Una manifestazione senza bandiere di partito

31/03/2010
h.15.20

Una manifestazione senza bandiere dei partiti. Così ha deciso il comitato organizzatore della manifestazione nazionale contro gli inceneritori, che si terrà a Parma il prossimo 17 aprile. Nell’incontro del martedì i delegati hanno concordato di mantenere la linea adottata nell’ultima manifestazione pubblica, la fiaccolata di Santa Lucia del 12 dicembre scorso, per evitare etichette e strumentalizzazioni. I partiti politici possono ovviamente aderire, e lo stanno già facendo sulla pagina di Facebook creata per l’evento, ma a loro si chiede di partecipare alla manifestazione lasciando a casa i vessilli di partito.
Il 17 aprile infatti vuole diventare un appello corale dell’Italia per l’aria pulita, contro gli inceneritori e per l’alternativa, e vuole permettere a tutti di partecipare senza sentirsi etichettato o oscurato da appartenenze partitiche che nulla centrano con l’essere contrari a questo ennesimo progetto che mette in gioco la salute dei cittadini e il futuro della food valley.
Così il 17 aprile Parma sarà invasa dalla gente e dalle bandiere delle associazione e dei movimenti per testimoniare che la salute e la difesa dell’ambiente non sono ne di sinistra, ne di centro, ne di destra.
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse porta avanti dal 2006 questa battaglia a favore di tutta la comunità. Così vuole continuare, nel tentativo di informare e sensibilizzare opinione pubblica e mondo produttivo sul tema del rifiuti e della loro corretta gestione, per evitare che ci ritroviamo, tra pochi anni, con un ambiente ulteriormente degradato e appesantito da inquinanti che possono essere evitati, se si comincia a ragionare sulle alternative possibili.
Il mito degli inceneritori “soluzione globale” è ormai tramontato. Sono ormai considerati giustamente impianti a grande rischio e come tali sono classificati dalla normativa nazionale che ad esempio non li prevede in zone ad alta vocazione agricole e con presenza di Dop e Igp.
Allora ci eravamo sbagliati? Forse Parma non è terra di grandi prodotti alimentari apprezzati in tutto il mondo? Come si è potuto allora accettare che nel cuore della food valley si andasse a costruire un impianto così impattante e ingombrante per la qualità dei prodotti alimentari?
Un inceneritore da 130 mila tonnellate di rifiuti bruciati ogni anno a pochi passi dalla Barilla?
Il 17 aprile si griderà anche questo non senso.

lombatti_mar24