“Questo piccolo grande amore”

14/02/2009

A due passi dal cuore e da Piazza del Popolo si incontrano e si innamorano Andrea e Giulia. Andrea è uno studente di architettura cresciuto in periferia, Giulia una liceale borghese viziata nel centro di Roma. Diversi per estrazione e frequentazioni, i giovani amanti imparano ad amarsi “giù al faro” e lontani dalle contestazioni degli anni Settanta.
Ebbri di “baci a labbra salate”, vivono spensierati la loro età e il loro sentimento fino a quando la vita non presenta loro il conto e una cartolina rosa. Partito per la leva, Andrea si strugge in caserma in attesa della licenza e del suo piccolo grande amore.
Costretti alla cattività, Giulia e Andrea provano a resistere alla lontananza e alla separazione, ritrovandosi e perdendosi “dentro il rosso di un tramonto”.
Riccardo Donna, in licenza dalla televisione, scende in piazza (del Popolo) e dirige un com’eravamo (innamorati). La contestazione anni Settanta con cui si avvia il film è armata di capelli lunghi, pantaloni a zampa e maglie strette e “fine”.
Gli sguardi e i volti sono giovani per sempre. Il tempo è passato (im)perfetto. Questo piccolo grande amore non è un film morale, non è generazionale e nemmeno nostalgico, è piuttosto un’operetta naïf, un racconto breve e lieve che si esprime istintivamente e ingenuamente come i suoi giovani protagonisti. Senza sobbalzi, rovelli o abissi, il piccolo grande amore di Donna ci consegna un segmento autobiografico leggero e musicale di Claudio Baglioni.
Mutuato dall’album omonimo del cantautore romano, Questo piccolo grande amore risemantizza le parole delle canzoni nei nuovi contesti visivi e nelle situazioni narrative che il film reinventa, trovando la freschezza della dislocazione.
Se però in Across the Universe la musica dei Beatles assumeva nuovi significati e trovava nuovi scenari di riferimento, la traduzione di Donna e Cotroneo non trasforma la lingua di partenza, mantendosi fedele al “soggetto” sviluppato e compiuto da Baglioni e ai luoghi (Porta Portese) e ai non luoghi (Stazione Termini) celebrati nell’album del Settantadue.
Questo piccolo grande amore è uno scioglimento sentimentale e suggestivo affidato allo sguardo mite e incantato del protagonista, prossimo al Gianni Morandi in divisa e in ginocchio da te, dei musicarelli di Ettore Maria Fizzarotti.
Giulia e Andrea un po’ si lasciano attraversare dall’ineluttabilità storica e un po’ si dibattono a colpi di chitarra, di disegni, di versioni tradotte dal greco e di esperienza da tradurre in vita.
Il regista torinese non osa. Forse non è necessario e si limita a narrare eloquentemente, concedendosi morbidi passaggi di poesia e uno sguardo angelicato sui corpi, esplorando soglie felicemente oniriche o di evasione. La voce “narrante” è quella di Baglioni che (cantando) incrementa la narrazione, approfondisce i pensieri, la passione e le confidenze degli amanti.
Amanti con la maglietta scollata e la faccia pulita che si prendono tutto il gusto “dei primi guai” e della stagione che stanno camminando.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
Clicca qui per conoscere la programmazione nelle sale di Parma.

lombatti_mar24