Un parmigiano nella terra dei canguri

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26/02/2011

A 27 anni, dopo un corso di fotografia, vari lavori come montatore audio-video e una parentesi estiva come assistente bagnanti il parmigiano Giacomo Banchini ha deciso di volare verso lidi più prosperi (e così gli auguro che sia) alla volta dell’Australia.

Giacomo, perché è maturata in te la voglia di partire per un Paese così lontano dal nostro, non solo geograficamente ma anche culturalmente?
Per una questione di malfunzionamento del sistema Italia (dal punto di vista lavorativo assolutamente asfittico per noi giovani), per le condizioni climatiche, miti e gradevoli che avrei trovato in Australia ed infine per un innato spirito d’avventura che mi porta a sperimentare, scoprire nuovi luoghi e conoscere persone.

Quando hai deciso che saresti partito?
Quando dopo una lunga gavetta lavorativa mi sono reso conto che gli ultimi datori di lavoro non mi stavano facendo crescere professionalmente e neppure a livello contributivo ed economico avevo di che vantarmi. Ero stanco di promesse di stipendi fantasma che spesso si rimpicciolivano del 60-70 %. Ero stanco di lavorare in nero o con contratti a progetto.

Hai avuto un appoggio in questa scelta da qualcuno in particolare non so dai famigliari, da un amico o da una ragazza, chi ti ha fatto “spiccare il volo”?
Nessun appoggio. Capitò che a metà estate, mentre lavoravo come Assistente Bagnanti presso il Tennis Club Mariano, un mio amico che fa il giudice di gara di tennis, mi raggiunse in piscina dicendo che sarebbe partito per Sydney. Non so cosa mi è successo. Ma in 3 giorni ho preso la stessa decisione. Mi sono gettato a capofitto e senza pensarci troppo in una nuova avventura. In quel periodo ricevevo costanti inviti dalla gente attorno a me ad intraprendere un’esperienza del genere. Sapevano che avevo dimestichezza con l’inglese e mi spingevano ad andarmene: forse volevano proprio sbarazzarsi di me!

Quando sei arrivato in Australia?
Il 19 ottobre 2010.

Che città hai scelto per il tuo soggiorno e perchè?
Ho scelto Sydney e la risposta al perchè può essere: perché non Sydney? E’ una città dai grandi spazi, multietnica, in fermento, si respira una grande sensazione di vitalità quasi come fosse un vulcano attivo! Vi invito ad esempio a vedere le immagini su Google di Bondi Beach o la spiaggia di Manly a soli 7 km dal centro della città.

Che lavoro fai per mantenerti a Sydney?
Monto video commerciali, matrimoni, videoclips.

Chi ti ha aiutato nella ricerca del lavoro? Avevi contatti in loco oppure esistono degli uffici come i nostri interinali, specializzati nella ricerca in ambito lavorativo?
Ci tengo a precisare che ho fatto tutto da solo e che non mi ha aiutato nessuno. Anche perchè arrivato a Sydney ero senza il benché minimo contatto, non avevo conoscenti a cui appoggiarmi o amici di miei amici. Quindi come prima cosa ho inserito un annuncio su un sito online indicando le mie abilità con la macchina fotografica e la telecamera. Dopo pochi giorni ha risposto all’annuncio un fotografo ed è stato grazie a lui che mi sono introdotto in quello che è diventato il mio studio attuale.

Come è stata per te l’integrazione in Australia?
Dipende da vari fattori ma integrarsi è difficile: direi molto più difficile che in Europa.

Per la ricerca dell’abitazione a chi ti sei affidato?
Ad Internet. Il web ,infatti, è uno strumento eccezionale ed è possibile trovare tutto quello di cui si ha bisogno. In Australia è davvero forte la conoscenza del web da parte dei giovanissimi e da parte dei più anziani. C’è un alfabetismo informatico sensazionale, proprio come in generale nei Paesi anglofoni. Molti acquisti vengono fatti online ogni giorno.

Che aspettative hai dal momento che sei in Australia da 4 mesi?
Il mio obiettivo è quello di ottenere uno Sponsorship Working Visa, ovvero un visto di lavoro sponsorizzato dal mio datore. L’idea principale, al momento della partenza da Parma era di andarmene dall’Italia non per fare il turista ma per cercare di costruirmi una vita in un Paese con più sbocchi lavorativi, giovane, in grado di puntare sui giovani…

Quando pensi che ritornerai a Parma?
Proprio non saprei. Non penso comunque a breve.

Che consigli puoi dare a ragazzi della tua età indecisi se lasciarsi alle spalle per qualche mese la città natale ed avventurarsi in un Paese dalle interessanti prospettive lavorative con scenari mozzafiato qual è per l’appunto la “Terra dei Canguri”?
Sicuramente bisogna guadagnare qualche soldo consistente per sopravvivere qualche mese in questa “grande isola”. Poi si parte. La decisione va presa in breve tempo, non si può calcolare tutto per filo e per segno, in questi casi occorre lasciarsi andare e accettare qualche imprevisto che sarà sicuramente all’ordine del giorno.

Quali sono i piatti, le bevande e i locali che preferisci da quando sei in Australia?
Son ghiotto di Kanga Banga!! (Kangaroo Bangers, ovvero salsicce di canguro). Bevande? Forse quella di cui ho abusato finora è una bevanda di latte e caffè per tenermi sveglio durante le giornate di lavoro stressanti! Un locale da menzionare è sicuramente il The Coogee Bay Hotel in Ardeen Street: è chiassoso, sempre pieno di viaggiatori e gode di una ampia sezione all’aperto, il beer garden, di fronte alla spiaggia nella periferia orientale.

Ti sei cimentato in qualche attività prettamente australiana, come il surf?
Ancora no. Il sole australiano è il più pericoloso del mondo e bisogna stare molto attenti a non ustionarsi.

Uno dei miei hobby è la fotografia e potete vedere alcune mie foto su: www.flickr.com/jacobanchini

perlavalbaganza