Un microfono per la prima volta oltrepassò la grata: il video “Clausura”

Il silenzio della clausura (finalità della rubrica)

Pochi video sono stati per me così carichi di emozioni e di spiritualità come “Clausura”, la produzione RAI del 1957 che fece il giro del mondo e consentì di conoscere il senso e i dettagli della via contemplativa claustrale.

Era la prima volta che un microfono oltrepassava la grata di un monastero. Nel rispetto dell’obbligo alla riservatezza imposto dalla regola, le riprese sonore furono effettuate dalle monache stesse.

Nell’intervista del giornalista Sergio Zavoli, la giovane sottopriora Suor Madre Teresa dell’Eucarestia del monastero delle Carlmelitane Scalze di Bologna, con un taglio personale e unico, conduceva l’ascoltatore a cogliere la quintessenza e l’intimità della vita carmelitana.

Nella prima parte il documentario narra la segreta e immutabile giornata del carmelo con le voci e i suoni del cerimoniale monastico: dalle ore dedicate a un rigoroso silenzio a quelle impegnate nel canto e nella preghiera. Nella seconda parte del racconto, Zavoli raccoglie le testimonianze dirette di alcune monache che, con estrema semplicità, descrivono i vari aspetti della vita monastica mostrandone la pienezza della verità, della gioia e della pace raggiunte tra le mura di un luogo così austero.

Colpisce la purezza delle monache, che non fanno rumore neppure quando chiudono la porta o pregano la corona.

Molto forti sono i passaggi sulla morte. Dice Suor Madre Teresa dell’Eucarestia: “Quando muore una nostra consorella sono per noi giorni di letizia piena. Sentiamo che qualcosa di grande è avvenuto per la Comunità. Quando una religiosa ci lascia sentiamo che è entrata nel Regno della verità, della luce, dell’Amore pieno. Il disagio sopravviene all’ultimo momento quando noi religiose, dopo averla pregata nella serenità, la portiamo alla soglia della clausura e siamo costrette a deporla nelle mani di un uomo. Non sempre usano quella delicatezza che noi desidereremmo. Alle volte preferiremmo che la cassa fosse presa dalle maniglie e che non la toccassero. Dopo un’intera vita verginale è per noi particolarmente doloroso vedere che qualcuno, un uomo, pur non toccandolo, compia qualcosa attorno a quel corpo consacrato. Forse sembrerà esagerato, ma è così.

Un’esagerazione?

Forse.

O forse quella vita immacolata, casta, eterea, sacra, interamente dedicata a Dio e all’Umanità attraverso la preghiera è davvero giusto non sia mai sfiorata, fino alla fine.

Andrea Marsiletti

“CLAUSURA – 1957”
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