Parma si prepara per riaccogliere a scuola bambine e bambini. Le prime a riaprire saranno nidi e scuole dell’infanzia, fra meno di una settimana, martedì 1° settembre. Seguiranno elementari, medie e superiori il 14. Per capire se tutto è pronto abbiamo fatto il punto con Ines Seletti, assessora alla Scuola del Comune di Parma.
In una fase in cui il distanziamento è fondamentale per garantire la salute cosa è stato fatto per adeguare gli spazi?
Nei nidi e nelle scuole infanzia non sono stati fatti interventi strutturali, se non quelli già in programma per l’antisismica, perché gli spazi erano già adeguati.
Nelle primarie e secondarie di primo grado, invece, ci sono stati degli adeguamenti strutturali, grazie anche ai finanziamenti che sono arrivati dal Governo.
Alcuni lavori sono stati molto invasisi perché abbiamo cercato di allargare le classi, come per esempio è accaduto alla Toscanini, e questo è un patrimonio che rimarrà. C’è stata poi una grande attività di svuotamento dei sottoscala e dei magazzini per fare in modo che potessero accogliere mobilio superfluo nelle classi e dare così più spazio alle aule.
Abbiamo cercato di stare al fianco dirigenti scolastici, siamo andati a mappare e monitorare tutte le scuole e le classi per vedere cosa fosse necessario fare. Mi viene in mente l’Albertelli Newton che è scuola molto grande con classi numerose: si è deciso di dividerle in due e utilizzare spazi esterni messi a disposizione dal Comune.
Saranno utilizzati anche edifici scolastici dismessi o spazi diversi?
No, in alcuni casi i laboratori, le biblioteche e le mense scolastiche sono stati adibiti ad aule. Scuole dismesse no, stiamo già utilizzando la ex Pascoli per alcune aule dell’Anna Frank, ma questo era già così l’anno scorso, perché la scuola di via Pini era in ristrutturazione. Alcune classi dell’Albertelli Newton, invece, erano in via D’Azeglio sempre per questione di lavori di riqualificazione. In questo caso, però, i lavori sono terminati in anticipo e quindi le classi rientreranno in sede. Direi che la situazione delle scuole primarie e secondarie di primo grado è sotto controllo. Vedremo quando arriveranno i nuovi banchi, anche se non abbiamo fatto una richiesta esagerata.
Quali banchi? Quelli futuristici con le rotelle che abbiamo visto in tv?
No, perché in realtà i banchi a rotelle si potevano ordinare solo per le scuole superiori, non per le medie e le elementari. C’è stato un gran parlare, molto folkloristico, ma di poca sostanza.
Lei è serena per questo avvio di anno scolastico?
Diciamo che abbiamo lavorato tantissimo questa estate in tutti settori, non solo con l’educativo, ma anche con Parma Infrastrutture, col patrimonio. C’è stato uno sforzo corale che ha portato a elencare tutte le attività che dovevano essere fatte. Speriamo quindi di avere meno problemi possibile. Abbiamo cercato di pensare a tutto, ma le criticità e le incognite ovviamente ci sono. Questo vale per elementari e medie.
Per quanto riguarda i nidi e le scuole dell’infanzia, sia a gestione diretta che indiretta, stiamo andando molto bene, perché siamo una delle prime città dell’Emilia-Romagna a partire e riapriamo completamente i servizi dal 1° settembre. Non è facile, le difficoltà ci sono e ci stiamo confrontando ancora con gli assessori competenti delle diverse province. Abbiamo però già steso protocolli e ciò è sicuramente d’aiuto anche per le altre città.
Cosa prevede il protocollo?
Siamo riusciti a far passare il concetto di “bolla”. Che cosa è questa bolla? Inizialmente pensavamo di fare piccoli gruppi di bambini con un educatore o con un gruppo di figure di riferimento che fossero sempre le stesse, un po’ come abbiamo fatto con i centri estivi. Questi ultimi sono stati una buona palestra, utilissimi per acquisire esperienza, ma anche un banco di prova impegnativo, sotto diversi punti di vista, compreso quello economico, però abbiamo capito cosa dovevamo fare e cosa no. La bolla è stata poi allargata al concetto di sezione, alla classe, perché mantenere i piccoli gruppi avrebbe creato diversi problemi. Il personale era insufficiente e non avremmo potuto accogliere tutti i bambini in graduatoria. Con la bolla-sezione sarà più semplice tutelare il gruppo, garantiremo sempre lo stesso personale e che non ci siano intersezioni fra le classi. Anche questo è stato un percorso impegnativo, per esempio sull’organizzazione del tempo prolungato che assolutamente faremo. I costi saranno inevitabilmente più elevati e questo impatterà sul bilancio comunale, anche perché non toccheremo le rette. È stata una precisa scelta politica. Garantire la riapertura è stato molto impegnativo, anche perché le norme sono in continua evoluzione, ma tutta l’area educativa ha capito l’importanza di ridare questo servizio alle famiglie.
I bambini e le bambine più fragili, i disabili avranno garantito tutti i servizi?
Ci sarà un completo ritorno alla normalità, rimettiamo in pista ciò che c’era prima. Ma abbiamo garantito loro l’inclusione scolastica anche durante il periodo di lockdown è stato molto complicato mettere tutti d’accordo, perché in un momento in cui i contagi erano elevati riportare le persone disabili all’interno scuole non è stato facile e i tempi sono stati lunghi, però ci siamo riusciti.
Si potranno sfruttare anche gli spazi all’aperto per la didattica?
Io ci credo molto. Già in fase pre-Covid avevo chiesto per una scuola nuova che sorgerà in via Zarotto, nel parco, la possibilità di farlo sull’esempio dei paesi del nord. Abbiamo anche trovato una foto di archivio dei primi del novecento con insegnanti e studenti con tanto di banchi al parco ducale sotto le piante, quindi non è una cosa così al di fuori della realtà. Le indicazioni che abbiamo dato alle nostre maestre ed educatrici è stata di non utilizzare la parte esterna come sfogo per il gioco, ma come zona didattica. Sfrutteranno il più possibile gli spazi che saranno suddivisi e utilizzati per le varie sezioni. Per quanto riguarda la scuole primaria e secondaria dipenderà dalla volontà dei dirigenti scolastici, ma so che alcuni si stanno attrezzando.
I bambini dovranno portare la mascherina?
Fino ai sei anni no. Per i più grandi è ancora tutto in divenire quindi non ho ancora una risposta.
Ha un appello da fare?
Chiediamo la partecipazione e la responsabilizzazione di tutti i genitori. Chiediamo che non portino a scuola i figli con la febbre e che non si utilizzino escamotage per far scendere la febbre prima dell’ingresso, perché il rischio è di mettere in crisi tutto il sistema. Nel caso ci sia un contagio tutta la sezione dovrà essere chiusa. I genitori non potranno accedere alle strutture, ci sarà un percorso per consegnare i bambini. Chiediamo poi di mantenere le distanze e di evitare gli assembramenti e la massima puntualità, perché non ci saranno più deroghe oltre l’orario di flessibilità 7.30-9. E anche di avere pazienza perché noi misureremo la febbre ai bambini all’ingresso, anche se non è richiesto dalla normativa, quindi è possibile che si formi qualche coda.
Altra cosa importante è che a tutte le educatrici dei nidi e scuole dell’infanzia, sia quelli a gestione diretta che indiretta con Parmainfanzia, su base volontaria, sarà fatto il test sierologico in collaborazione con Ausl. Quindi chiedo anche a loro la massima disponibilità e collaborazione.
Tatiana Cogo