Risultati che confermano l’eccellenza, 71 trapianti al Maggiore nel 2021

Una conferma per il Maggiore, punto di riferimento in Regione. Una ripresa importante per le attività di donazione e prelievo. In chirurgia trapianti entra in scena il robot. Oltre 900 i pazienti seguiti dalla Nefrologia trapianti

Un sistema integrato e collaudato. Équipe di professionisti di elevata competenza clinica e eccellente capacità organizzativa, oltre a un apparato di chirurgia robotica all’avanguardia: questi gli elementi cardine del sistema trapianti di Parma. Un’attività resa possibile grazie a un grande gesto di generosità: la donazione di organi. Il 2021 è stato un anno di ripresa importante con un 30% in più sulle donazioni e un 17% in più sui trapianti, rispetto al 2020.

“Sono risultati straordinari – spiega Ettore Brianti, direttore sanitario di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – che acquistano maggior valore anche a fronte dell’intenso lavoro che la sanità sta affrontando. La Pandemia non ha fermato la sanità nel nostro territorio, a testimonianza del lavoro svolto da tutti i nostri professionisti. Un risultato che coinvolge, oltre a tante specialità cliniche del nostro ospedale, infermieri, biologi, psicologi, operatori socio sanitari, autisti, servizi di direzione sanitaria e amministrativa. E tanto ancora. Ma al di la delle qualifiche i traguardi, nel nostro campo, si raggiungono solo grazie a uno lavoro di gruppo. E questa ne è la dimostrazione”.

In aumento le donazione di organi

Nell’ultimo anno, sono state 38 le segnalazioni per donazioni e prelievi di organi e tessuti effettuate dal coordinamento Procurement dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Di queste, tolte 10 opposizioni e 2 donatori risultati non idonei, sono stati effettuati prelievi multi organo su 26 donatori, 6 in più rispetto al 2020.

Di questi, 20 prelievi sono stati effettuati una volta terminato il periodo di osservazione di morte cerebrale del paziente con criteri neurologici, mentre su 6 donatori l’attività di prelievo è avvenuta a cuore fermo. “Nelle procedure standard – spiega Emanuele Sani, anestesista e responsabile delle attività di Procurement al Maggiore – il prelievo di organi è effettuato a cuore battente, cioè su un donatore in morte encefalica. In alcuni casi è però possibile effettuare il prelievo anche a cuore fermo preservando gli organi grazie alle procedure di perfusione extracorporea con Ecmo, la macchina che garantisce la circolazione del sangue e l’ossigenazione degli organi. Questo ci permette di mantenerli sani per il prelievo e per il trapianto”.

Fondamentale quindi il lavoro di squadra tra tutte le figure specialistiche presenti all’ospedale di Parma. Il Coordinamento locale, che afferisce alla 1°Anestesia e Rianimazione, diretta da Sandra Rossi, è composto oltre che da Emanuele Sani, dai medici Massimo Petranca e Susanna Biondini, dal coordinatore infermieristico Letizia Cianciolo e dalla psicologa Luana Randis. Nel 2021 sono stati 65 gli organi prelevati, 6 sono stati di cuore e polmone 19 di fegato, 33 di reni e 1 pancreas, a cui si aggiungono un prelievo multitessuto e 128 donazioni di cornee.

Trapianti di Rene e Pancreas, 3 anni di intensa attività

I risultati parlano da soli: sono 71 le persone a cui è cambiata la vita nello scorso anno grazie a un trapianto di rene e di queste cinque sono state trapiantate di rene e pancreas allo stesso tempo, un intervento salvavita in riparazione a una patologia multiorgano severa. Emergono inoltre anche i dodici pazienti che hanno ricevuto un rene da donatore vivente, tra cui tre giovani di 18, 22 e 23 anni. Numeri già consolidati nel 2020 e 2019 – nonostante lo stop per pandemia – con, rispettivamente, 61 e 74 trapiantati di rene e 9 e 10 pazienti sottoposti a trapianto di rene da donatore vivente.

