Profumo di Natale

Non è Natale senza gli anolini
sia per i grandi che per i piccini
alle sfogline va la gratitudine e la stima
perché iniziano a lavorare settimane prima.
In ogni casa c’è un gran da fare
e tutti vogliono collaborare
ma la regia è nelle mani delle brave “rezdore”
che ci mettono passione e tanto cuore.
Vanno su e giù come un treno
per preparare in anticipo un buon ripieno
che è diverso tra i paesi e le città
e differenzia questa straordinaria specialità.
Non può mancare il pan grattato
che nel sugo di stracotto va scottato,
e’ indispensabile una buona dose di parmigiano
affinché il sapore sia davvero nostrano.
Ogni famiglia ha la sua preferenza
se aggiungere la carne o farne senza,
in tutta la provincia la provincia c’è una gran competizione
per rispettare del tutto la tradizione,
e così per completare uova e noce moscata
che con parsimonia va grattugiata.
Tutti corrono in cucina a veder la fontana di farina
dove cascano tante uova
che procurano un’emozione sempre nuova;
con le mani si fa un grande impasto
che preannuncia un luculliano pasto.
Nel frattempo si prepara il brodo
e anche in questo ognuno ha il suo modo,
c’è chi utilizza del buon manzo e del cappone
e chi usa anche la testina o il salame per la sua preparazione;
che goduria veder stendere la sfoglia
fa nascere in tutti una gran voglia,
c’è un bambino che vorrebbe con un dito assaggiar la farcitura
ma lo sguardo della cuoca gli mette una gran paura;
piovono sulla sfoglia del ripieno tanti pallini
e finalmente si possono chiudere gli anolini
che hanno la forma di un dischetto senza frangia
e con gli occhi già qualcuno se li mangia,
ma nel brodo borbottante vanno cotti
per soddisfare i palati dei più ghiotti.
Quando la rezdora porta la zuppiera fumante a tavola
per tutti inizia un pranzo da favola
e son sempre tanti i bis e le richieste
per mangiarne ancor di più durante le feste,
perché l’anolino e’ il principe della cucina parmigiana
e non c’è paragone con gli altri primi della tradizione emiliana

Elvis e Raffaele

perlavalbaganza