Unità monolitica di Esercito, Partito, Stato, Popolo

02/09/2014

Christian Pivetta, delegato ufficiale Italia dell’Associazione Italia – Corea del Nord, racconta il suo viaggio di un mese nella Repubblica Popolare, il “Paese più inaccessibile al mondo”. ParmaDaily documenterà il viaggio con foto, commenti e opinioni sul campo di Pivetta condivisi con noi dal suo profilo Facebook. Cristian che ci dà l’opportunità di un reportage straordinario per i nostri lettori (e in generale per tutti gli italiani) e per questo lo ringraziamo di cuore. Il servizio giornalistico si concluderà con l’intervista di Pivetta per ParmaDaily. Andrea Marsiletti

IL MUSEO DELLA GUERRA PATRIOTTICA (guarda le FOTO!)

Nonostante l’ora tarda in cui mi sono addormentato la sera prima, mi sono dato appuntamento con eventuali volontari per le 8 del mattino presso il ristorante al 3° piano per la colazione e per andare a fare un po’ di ginnastica collettiva a suon di musica lungo il viale Changgwang.
Al ristorante, però, non trovo nessuno dei compagni italiani; pertanto decido di iniziare solitario la mia colazione gustandomi i miei due bichierazzi di yogurt caprino che ho scoperto ancora più buoni con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero. Non vedendo arrivare nessuno, mi incammino lungo il viale dove vengo immediatamente salutato ed invitato dai compagni coreani ad unirmi all’imminente inizio della ginnastica. Sicuramente, in questi giorni di mia assenza, sono a loro mancate le mie grandi “performance” nell’abilità fisica e coordinamento muscolare che nelle scorse volte ha riscosso un grande interesse (ludico).
Terminati i miei 20 minuti di delirio brucia calorie, rientro in hotel per unirmi alle ore 9 al resto dei compagni italiani ed a tutte le altre delegazioni per metterci in moto per la visita al nuovissimo, gigantesco e meraviglioso Museo della Guerra Patriottica (1950-1953), costruito dall’Esercito Popolare ed inaugurato nel 2013 nella parte centrale della città lungo il fiume più piccolo Photong. Si tratta di una enorme struttura imponente architettonicamente, in marmo bianco e rosso, rifinita con mosaici nelle facciate e internamente con marmi nazionali di altissima quali e bellezza, che da sola per essere visitata con dovizia, necessiterebbe per lo meno di una settimana.
All’interno (le foto sono bandite) sono esposti reperti storici, documenti, fotografie, oggetti, divise e quant’altro riguarda il triennio della guerra tra le due Coree; nell’area esterna sono presenti tutti gli aeroplani, elicotteri, cannoni, mitragliatrici ed armi in genere che l’Esercito Popolare è riuscito a distruggere e sequestrare ai nemici invasori statunitensi. Lungo il fiume Photong che scorre a lato è stata trasportata la famosa nave spia nordamericana “Pueblo” che nei giorni passati avevo tanto cercato e non trovato lungo il fiume Taedong. Gli ingressi al museo sono scaglionato per gruppi essendo i visitatori veramente tantissimi.
Tutto procede con un ritmo serrato e scadenzato minuziosamente per dare la possibilità alle migliaia di visitatori di procedere speditamente; propongo a Hun Hui Dongji un eventuale futuro ritorno per visitare più tranquillamente la struttura ed i reperti storici che meritano un approfondimento. Terminata la visita, lungo la strada del ritorno in hotel per il pranzo, ci fermiamo presso le statue del Grande Leader Kim Il Sung e Kim Jong Il, considerato che i compagni italiani non le avevano ancora visitate
Cogliamo l’occasione per scattare qualche fotografia anche con la presenza di alcune coppie di sposi.
Nel primo pomeriggio ci riuniamo nuovamente tutti al palazzo della Cultura del Popolo per un seminario che verte sullo studio del Songun.
Songun, ossia “l’Esercito al centro” è un’ideologia politica originale creata dal presidente Kim Il Sung ed ampiamente sviluppata dal Generale Kim Jong Il la quale stabilisce che la rivoluzione può iniziare, avanzare e completarsi esclusivamente con la forza dei propri fucili. Stabilisce l’unità monolitica tra l’Esercito, il Partito, lo Stato ed il Popolo; affida, inoltre, all’Esercito la costruzione di una prospera società socialista utilizzando la forza dei soldati per costruire e non per distruggere. Il motto ufficiale dell’esercito che si trova scritto un po’ ovunque nelle insegne della propaganda è infatti: “Difendiamo il Partito, costruiamo la Società”.
