29/03/2013
h.15.20
Apprendiamo (clicca qui) che pochi giorni fa tecnici di Arpa e Carabinieri del Noe hanno effettuato diversi controlli presso la sede dello stabilimento Laterlite di Rubbiano.
In seguito ai rilevamenti, la Provincia di Parma ha dovuto diffidare l’azienda (clicca qui) per la non corretta gestione di centinaia di metri cubi di sottoprodotti/rifiuti all’interno del perimetro dello stabilimento stesso.
Ovviamente noi non ci addentriamo nello specifico, gli organismi di controllo si occuperanno di verificare la situazione e di compiere ulteriori accertamenti, ma ciò che noi vogliamo rimarcare con forza è la necessità di una presenza puntuale e costante della politica e degli amministratori locali, nell’affrontare un tema importante e scottante, che riguarda l’ambiente, la salute e la tutela del territorio.
Siamo ancora in attesa che dalla Provincia, che ha provveduto con grande celerità a rinnovare l’autorizzazione all’azienda per il coincenerimento di rifiuti pericolosi, arrivi la pubblicazione dell’Aia (il documento di autorizzazione integrata ambientale) a tre mesi dalla conclusione della conferenza dei servizi, in pieno contrasto con la dichiarata trasparenza annunciata durante la pubblica assemblea di novembre a Rubbiano.
Ci aspettiamo del resto anche una forte presa di posizione da parte dei sindaci, che in qualità di responsabili del territorio e della salute dei cittadini dovrebbero insistere per avere dalla Provincia questo importante documento, che regola le attività di un’azienda dalle conclamate criticità ambientali.
Siamo davvero preoccupati per questa situazione poco chiara, siamo semplici cittadini che chiedono risposte e si preoccupano del loro territorio, su cui Laterlite riversa 100 mila metri cubi all’ora di emissioni contenenti pericolosi inquinanti le cui conseguenze per l’ambiente e la salute sono del tutto incerte, non potendo per nulla escludere effetti negativi, come ribadito dal dott. Pirondi.
La scorsa settimana, durante un convegno organizzato dal circolo Il Borgo sulla gestione dei rifiuti, abbiamo visto gli stessi protagonisti della procedura autorizzativa di Laterlite, illustrare il piano di biomonitoraggio e di ricerca epidemiologica che verrà applicato all’inceneritore di Parma.
Perché a Rubbiano non si fa nulla?
Perché a Rubbiano, dove insiste un coinceneritore di rifiuti pericolosi da oltre un decennio, non si prevede uno stesso piano di controllo e verifica?
I cittadini di Fornovo, Rubbiano, Medesano, Varano, valgono forse meno di quelli di Parma?
Domande, interrogativi, questioni di primaria importanza.
Vorremmo risposte dalle istituzioni, che noi intendiamo come alleate dei cittadini, della salute, e dell’ambiente.
Ci pare invece, di non poter notare apprezzabili miglioramenti, le recenti elezioni hanno dimostrato una decisa voglia di cambiamento che noi vorremmo cominciasse proprio da una maggiore cura e attenzione nelle vicende che toccano l’ambiente e la salute dei cittadini, non più disponibili a concedere deleghe in bianco su scelte di estrema importanza come quelle ambientali.
Comitato Rubbiano per la Vita