oggetto di rimpasto…
… maliziosamente qualcuno potrebbe dire che mi sono già rimpastato da solo…

Esatto! A proposito, adesso che il bando di Engioi si è concluso senza particolari clamori, si riprenderà la delega dell’Agenzia al Benessere giovanile?
Capisco che la coincidenza tra la mia decisione e una certa attività amministrativa di quell’agenzia possa avere fatto credere che questo fosse il motivo… in realtà io sono una persona che vive la politica con pieno spirito di servizio, il che significa che ci metto l’anima e mi assumo tutto le responsabilità senza scaricarle su altri. Per fare questo ho bisogno di obiettivi certi e di quell’indipendenza di azione affinchè mi possa assumere appieno queste responsabilità.
Ad un certo punto sul futuro dell’Agenzia alcuni aspetti non mi erano ben chiari e quindi ho rimesso la delega nella mani del sindaco che ritengo abbia la visione più completa delle strategia dell’amministrazione. Oggi spetta a lui assumere tutte le decisioni.
Per quanto riguarda l’assetto futuro della giunta ho piena fiducia che Vignali saprà assumerà le decisioni migliori.

Su Vignali stanno uscendo notizie relative ad un suo ampio consenso. Condivide?
Non avevo dubbi, in quanto lo conosco bene come amministratore da sette anni. Non avevo bisogno di conferme. Come sindaco è dotato di una capacità amministrativa fuori dal comune: ha intuito, coraggio nell’innovazione e soprattutto quell’ambizione che è indispensabile per fare l’interesse della città.
Come Primo Cittadino a Pietro do un voto pari a 8. Per dargli 10 deve completare l’opera sul piano politico. La lista unica è stata un’innovazione straordinaria sul piano nazionale; è tale quando può contare su una leadership carismatica forte dotata di grande sensibilità politica. Queste sono caratteristiche che Vignali ha e che non tarderà a mettere in mostra.

L’anno prossimo insieme alle amministrative ci saranno anche le elezioni europee. Qui, sempre stando alle indiscrezioni, un nome che va per la maggiore per il PDL è quello di Luigi Villani. E’ pronto a sostenerlo?
Io sono assolutamente convinto che i partii siano importati e non ho difficoltà a schierarmi a livello nazionale con il PDL che è il partito che è meno distante dalla mie idee, purtroppo non posso ancora dire il più vicino.
Il mo ruolo a livello locale l’ho separato dalle questioni di appartenenze ideologiche; alle Europee è in ballo l’interesse di un partito ma per un’istituzione che è percepita dagli elettori come molto lontana. E’ sicuramente una competizione nella quale farò la mia parte ma penso che sarà difficile per noi amministratori locali poter dare quel sostegno totale che i cittadini potrebbero non capire.
Ritengo, però, che potrà essere utile per Parma avere un suo esponente in Europa e quindi, se ci sarà l’occasione, mi impegnerò affinchè il mio territorio possa anche cogliere quell’opportunità.  

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