Un ballottaggio senza idee. La città e la crisi meritano molto di più

SMA MODENA
lodi1

14/05/2012
h.12.30

Dopo una mese di campagna elettorale noiosissima si sperava in un ballottaggio infuocato, in un vivace confronto, e anche scontro, tra proposte politiche identificabili e alternative.
Macchè, la prima settimana di ballottaggio è stata, se possibile, ancora più spenta delle precedenti. In questi giorni i temi del dibattito sono stati gli insulti a Bernazzoli su Facebook da parte di qualche ragazzino o fake, la presenza di un circolo di Casapound a Parma, chi è più amico o nemico del sistema agroalimentare, la cementificazione vera o presunta di un frutteto, la rincorsa al giovanilismo… un po’ poco.
Rimangono in campo fino allo sfinimento i due cavalli di battaglia di sempre: per Pizzarotti l’inceneritore, per Bernazzoli l’esperienza… un po’ poco per un voto che deciderà il futuro della città in uno dei periodi economici più difficili dal dopoguerra con tantissimi posti di lavoro persi o a rischio.
Il centrosinistra appare ancora frastornato per l’esito del primo turno delle elezioni: dopo aver impostato tutto il lavoro degli ultimi due anni e l’intera campagna elettorale contro Ubaldi, Vignali e il centrodestra, sui debiti e sulle manette, oggi si trova spiazzato nel dover affrontare i grillini, a maggior ragione perché privo di contenuti. Patetico l’appello agli elettori dei giorni scorsi degli ex consiglieri comunali di opposizione a “non voltar loro le spalle dopo la battaglia contro l’Amministrazione Vignali”. Una rivendicazione del passato per nascondere un’evidente mancanza di idee per il futuro.
E così per colmare il vuoto ci si affida agli aiuti all’esterni, al comizio di Pisapia in favore di Bernazzoli. Non penso, però, bisogna essere dei geni della politica per comprendere che non c’è stato neppure un parmigiano che avrebbe voluto astenersi o votare Pizzarotti che ha cambiato opinione perché Pisapia ha promesso che Parma e Milano faranno delle sinergie.
Lo stesso discorso, ma in questo caso con un probabile beneficio elettorale, vale per il M5S: anche qui si chiama il leader, Beppe Grillo, che tornerà venerdì in Piazzale dalla Pace per il comizio finale.
La lettura del programma del Movimento 5 Stelle che non siano le pagine dei rifiuti, della connettività internet e dei prodotti equo solidali lascia l’amaro in bocca: sul welfare (anziani, giovani, nidi, persone in difficoltà) si trovano scritte un ammasso di banalità, approssimazione, parole fumose, roba trita e ritrita. Appare lampante che fino ad ora l’impegno del Movimento è stato dedicato ad altre tematiche. Una carenza grave se si considera che il welfare è fuori di ogni dubbio il settore più importante di un Comune (a maggior ragione in tempi di crisi) che assorbe circa la metà della spesa corrente.
Bernazzoli parte con 17.000 voti in più, una struttura organizzativa consolidata, la stragrande maggioranza dei cosiddetti portatori di interesse dalla sua parte e alcuni pure terrorizzati da una possibile vittoria del M5S. Pizzarotti ha però il vento in poppa per una diffusa stanchezza e rabbia della gente, con i media nazionali e europei che da giorni puntano le telecamere su Parma e sul fenomeno Grillo. Lunedì dovrebbe essere sotto i Portici del Grano pure la CNN. Questa attenzione delle Tv e giornali nazionali si fa beffe dei media locali, soprattutto di quelli tradizionali la cui capacità di incidenza sull’opinione pubblica pare minima rispetto al passato.
I candidati sindaci sconfitti non hanno fatto apparentamenti al ballottaggio e, quello che è più strano, neppure una dichiarazione di voto per alcuno dei due candidati rimasti in campo, come se le proposte di Bernazzoli e Pizzarotti fossero uguali o indifferenti per la città. Una dimostrazione di debolezza o, forse, il timore che qualunque indicazione avessero dato sarebbe stata inutile perché gli elettori non li avrebbero seguiti.
Un silenzio che suona per loro come una seconda sconfitta.

Andrea Marsiletti