Petizione contro nuovo Tardini, Parma Città Pubblica: “Caro sindaco Guerra, chiediamo trasparenza e cautela”

Prendiamo atto dalle pagine della Gazzetta di Parma della risposta quantomeno irriverente del sindaco e degli assessori nei confronti degli 8.241 cittadini firmatari della Petizione “Fermiamo il progetto di demolizione e ricostruzione dello Stadio Tardini”.

Pur essendo ormai consapevoli della pervicacia con la quale l’amministrazione sostiene la proposta progettuale della società Parma Calcio 1913, troviamo davvero inaccettabili le modalità con cui si ritiene di poter liquidare la puntuale espressione di volontà popolare rappresentata dalla petizione. Quello che è avvenuto con la raccolta delle firme è un’importante pagina per la nostra comunità, che chiede di essere protagonista nelle scelte di trasformazione del proprio luogo di vita, e decidere del proprio futuro. Invece, ancora una volta, non troviamo una parola di riconoscimento per l’esperienza democratica vissuta dalla città; all’opposto, si ringrazia più volte la società calcistica della disponibilità ad ascoltare l’amministrazione (bontà loro), eleggendo il Parma Calcio a unico interlocutore dell’amministrazione pubblica, e non gli 8.241 cittadini firmatari.

A precisi e gravissimi rilievi di carattere tecnico, che dimostrano l’insostenibilità ambientale, sociale, economico finanziaria e sul piano della mobilità e della sicurezza del progetto, si risponde con la promessa di irrisorie migliorie, che non risolvono nessuno dei gravi problemi di fondo.

Si millanta di poter garantire vincoli nelle destinazioni d’uso del complesso e dei suoi spazi commerciali o di poter impedire speculazioni edilizie future.
Non si possono imbrogliare i cittadini sottacendo che, una volta riconosciuto l’interesse pubblico e firmate le concessioni, si autorizza di fatto un iter privilegiato nel quale gli esiti del progetto ed il futuro utilizzo del complesso sfuggiranno al controllo dell’amministrazione, soprattutto a causa della sciagurata Legge stadi. Sappiamo tutti che non c’è convenzione che tenga e che le ragioni economiche del concessionario, ne abbiamo esperienza, alla fine prevalgono sempre. Permettendo la demolizione e la costruzione di uno stadio a vocazione commerciale con parcheggio interrato privato, la collettività firma una cambiale in bianco, perdendo la sovranità su quell’area pubblica per svariati decenni.  Non a caso il sindaco, dopo averci rassicurati sul destino della scuola Puccini Pezzani, apre una prospettiva sul Parco Ferrari. Lo ridurranno ad un’area privata con campetti da calcio a pagamento? L’ennesimo scippo, l’ennesima privatizzazione di spazi pubblici?

Ci si nasconde e ci si tacita la coscienza vantandosi di aver realizzato un processo partecipativo, sulla qualità del quale non vorremmo ritornare e dei cui esiti per altro non si capisce in che modo si terrà conto. Abbiamo gli elementi per definire già ora linee guida precise di rigenerazione, nel rispetto del progetto esistente e dell’ambiente, ma ancora una volta si resta nel vago e si preferisce demandare tutto alla società privata.

  Si insiste ad attribuire alla petizione la richiesta di delocalizzazione dello stadio.
La Petizione non nomina neppure la delocalizzazione! Si confondono le carte per distogliere l’attenzione da una innegabile realtà: si pretende di attribuire interesse pubblico ad un progetto ignorando volontariamente qualunque valutazione del suo impatto sociale, ambientale, economico finanziario e viabilistico.

Il pubblico interesse dipende dal progetto e dalla situazione economica del proponente: due questioni su cui invece si continua a muoversi con leggerezza imbarazzante.

Dispiace non poter condividere il grande ottimismo del sindaco Guerra: restiamo convinti che prima di concedere gratuitamente un bene pubblico per decenni, si dovrebbe essere assai più cauti.

Confidiamo nell’impegno assunto dal Presidente del consiglio comunale Michele Alinovi di garantire trasparenza e serietà nell’iter assegnato alla petizione e ascolto ai suoi sostenitori.

Comitato Tardini Sostenibile
Manifattura Urbana
Parma Città Pubblica APS

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