Venerdì 13 novembre scorso, sono stato alla Corale Verdi, all’incontro dedicato alla memoria di Stefano Lavagetto, Sindaco di Parma dal 1992 al 1998 a dieci anni dalla sua scomparsa.
Erano gli anni del ciclone di tangentopoli ad anche l’ultima giunta Lavagetto, che si fondava su una maggioranza Pds, Psi, Pri, Psdi, entrò in crisi.
Anche allora, di fronte alle dimissioni del sindaco ed alle pressioni della destra e destra civica, la richiesta come un refrain, “di un governo fuori dalle etichette, che si possa realizzare in tempi brevi, per fare fronte in primo luogo alle esigenze della città”.
Si sarebbe dovuto aprire ad una sorta di “giunta del sindaco” che per piacere a tutti avrebbe dovuto pescare qua e là, senza distinzione di schieramenti.
Sappiamo come poi è andata: 14 anni di giunte civiche/centro destra che hanno amministrato, ancora una volta, con metodi spartitocratici atti alla attenta cura del consenso più che “fare fronte in primo luogo alle esigenze della città”.
Amministrazioni che hanno portato all’ipoteca caricata sulle attuali e future generazioni di Parmigiani.
La mia non vuole essere un giudizio qualitativo-amministrativo delle giunte dell’ultimo quarto di secolo a Parma ma la richiesta di un dibattito aperto sul sistema dei partiti e corruzione che non si risolve nel dare la patente di “onesto” a tizio o caio…
Dovrebbe aprirsi in città senza reticenze, con una buona dose di pragmaticità laica, discussione ahimè disattesa nell’incontro del 13 Novembre.
Incontro che al netto della corretta e dovuta commemorazione del sindaco Stefano Lavagetto, è stato privo di capacità critica nell’individuare nell’ipocrisia che si cela nei partiti il germe stesso della corruzione, al di là della onestà dei singoli.
La corruzione, di fronte ad uno Stato terzo, può essere vinta ma il successo della corruzione continua per la relazione stretta con chi la deve contrastare.
Il sistema corruttivo non è esterno alla società, alle istituzioni e soprattutto all’economia, primo veicolo di corruzione sistemica.
La corruzione vive all’interno delle istituzioni senza bisogno di nascondersi ed i recenti “scandali” romani, quelli parmigiani o del resto d’Italia, sono solo prassi politica che ci accompagna sin dal dopo guerra.
E’ il sistema dei partiti, il sistema dei familismi e dell’occupazione e gestione dell’economia e finanza, il sistema delle partecipate, è l’improprio finanziamento alle associazioni tematiche, la cooperazione senza alternativa, la presenza politica nelle fondazioni dei partiti, parte importante della causa della corruzione.
Il sistema dei partiti legittima la corruzione che diventa istituzionale.
“Fare fronte in primo luogo alle esigenze della città”…
Tornando alle cose di casa nostra, leggo, il 24 Dicembre su Parma Daily, che Roberto Ghiretti apre al PD di Massimo Rutigliano, il quale “lancia la proposta di un patto per Parma che avesse come solo e unico obiettivo quello di anteporre il benessere della nostra città a qualunque altro tipo di considerazione”, insomma, ancora una volta qualcuno, un unto del Signore deve “fare fronte in primo luogo alle esigenze della città”…
Di tutta risposta, Massimo Rutigliano, replica dicendo “ ben venga la candidatura di Roberto Ghiretti, i vecchi schemi della politica vanno superati. La gente è stufa di chi si presenta per accordi nei salotti. Vedo in Ghiretti una persona con la quale il PD può-deve avviare un dialogo per verificare eventuali comuni visioni sulla Parma del futuro. Se questo percorso dovesse portare alla partecipazione anche di Ghiretti, così come di altri, alle primarie di coalizione, sarà una competizione ancor più affascinante, con persone per bene e, pertanto, come si dice nel mondo dello spettacolo: “comunque vada sarà un successo!” (leggi l’intervista a Rutigliano)
Come Radicale, iscritto doppia tessera PD, vorrei che il mio partito, anche se in sede locale, possa avere il coraggio di immaginare altro.
Ho apprezzato la dichiarazione di Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino del PD, il quel dice che “restiamo dell’idea che i nomi vengano dopo le idee e quelli eventualmente in campo si debbano necessariamente confrontare con questo lavoro, che come gruppo cittadino abbiamo proposto agli iscritti al PD, ai cittadini e alle forze politiche che vogliano confrontarsi apertamente sui temi della città anche al di là delle bandiere”.
Credo queste affermazioni siano di buon auspicio per l’inizio di un dibattito, in casa PD e nella città, circa il ruolo dei partiti, oggi, ormai nel 2016, anche se partiti locali.
Credo che la necessità di rinnovamento della classe dirigente locale sia una verità lapalissiana, è mai possibile che il rinnovamento arrivi da un Ghiretti o un Rutigliano che al netto dei meriti o demeriti politici appartengono ad un’epoca che non esiste più?
Bisogna rinnovare persone ed idee, che partano dall’identità ed il ruolo che i partiti devono avere anche a livello locale.
Se ‘’il nuovo’’ è rappresentato dai Ghiretti o dai Rutigliano, l’impressione è che siamo tutti nuovi affinché nulla cambi.
Caro PD, caro Lorenzo Lavagetto, da Radicale e da iscritto, vorrei qualcosa di più di accordi tra gli stessi personaggi che da 30 anni sono sulla piazza politica cittadina e il fatto che gli accordi vengano fatti alla luce del sole, cosa dovuta, non cambia lo stato delle cose.
Spero possa davvero aprirsi un dialogo in città, primarie o non primarie.
MarcoMaria Freddi, segretario Liberamenteradicale – Radicali Parma