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28/01/2011
h.16.20
“E’ vostro diritto creare una base di conoscenza per non entrare a mani nude nel mondo del lavoro, come è capitato ai nostri nonni”. L’assessore alla Formazione professionale della Provincia Manuela Amoretti parla ai ragazzi del Nof, minorenni che rischiano o vogliono abbandonare la scuola. L’incontro nell’aula Magna dell’Ispia è con un centinaio di loro accompagnati da tutor, insegnanti e coordinatori dei centri di formazione. L’occasione è quella di vedere insieme il corto, realizzato all’ente Forma Futuro, in cui altri ragazzi come loro raccontano una storia comune: la crisi nel rapporto con la scuola, l’abbandono, poi il corso di formazione per arrivare alla qualifica. Le voci sonodi Carlo, Mustafà, Andrea, Federico, Guryot e altri, si cimentano su pezzi di un motore e ascoltano i consigli di un tutor che insegna sì a lavorare ma anche “ad avere un certo comportamento”.
“Tutti i ragazzi sono nostri e non ne vogliamo perdere nemmeno uno – dice Adriano Cappellini dirigente dell’Ipsia in veste di padrone di casa – noi usiamo spesso parole che non vi corrispondono come dispersione, voi non siete dispersi, siete qua perché pensiamo che abbiate diritto a mettere alla prova la vostra responsabilità”.
“Vogliamo dare valore a quello che state facendo, ed è per questo che lavoriamo per darvi strumenti con i quali costruire la vostra strada, darvi i mezzi per stare dentro un modo che cambia a una velocità incredibile – dice Amoretti – E’ giusto che sappiate che per quelli di voi che hanno iniziato questa esperienza la nostra comunità mette a disposizione 4 ml di euro. Anche questo vi dice quanto teniamo a voi e vi indica anche la responsabilità che avete verso tutta la comunità”.
Con quei 4 ml di euro, la Provincia ha finanziato nel 2010, le opportunità formative per l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione-formazione per circa 400 ragazzi, giovani tra i 15 e i 18 anni che hanno frequentato i corsi tenuti dagli enti di formazione del territorio. E’ questo il modo con cui si prova “ad agganciarli” per non “perderli”, offrendo loro una strada diversa da quella della scuola: dopo un anno di scuola secondaria di secondo grado lo studente può infatti scegliere di iscriversi a un percorso di formazione professionale in un ente accreditato. I percorsi durano due anni, portano al raggiungimento di una qualifica professionale e permettono di inserirsi nel mondo del lavoro a breve termine. Tutti questi ragazzi hanno insomma la possibilità di acquisire competenze operative e professionali specifiche da spendere nel mondo del lavoro.
Nell’incontro di oggi si sono potuti ascoltare anche i racconti degli adulti che seguono i ragazzi. Simona De Masi, tutor dell’Enaip e coordinatrice parla dell’obiettivo del suo lavoro che definisce “non facile”, ed è quello che “tutti i ragazzi arrivino alla qualifica e acquisiscano competenze di base, etiche e di cittadinanza”.Tania Ablondi tutor alla Formart parla dei ragazzi e della loro ricerca di “poter dimostrare quanto si ha da dare, quanto ciascuno ha da investire in quel progetto”. Alessandra De Vivo, tutor d’aula al Ciofs ha raccolto le loro impressioni che legge alla platea “La tenuta è il problema maggiore ma le impressioni sono positive”. Giorgio Sama, coordinatore e tutor di Forma Futuro racconta la vita dentro la scuola di formazione. “Su duecento studenti meno della metà sono italiani, vengono da tutto il mondo, in corridoio si parlano tante lingue”. In questo luogo speciale, “di incontro privilegiato, che non ha nulla da invidiare a una scuola londinese o parigina”, c’è anche una classe di 20 studenti tutti stranieri. Federica Perri, insegnante dell’Ipsia e di Forma Futuro li segue e parla di “un’esperienza profonda per la conoscenza di tanti vissuti diversi ”ammettendo: “ho dovuto reinventarmi il modo di insegnare e scoperto la didattica interculturale”. Michela Paradiso, tutor all’Enac, riporta le parole con cui i ragazzi descrivono l’evoluzione della loro esperienza e condizione: “il braccio di ferro diventa una stretta di mano, i raggi di una ruota di bicicletta indicano l’unione della classe e l’acqua alta in cui si sentono oppressi piano piano si abbassa ”.
“Non vi molliamo nemmeno quando avrete terminato questa esperienza – dice loro Amoretti – I servizi per il lavoro della Provincia, i Centri per l’Impiego sono a disposizione per mettervi in contatto con aziende che possono cercare la professionalità che vi siete costruiti”.
I Nof: alcuni dati
Crescente, negli ultimi anni, la partecipazione all’iniziativa: dai 249 iscritti nel 2007 si è passati ai 399 del 2010. Nel complesso 1339 gli iscritti dal 2007 al 2010. La partecipazione è un segnale importante, ed è un riconoscimento indiretto dell’efficacia del sistema formativo per l’assolvimento del diritto/dovere: con risposte personalizzate alle esigenze dei giovani del territorio. Un territorio in cui il tasso di scolarità è comunque alto (in media poco meno del 90% tra i 14 e i 18 anni) ma com’è ovvio si abbassa con il crescere dell’età: se per i quattordicenni si aggira intorno al 97% (98,3% nel 2008-2009), per i diciottenni scende al 74,4% (75,5 nel 2008-2009). Un territorio in cui la
Uno sguardo sulla dispersione scolastica/formativa: i dati del Servizio Nuovo obbligo formativo (Nof) della Provincia
Attraverso il monitoraggio sui segnalati dalle scuole medie e superiori, e attraverso l’attività di colloqui individuali, il servizio Nof (Nuovo obbligo formativo) dei Centri per l’impiego della Provincia è impegnato a contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e formativo. Nel corso del triennio 2008-2010 il Servizio Nof ha ricevuto dalle scuole complessivamente 2078 segnalazioni di alunni “a rischio abbandono”, 1249 maschi e 829 femmine. Alle famiglie di quegli alunni è stata inviata una lettera informativa sui servizi di accompagnamento e orientamento alla scelta dei centri per l’impiego. Le famiglie sono state contattate telefonicamente per un monitoraggio diretto sulla scelta dichiarata dai giovani coinvolti.
Tra il 2008 e il 2010 Il Servizio Nof ha svolto colloqui individuali di orientamento ai Centri per l’Impiego per 1395 ragazzi che si sono rivolti al Servizio o spontaneamente o segnalati dalla Rete Territoriale.
Gli utenti del servizio Nof si suddividono pressoché equamente tra maschi e femmine. Più del 60% ha tra i 16 e 17 anni. Circa il 70% è di nazionalità Italiana. La nazionalità più rappresentata dopo quella italiana è quella Albanese con un 4%. Le altre nazionalità pesano per circa il 24%.
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Segnalazione:
“Vignali vincerà ancora le elezioni, con i voti della Lega”
Intervista al direttore della Gazzetta di Parma Giuliano Molossi: “Ho scommesso con Ubaldi che sarà lui a candidarsi contro Vignali. Bernazzoli è il candidato più forte che ha il PD”.
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