Quarantadue anni dallo scoppio del Cattani, Parma ricorda le vittime

Coltivato e curato come un patrimonio collettivo: così è alimentato e custodito il ricordo delle vittime e della tragedia che sconvolse Parma il 13 novembre 1979, annunciata con un doppio boato e consumata con tre piani di Ospedale Cattani crollati a terra e tre reparti collassati. In modo analogo, matura, grazie alle cure dell’associazione Sodales, il bosco del Ricordo, con un numero crescente di alberi e cespugli a dimora all’ingresso di via Volturno.

Erano le 14.30: Cardiochirurgia, Gastroenterologia e Rianimazione, con la loro vita frenetica di reparti ospedalieri in piena attività, in pochi minuti sono ridotti a terra; con le ore, in un avvicendarsi di ricerche affannose, scavi e speranza, arriva a ventuno la conta delle vittime, uomini e donne tra operatori, pazienti e famigliari.
“Quelle ventuno vittime che ogni anno ricordiamo con famigliari, amici e colleghi – riprende il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi -rinnovando l’auspicio che competenze e capacità migliorino di continuo il sistema della sicurezza”.

“La comunità oggi – grazie all’impegno assiduo dell’associazione Sodales – promuove la condivisione del bosco del ricordo partecipando alla cura dello spazio attorno all’Ospedale e riappropriandosi del ruolo di custode degli spazi da condividere, per il benessere di chi vi si trova al lavoro, per cura o per accompagnare una persona cara”, ha sottolineato il presidente Fabrizio Savani.

Al termine del beve ricordo, il bosco è stato arricchito con tre platani messi a dimora e presi in affido e cura dai volontari dell’Associazione Sodales.

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