“Il rigore che non c’era”: Buffa a Salsomaggiore

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Federico Buffa debutta sabato 6 maggio 2017 al Teatro Nuovo di Salsomaggiore con la sua nuova produzione teatrale: un percorso tra racconti di grandi dello sport e di vita vissuta per ragionare con lo spettatore di successo e sconfitta, di occasioni prese e perdute

Lo sport come metafora della vita, il rigore “che non c’era” è l’evento imprevisto, il bivio improvviso di fronte al quale occorre compiere una scelta rapida e senza tentennamenti. Una scelta fulminea sui cui esiti si gioca il futuro, lo spartiacque tra successo e sconfitta, tra genio e mediocrità. Federico Buffa mette in scena il prima assoluta al Teatro Nuovo di Salsomaggiore sabato 6 maggio 2017 il suo nuovo spettacolo “Il rigore che non c’era”, nel quale intreccia storie di grandi dello sport a un affresco storico, poetico, musicale che diventa storia di tutti noi, non assurti al ruolo di campioni, ma obbligati, giorno per giorno, a confrontarci con i tanti “rigori”, qualcuno a favore, qualcuno contro, che la vita ci riserva. Storie di rassegnazione, di lotta, di tenacia, di affermazione personale.

Muhammad Alì, Geroge Best, Leo Messi, il grande Torino: nello storytelling di Buffa le gesta di questi eroi popolari, delle loro gesta da leggende dello sport si fanno specchio delle storie di tutti, in un continuo rimando tra accadimenti e sentimenti correlati, binomio inscindibile per i campioni e per i semplici.

Ad accompagnare Buffa in questa nuova esperienza teatrale, una prima assoluta nel cartellone del Teatro Nuovo di Salsomaggiore che conferma la qualità della proposta culturale della cittadina termale parmense, Marco Caronna, e Jvonne Giò, il primo nei panni di un attore strampalato, la seconda di un angelo custode piuttosto disincantato, il tutto sottolineato dal pianoforte di Alessandro Nidi.

La stagione del Teatro Nuovo di Salsomaggiore si impreziosisce di una prima molto attesa: Federico Buffa, con il suo storytelling efficace e coinvolgente e con la sua presenza scenica magnetica, riesce a trascinare lo spettatore in una dimensione unica, nella quale le parole scavano nel profondo e le storie si appropriano di un respiro universale.