Priamo Bocchi: “L”occupazione culturale di San Antonio Gramsci c’è stata, eccome! Oggi il controllo è esercitato tramite i canoni della sinistra politicamente corretta”

Priamo Bocchi

Priamo Bocchi, esponente di Fratelli d’Italia di Parma, è intervenuto durante il dibattito del webinar “Egemonia culturale: gli intellettuali di Antonio Gramsci ai tempi degli influencer” che ha visto come relatori Sergio Manghi, Renzo Rossolini, Massimo Rutigliano, Michele Guerra, Andrea Massari, l’influencer parmigiana Ilaria Milite con 250.000 follower su Instagram.

“Ho subito l’egemonia culturale? Nel mio percorso personale potrei anche dire di sì. A 14 anni avevo già maturato idee precise in un liceo molto orientato, e fui costretto a cambiare scuola perchè mi sbilanciai su alcune questioni. Ma le mie vicende interessano poco…”.

Esordisce così Priamo Bocchi.

“Sulla durata dell’egemonia culturale della sinistra, che l’assessore Guerra fissa dalla fine della guerra all’assassinio di Aldo Moro (leggi), si può discutere, ma è innegabile che ci sia stata, anche per demeriti della destra alla quale la cultura è sempre interessata poco.

La destra è sempre più stata piazza e urne, mentre la sinistra occupava le redazioni, le scuole, le università, a volte la sagrestie, le case editrici. Questa egemonia culturale di gramsciana memoria si è avvertita, eccome!

Dopo la santificazione di San Antonio Gramsci alla quale ho assistito, con tutto il rispetto che si deve a un intellettuale, a un ideologo, a un martire (ricordiamoci che fu anche questo), non dimentico che Gramsci fu un leninista convinto, che teorizzò una forma di totalitarismo che fu più feroce di quello di cui fu vittima.

Lo dico da conservatore, Gramsci fu un demolitore delle tradizioni italiane civile, religiosa, letteraria: c’è una ricca aneddotica sulle opinioni che Gramsci espresse su Dante, Manzoni, Foscolo e Petrarca, fino ad arrivare a Ungaretti che definì un mediocre buffoncello.

Cosa resta dell’egemonia del Partito comunista prima e della sinistra progressista e radical oggi? Rimane un’egemonia culturale senza cultura, senza idee o senza grandi autori… rimane un controllo attraverso i canoni del ‘politicamente corretto’ e del pensiero unico non solo della sinistra italiana ma dell’intero Occidente esercitato su ogni forma di pensiero, per cui se non ci si adegua o conforma a questo canone del nuovo catechismo del politicamente corretto in automatico si è screditati o espulsi da ogni tipo di dibattuto.” AM

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