“Perché mi candiderò con l’Italia dei Valori”

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24/04/2009
h.10.30

Max, vogliamo dare l’annuncio ufficiale: Pinardi sarà candidato alle provinciali per l’Italia dei Valori. Confermi?
Sì, confermo la candidatura con l’Italia dei Valori alle prossime elezioni provinciali in appoggio, netto e convinto, a Vincenzo Bernazzoli.

All’inizio avevi dato fiducia al progetto del PD. Cosa ti ha convinto ad abbandonarlo e a sposare quello di Di Pietro?
Il discorso/manifesto di Veltroni al Lingotto di Torino del giugno 2007 per disegnare il profilo culturale e politico del Partito Democratico mi aveva convinto come, credo, avesse convinto milioni di italiani. C’era molto entusiasmo in quel periodo tant’è che ho partecipato al comitato promotore del PD con tante persone, giovani soprattutto, che non avevano avuto esperienze politiche prima di allora.
Per il Centrosinistra, col PD, sembrava l’avvio di una stagione di profondo rinnovamento nei modi di fare politica e per selezionare la classe dirigente. Veltroni aveva dato, allora, un forte impulso al cambiamento introducendo metodi nuovi e di apertura al popolo, mi si passi questa bella parola, nella individuazione della leadership; la stagione delle primarie è stata davvero unica e irripetibile per l’entusiasmo e la partecipazione che ha suscitato.

Però poi cosa è successo?
Sono stati commessi gravi errori politici che hanno provocato la crisi di governo prima e la rimessa in sella di Berlusconi poi. E pensare che fino a pochi minuti prima della sua uscita in Piazza San Babila sul “predellino” in quella giornata fredda dell’inverno 2007, Berlusconi era stato scaricato repentinamente da Fini e da Casini e si trovava in uno stato di coma, prossimo ad abbandonare la scena della politica italiana.
I guai del PD nascono da lì. Di Pietro ha il merito di essere molto chiaro nella sua opposizione dura e severa nei confronti della politica del Governo Berlusconi. I primi atti del Governo sono stati quelli di varare, ancora una volta, riforme ad personam. Il lodo Alfano ne è un esempio. L’unico Paese democratico dove non possono essere indagate e processate le più alte cariche dello Stato è l’Italia. Negli altri stati democratici solo il Re, la Regina e il Presidente della Repubblica (per la durata del mandato) non possono essere oggetto di indagine da parte della magistratura. Per il Premier e i ministri invece la magistratura può indagare. Di Pietro non solo si è giustamente opposto in Parlamento ma, dopo l’approvazione di questa legge, ha promosso la raccolta delle firme per il referendum abrogativo, riscuotendo un enorme successo.
In questo momento Di Pietro è l’unico che fa opposizione seria e determinata e dice cose che la gente capisce.

Di Pietro è per l’appunto il partito più antiberlusconiano per definizione… tu fino a due anni fa eri in Civiltà Parmigiana in maggioranza in Comune di Parma con Forza Italia… Nessuna contraddizione?
Dunque, andiamo per ordine. Fino a due anni fa c’era Ubaldi che amministrava, forte del consenso del popolo di Parma. Il pallino l’aveva in mano indubbiamente lui.
Forza Italia era in maggioranza, certo, ma le leve strategiche per il governo della città erano saldamente nelle mani della componente civica del Sindaco. La mia scelta era legata alla condivisione del programma amministrativo, un programma che in nove anni ha cambiato,in positivo il profilo della città di Parma tant’è che ha riscosso grandi consensi, in larga parte dell’elettorato parmigiano di centrosinistra. Ubaldi ha raccolto pure apprezzamenti di leader politici
nazionali come Letta (Enrico) e lo stesso Veltroni. Diciamo che mi trovavo in buona compagnia anche per i positivi giudizi che i politici nazionali di centrosinistra esprimevano sull’amministrazione comunale di cui facevo parte. Le dirò di più. L’ on. Corsini del PD, già sindaco di Brescia, mi fece i complimenti di persona per la buona amministrazione di Parma in
occasione di un convegno sul decentramento che si svolse nella sua città nella primavera del 2006.

Cosa ti convince di Bernazzoli?
La sua vita da mediano. Voglio dire che è uomo che ha il senso della misura e quindi concreto e pragmatico. Un mediano di ampie vedute che sa stare in mezzo al campo e macinare chilometri . E’ con questi giocatori che si vincono le partite.
E poi trasmette tranquillità e affidabilità e in un momento come questo avere punti di riferimento è importante.

Come vedi queste elezioni provinciali: chi la spunterà? Dico di più: hai il coraggio di dare le percentuali di tutti i candidati al primo turno: Bernazzoli, Libè, Lavagetto, Aiello, Zanettini, Zibana? E poi anche quelle del ballottaggio?
Dare i numeri non mi sembra il caso. Ci sono le società specializzate per queste cose. I sondaggi fatti con rigore e metodo lasciamoli a loro.
Girando molto il territorio provinciale, i mercati infrasettimanali in particolare, l’aria sembra tirare a favore di Bernazzoli. Vincerà lui anche se in questo momento il centrosinistra non vive il suo momento migliore. E noi dell’Italia dei Valori gli daremo una bella mano.

Si comincia a sentire dire che l’Italia dei Valori esprimerà il vice presidente della Provincia in caso di vittoria di Bernazzoli… Non sarà mica Massimo Pinardi?
In politica il mai non esiste.
Per quanto mi riguarda sostengo lealmente Bernazzoli, auspico che l’Italia dei Valori prenda molti voti per avere i consiglieri provinciali, e le condizioni ci sono, e per portare il proprio contributo di idee e persone nel governo della Provincia. Ci sono donne e uomini di valore che hanno i titoli per concorrere ad amministrare la Provincia e i Comuni del territorio parmense.
L’Italia dei Valori sarà un forte partito della coalizione che sostiene Bernazzoli e lui non potrà che essere contento di avere al suo fianco un partito affidabile e serio.

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