Dopo il bestiale attacco terroristico subito da Israele lo scorso 7 ottobre abbiamo assistito ad una terrificante ondata di antisemitismo in tutto il mondo e anche in Italia.
Slogan, graffiti, cori, minacce, intimidazioni e attacchi violenti contro gli ebrei e gli israeliani sono diventati una nuova tendenza. Anche a Parma vi sono state manifestazioni che, col pretesto di promuovere la pace e i diritti umani, hanno in realtà alimentato quella narrazione tossica che continua a spargere odio contro Israele e contro gli ebrei.
Lo stesso comune di Parma, all’interno del Festival della Pace dello scorso novembre, ha patrocinato un incontro pubblico tenuto dalla vice direttrice de Il Manifesto, quotidiano che nella propria testata si definisce “comunista”, nel quale gli israeliani sono stati rappresentati come colonialisti, oppressori, imperialisti, fuori dalla storia. Espressioni ricorrenti come “colonizzazione”, “apartheid”, “genocidio”, “pulizia etnica”, riferiti all’unica democrazia di quell’area, trovano la sintesi nello slogan che anche qui a Parma abbiamo sentito echeggiare ovvero “dal fiume al mare Palestina libera”. Già, perché il vero obbiettivo di taluni è questo: cancellare Israele negandogli il diritto a difendersi e ad esistere.
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Che oggi la sinistra abbia un problema con l’antisemitismo lo si era capito ed una conferma l’abbiamo avuta durante il consiglio comunale del 29 gennaio quando la maggioranza ha deciso di non votare la mia mozione che invitava il comune di Parma ad adottare la definizione di antisemitismo elaborata dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) come già fatto da diverse regioni e comuni italiani.
Le motivazioni addotte per non sostenere la mozione sono state risibili e hanno visto il capogruppo del Partito Democratico compiere un tortuoso slalom all’insegna de “l’antisemitismo va condannato ma…”. C’è sempre un ma, un però, insomma, che impedisce al PD di assumere una posizione chiara su certe questioni che dovrebbero invece trovare il consenso unanime delle forze politiche. L’impressione è che la sinistra, o una parte significativa di essa, ami molto gli ebrei morti ma detesti quelli vivi che non si lasciano sopprimere. E alla fine, annaspando nelle acque confuse dell’ambiguità, non trova di meglio che aggrapparsi alla solita, ossessiva e sgonfia ciambella dell’antifascismo.
Facendo, a soli due giorni dalla Giornata della Memoria, una pessima figura.
Priamo Bocchi
capogruppo consiglio comunale Fratelli d’Italia