Il tempo si ferma per tutti quando arriva il messaggio di disponibilità di un organo alla Immunogenetica dei trapianti guidata da Paola Zanelli che, con funzione Hub regionale, approfondisce, cura e organizza le informazioni per mettere insieme compatibilità di donatore e vivente. L’operazione finale si chiama cross match perché insieme studia la similitudine immunologica del possibile ricevente su quella del donatore con la mancanza di incompatibilità tra i loro organismi. Solo quando l’accoppiamento donatore-ricevente è chiaro, l’intera organizzazione riavvia la corsa contro il tempo.

Dopo un ulteriore controllo attraverso i campioni ematici, l’équipe Chirurgia dei trapianti (della Clinica chirurgica generale diretta da Paolo Del Rio), guidata da Carmelo Puliatti affiancato da Maurizio Iaria, composta da Carlo Pellegrino e Elena Cremaschi, diventa protagonista di un’attività intensa. A loro è affidata la gestione dell’aspetto clinico-chirurgico del paziente nella delicata fase preparatoria, quella di sala operatoria vera e propria, e di controllo successivo.

Tra i programmi che hanno consentito un numero così elevato di interventi, anche il sistema di eccellenza di Parma, Hub regionale per trapianti combinati di rene-pancreas che annovera cinque interventi del 2021, numero cospicuo che ci colloca tra i primi centri italiani per questa tipologia, in prevalenza giovani e giovanissimi diabetici dipendenti da insulina e con insufficienza renale.

Maggiore sicurezza grazie a aumentata visibilità è la chiave del forte incremento a Parma degli interventi da donatore vivente, altro punto di forza dell’intero sistema, che, nel 2021, hanno raggiunto le 12 unità, con tre riceventi di 19, 22 e 23 anni. “Un’eccellenza, per il centro che lo scorso anno ha introdotto nella pratica clinica il robot chirurgico per il prelievo dell’organo da vivente, che garantisce un range di precisione in sala operatoria elevatissimo, associato al contenimento del dolore in fase di recupero”, spiega Carmelo Puliatti, responsabile della struttura. A fianco dei chirurghi lavora la 2°Anestesia e rianimazione, diretta da Elena Giovanna Bignami, che valuta il paziente ricevente, lo accompagna in sala operatoria seguendolo in anestesia per tutto l’intervento e, una volta uscito, ne monitora le complessive funzioni vitali, oltre che, nello specifico, quelle dell’organo trapiantato.

La Nefrologia trapianti del Maggiore

Lo snodo Parma del Centro regionale dei trapianti, in rete con Modena e Bologna, consta di una componente internistica Trapianti rene pancreas (che afferisce alla Nefrologia diretta da Enrico Fiaccadori), ed è guidata da Umberto Maggiore che lavora affiancato da Alessandra Palmisano e Ilaria Gandolfini, oltre a Marco Delsante, Chiara Cantarelli e Giuseppe Benigno. E’ questo gruppo che segue il malato, molto spesso già in dialisi, nella patologia cronica e, assieme ai chirurghi, lo dispone all’intervento. “Nell’ambulatorio trapianti della Nefrologia – rimarca Maggiore – seguiamo 900 pazienti trapiantati, che prendiamo in carico in reparto dal post-operatorio e seguiamo per tutta il resto della vita nell’ambulatorio dedicato, mentre si riappropriano di una prospettiva di vita praticamente normale”.

Un impegno h 24

Tutte le strutture impegnate nell’attività di trapianto operano 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, con un sistema complesso di reperibilità per un’attività definita “tempo-dipendente”.

Tasselli importantissimi sono anche l’ambulatorio idoneità candidati al trapianto e alla donazione da vivente, coordinato dall’infermiera Cristina Vallisa, e le Centrali operative 118 regionali che, sentinelle dell’intera operazione raccordate dal Centro regionale trapianti, svolgono un ruolo fondamentale al momento degli spostamenti di provette, organi e équipes, affidate di volta in volta a auto con speciale immatricolazione, elicotteri o aerei. Alla Centrale operativa 118, diretta da Adriano Furlan, è affidato anche l’accompagnamento del potenziale ricevente che risiede a Parma, Piacenza e Reggio Emilia, già individuato dai sistemi di localizzazione: dall’arrivo della chiamata che annuncia la disponibilità dell’organo gli operatori della Centrale ne seguono il tragitto e proteggono il percorso fino allo sbarco in Ospedale.

lombatti_mar24