“Si ritiri l’ordinanza della multa al rifugiato politico sudanese senzatetto”

31/07/2009
h.17.50

Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito nella stampa e in Consiglio Comunale sul caso della multa comminata ad un cittadino sudanese che vive a Parma senza mezzi di sussistenza, nonostante gli fosse stato riconosciuto lo “status” di rifugiato che dà diritto per la legge italiana e per il diritto internazionale all’accoglienza e all’aiuto per inserirsi nel nostro territorio.
Purtroppo non è con le polemiche che si risolvono i problemi, ma mettendo in campo le risorse e le competenze adeguate a risolverli.
Parma ha risorse e competenze; occorre la volontà politica per predisporre le soluzioni.
Ma occorre anche che i cittadini abbiano le conoscenze necessarie per giudicare gli interventi messi in atto.
I rifugiati sono cittadini stranieri che arrivano in Italia, per lo più con i famosi sbarchi nel Sud Italia, fuggendo da situazioni di violenza e di persecuzioni che mettono a grave rischio la loro esistenza; chiedono asilo politico e solo dopo un lungo iter di accertamenti lo Stato italiano concede lo Status di rifugiato attraverso la certificazione di commissioni preposte.
A questo punto i rifugiati hanno diritto alla protezione e all’assistenza che viene erogata dallo SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati) attraverso progetti attuati da associazioni e coordinati dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e che coprono solo in parte il bisogno: a fronte di 22.000 rifugiati sul nostro territorio, solo 3000 hanno avuto accesso ai programmi di accompagnamento dei progetti predisposti; gli altri vagano alla ricerca di lavoro e assistenza.
Questo accade perché il governo italiano ha adattato il diritto italiano alla Direttiva europea, ma non ha ancora predisposto in maniera organica gli interventi di tipo assistenziale che vengono affidati,di fatto, alla disponibilità delle istituzioni locali, che decidono autonomamente e in maniera differenziata nei diversi territori.
Ad esempio a Bologna o a Bari viene data ai rifugiati la residenza che dà diritto agli interventi dei servizi sociali; a Parma no; sarebbe un primo passo, anche se non sufficiente, perché è noto che molti rifugiati acquisiscono la residenza nelle città di primo arrivo al Sud, ma poi devono spostarsi al Nord dove è più facile trovare lavoro.
Non ci si può nascondere dietro un dito e, con il pretesto che queste persone non hanno la residenza, negare loro diritti fondamentali in una società civile: cibo, riparo per chi non ha mezzi di sussistenza e aiuto nella ricerca di un lavoro.
Né si può pensare di risolvere questo problema distribuendo risorse non mirate ad enti assistenziali che danno risposte limitate nel tempo e nella qualità o a dormitori che accolgono per soli tre mesi e senza nessuna assistenza.
Il PD mantiene un costante dialogo con tutte le associazioni di volontariato e di cittadini che si occupano di immigrazione e rifugiati per utilizzare nel modo più efficace le competenze e le risorse e per rispondere ai bisogni emergenti dei vecchi e nuovi cittadini di Parma. Già da settembre saremo in grado di proporre un progetto da proporre al Comune;
Nell’immediato, il PD chiede:
– Che venga ritirata immediatamente l’ordinanza del Sindaco che prevede la multa ai senzatetto;
– Che l’Amministrazione Comunale faccia tutto quello che le compete perché vengano rispettati i diritti che le leggi internazionali e nazionali riconoscono ai rifugiati politici. A partire ad esempio dall’accesso alla residenza ai cittadini stranieri in possesso dello status di rifugiato;
– Che venga istituito un tavolo che veda coinvolte le istituzioni del nostro territorio, i sindacati e le associazioni di volontariato che già si occupano di rifugiati e immigrati per predisporre un piano organico di assistenza e controllo del territorio.

lombatti_mar24