I risultati di questa politica sono visibili percorrendo le strade urbane e di campagna. I soldati sono praticamente ovunque. Yuttavia non si limitano affatto a compiti strettamente connessi alla difesa ma contribuiscono in prima persona alle necessità logistiche ed infrastrutturali della nazione. Alcuni di loro si dedicano alla costruzione o alla manutenzione di nuovi edifici, ponti, strade, scuole, ospedali, teatri, circhi, delfinari, centri di svago, altri nella posa delle tubature ed infrastrutture in generale, mentre quelli presenti nelle campagne si occupano delle attività agricole quali la raccolta del riso e dell’allevamento di animali.
L’Esercito opera fianco a fianco con i comuni lavoratori praticamente senza distinzioni di rilievo formando un tutt’uno inscindibile che il governo centrale promuove e incentiva. È da notare che praticamente nessuno dei militari dislocati nelle strade della città ha un’arma d’ordinanza, esclusi quelli che svolgono compiti di sorveglianza negli edifici pubblici.
Per quanto riguarda la polizia, essa si limita quasi esclusivamente a compiti di controllo della viabilità ed in questo caso nessuno dei suoi appartenenti porta la pistola. Detto questo, cade un altro mito tanto caro alla propaganda liberale occidentale che vorrebbe i Coreani del Nord come un popolo “terrorizzato” da un esercito onnipresente, e quindi incapace di ribellarsi. In realtà, come visto, i militari non costituiscono affatto una “casta” di privilegiati od una classe di mercenari pagati allo scopo di reprimere un popolo sull’orlo di una fantomatica ribellione. Anzi, come i civili, anche i militari condividono alloggi, posti di lavoro, difficoltà e fatiche tanto quanto meriti e soddisfazioni. Non a caso in tutte le mie partecipazioni a spettacoli teatrali, circensi, al parco acquatico Munsu, circa un quarto degli spettatori è sempre composto da militari. Se dal 1946 ad oggi la RPD di Corea non è mai stata teatro di proteste di massa né quindi di conseguenti repressioni, sicuramente ci sono ragioni più che valide. Significativo è invece come nella liberale Corea del Sud, vi siano state ben due storiche sollevazioni di massa (quella di Jeju del 1946-48 e quella di Gwangju nel 1980) costate la vita ad oltre 30.000 coreani nel primo caso e circa 200 nel secondo, oltre a numerose altre proteste spontanee nel corso degli anni.
Terminato il seminario procediamo con la visita al palazzo di Mangyongdae, il più importante ed ampio doposcuola della Corea, da me già visitato entrambe le volte scorse, ma desideroso di rivedere e far conoscere agli altri compagni italiani.
All’esterno in attesa di entrare ci imbattiamo in un gruppo di studentesse alle quali mi unisco ed intono una delle canzono di mia conoscenza, improvvisando così un piccolo coro di canto che verrà immediatamente ripreso da tutti i presenti.
L’enorme edifico di forma semicircolare è stato inaugurato nel 1989, all’interno sono presenti 120 aule in cui in ognuna di esse si pratica un’attività culturale differente, canto, ballo, strumenti musicali di ogni genere, sport, disegno, ricamo ecc; ovviamente la frequentazione è su base volontari e totalmente gratuita.
All’interno è anche presente un’ampia piscina, una palestra ed un ampio teatro (da 2000 posti) nel quale veniamo invitati per assistere ad uno spettacolo di canto e ballo da parte dei pionieri comunisti. La serata volge a termine sorseggiando qualche birra in compagnia di tutto il gruppo attendendo la giornata di domani per la visita alla metropolitana ed altri luoghi di nuova costruzione.

Cristian Pivetta

REPORTAGE DALLA COREA DEL NORD
Il viaggio di Cristian Pivetta.

Partenza verso Pechino!
Addio Capitalismo! Sono arrivato a Pyongyang!
Pyongyang è una fiaba incantata
Che fortuna nascere in Corea del Nord!
Una partita di pallavolo a Pyongyang
Visita al nuovo Ospedale pediatrico di Pyongyang
Il Mausoleo Palazzo del Sole
Sul confine della Corea del Nord e quella del Sud…

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