Si cambi l’autorizzazione dell’inceneritore perchè i parmigiani non siano truffati

06/06/2011

Il cantiere dell’inceneritore è a buon punto e i lavori procedono con celerità. Basta passare sul cavalcavia dell’autostrada per ammirarlo nella sua crescita verticale.
I sistemi istituzionale, politico (con le eccezioni uniche del Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it e di Rifondazione Comunista), industriale e dell’informazione hanno fatto quadrato su questo impianto, che ormai, spiace dirlo, può essere fermato solo dalla magistratura nel caso di fondatezza degli esposti degli avvocati De Angelis e Allegri.
A questo punto ai cittadini non rimane che puntare ad una “riduzione del danno”, ovvero impedire che questo enorme affare si trasformi in un imbroglio, e questo a prescindere dai responsi che emetterà la magistratura sui ricorsi depositati.
Mi sto riferendo al quantitativo e alla provenienza dei rifiuti che potranno essere bruciati nell’inceneritore. Sono otto anni che tutti i promotori e autorizzatori dell’impianto, senza eccezione alcuna, giurano e spergiurano durante i dibattiti pubblici, sui giornali e in TV che lì dentro potranno essere smaltite al massimo 130.000 tonnellate all’anno di rifiuti prodotte esclusivamente in provincia di Parma
Non per mettere in dubbio le rassicurazioni che ci danno i nostri politici, per carità, ma la vita e questa vicenda dell’inceneritore di Parma in particolare dove è stato dichiarato tutto e il contrario di tutto ci hanno insegnato che è meglio avere in tasca qualcosa di più delle loro parole.
Entro nel merito. Il quantitativo e la provenienza dei rifiuti del forno di Ugozzolo sono stabiliti dall’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Parma con atto della giunta n.938 del 15 ottobre 2008 (clicca qui per leggere il testo integrale).
Al deliberato n.31 (pag 21) si legge “la quantità di rifiuti smaltiti nell’impianto non potrà eccedere 130.000 t/anno, salvo diversa espressa autorizzazione da parte della Provincia per motivate ragioni di interesse pubblico”. Pertanto, nel nome dell’”interesse pubblico”, termine assolutamente generico e omnicomprensivo, è possibile derogare sulla capacità di smaltimento, in qualsiasi momento.
Circa la provenienza dei rifiuti l’autorizzazione è ancora peggiore. Il deliberato n.7 (pag 18) recita: “All’impianto potranno essere conferiti rifiuti prodotti esclusivamente nel territorio provinciale di Parma, salvo espressa autorizzazione dell’Autorità Competente”. Qui proprio non si mette neppure “l’interesse pubblico”… stante il testo vigente, per il diritto amministrativo (che è l’unica cosa che conta), la Provincia può derogare sulla provenienza dei rifiuti quando vuole e in modo assolutamente discrezionale, senza alcuna condizione e senza neppure dover motivare la sua decisione. Si capisce molto bene, pertanto, perché nel dibattito politico di Reggio Emilia si dia per scontato che i loro rifiuti verranno portati a Parma, considerato che vogliono spegnere il forno.
Faccio una proposta alla Provincia di Parma che credo possa essere utile a rasserenare il clima e vada nell’interesse di tutti: mettiamo per iscritto in modo chiaro ed incontrovertibile nulla di più delle cose che avete sempre detto nelle conferenze stampa e sui giornali; e se proprio non ce la fate a non inserire delle deroghe specificate nel dettaglio quali sono le condizioni che le giustificherebbero.
Senza frasi generiche che dal punto di vista amministrativo non rappresentano alcuna limitazione e senza omissioni. Penso che questa integrazione dell’attuale autorizzazione sia un atto dovuto di trasparenza e onestà di intenti, così non sarà l’attuale giunta provinciale a frodare i parmigiani, ma non potranno esserlo neppure le prossime, di qualsiasi colore politico esse saranno. E’ sufficiente aggiungere poche righe, servono un paio d’ore di lavoro.
Se si è in buona fede, come credo, non si comprenderebbe il perché ciò non possa essere fatto, domani.
A meno che accordi sottobanco non prevedano davvero che i rifiuti di altre province siano smaltiti a Parma per i prossimi 20 anni.
In questo caso bisogna avere il coraggio di dirlo pubblicamente ai cittadini e non prenderli in giro truffandoli.


Andrea Marsiletti


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