Stop all’inceneritore: Pizzarotti non può permettersi errori

01/06/2012
h.11.30

Oggi il sindaco Pizzarotti ha convocata un incontro per definire le modalità e la strategia per bloccare il cantiere dell’inceneritore di Ugozzolo a cui parteciperanno esperti e consiglieri comunali del M5S.
I presupposti ci sono tutti per ritenere che questa contrapposizione tra la nuova Amministrazione comunale e Iren sarà la battaglia politica che terrà banco nei prossimi mesi in città, a suon di polemiche sui giornali e forse di carte bollate.
Sulla partita dell’inceneritore Pizzarotti si gioca tanta parte della credibilità della sua amministrazione avendo fatto del no all’inceneritore la bandiera della campagna elettorale.
Il sindaco ha di fronte a sé due problemi: quello di trovare la soluzione legalmente ed economicamente praticabile per impedire l’accensione del forno e quello di non rimanere travolto politicamente in caso di insuccesso.
Lo dico in modo chiaro: Pizzarotti ha dovere di rispettare gli impegni assunti e bloccare il forno nell’interesse della salute pubblica, e chiunque condivida questo obiettivo ha il dovere di supportarlo.
La partita è difficile e non può permettersi errori.
Il primo sarebbe quello di ritenere di avere il vento in poppa, di pensare di avere dietro di sé chissà quali armate ed entusiasmo popolare, sopravvalutando cioè l’interesse dei parmigiani per l’argomento o ritenendolo lo spartiacque che ha determinato l’esito del voto come ha scritto qualche giornale o come viene assunto a mò di scusante da qualche politico sconfitto.
Al primo turno, infatti, i candidati che erano manifestatamente a favore all’inceneritore hanno superato il 60% dei consensi: Bernazzoli, colui che più di chiunque altro ha voluto l’impianto, oltre ad averlo autorizzato, ha preso il 40% dei voti; Ubaldi, che sostiene che l’aria che esce dall’inceneritore sia più pulita di quella che entra (quindi attribuendo all’impianto un’azione purificante), il 16%; Buzzi, il partito che esprime il Vice Presidente di Iren, il 5%.
E anche per coloro che erano schierati contro il forno, questa battaglia era “secondaria” rispetto ad altre. Ad esempio, credo che i più che hanno votato Rifondazione comunista lo abbiano fatto per abbattere il sistema sociale esistente, per invertire i rapporti di classe, per mantenere viva la fiammella anticapitalista, non tanto per spegnere il camino di Ugozzolo.
Certo, al ballottaggio il candidato contro l’inceneritore ha surclassato il padre dell’inceneritore, ma, anche qui, quanto il tema ambientalista ha pesato rispetto alla volontà dei cittadini di “mandarli tutti a casa”, di “buttare all’aria il sistema dei partiti”, di “sconfiggere la Casta”, di “mandare a lavorare i politici di professione dal doppio incarico”, allo spirito di rivalsa del centrodestra, per non parlare dell’ostilità di una parte della città nei confronti della figura di Bernazzoli?
Ho voluto evidenziare questo contesto per far comprendere che l’Amministrazione comunale non ha in mano una cambiale in bianco e sta camminando sulle uova perché se i parmigiani gli hanno dato in modo più o meno maggioritario e consapevole la legittimazione a spegnere l’inceneritore temo non siano disposti a seguirlo su ogni pista e ad ogni costo.
Spiegare loro nei dettagli ogni passaggio, la sostenibilità, anche economica, dell’alternativa, continuare a fare attività di informazione e sensibilizzazione ambientale sarà quindi decisivo per creare intorno alla nuova proposta quel consenso e quella conoscenza indispensabili per il suo successo.

Andrea Marsiletti

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