Vaccino italiano Reithera, partita la sperimentazione all’Ospedale di Parma

380 le richieste arrivate. Già arruolati i 30 volontari che parteciperanno allo studio. Da oggi le prime somministrazione agli ambulatori di Malattie infettive. Gabriele Missale: "Segno anche di un forte desiderio psicologico di uscire da questa situazione"

In meno di 24 ore si contano ben 380 candidature arrivate all’Unità Operativa di Malattie infettive ed Epatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per partecipare allo studio di fase II del vaccino italiano anti – Covid 19 ReiThera. L’ampia adesione dei cittadini ha consentito di partire già da oggi con le prime somministrazioni delle dosi. In questa fase, saranno 30 i volontari che parteciperanno allo sperimentazione, parametro definito all’interno del protocollo di studio, selezionati tra i primi prenotati in ordine cronologico di arrivo delle richieste. 

Il progetto è promosso da ReiThera, azienda biotecnologica che ha sviluppato il vaccino, coordinato dall’Istituto Spallanzani e condotto all’Ospedale di Parma da Gabriele Missale, infettivologo dell’Unità Operativa Malattie Infettive ed Epatologia. “Non mi aspettavo una risposta simile– sottolinea il prof. Missale –ci hanno scritto molti giovani spiegando di voler fare la loro parte nella lotta contro il Covid, ma anche speranzosi di potersi immunizzare al virus ed essere più sicuri e liberi di muoversi”.

La partecipazione alla sperimentazione clinica durerà circa 2 anni; ai partecipanti sarà richiesto di presentarsi al centro clinico almeno 7 volte durante questo periodo. Nell’ambito dello studio, verrà valutata la capacità di una dose intramuscolare singola o di una dose suddivisa in due somministrazioni distanziate di 3 settimane, nello stimolare il sistema immunitario, rispetto al placebo. La sperimentazione è divisa in tre “bracci ciechi”: questo significa che i volontari non sanno cosa verrà loro somministrato. A un terzo di loro sarà inoculato il vaccino in due dosi, a un altro terzo il vaccino in un’unica somministrazione (più una dose placebo per la seconda somministrazione) e a un terzo ancora solo il placebo.

Il vaccino italiano: come funziona

Si basa sull’uso di un adenovirus di gorilla, appositamente modificato per far sì che non si possa replicare una volta iniettato nell’organismo umano. L’adenovirus ha lo scopo di trasportare l’informazione genetica necessaria per far produrre un componente di SARS-CoV-2, definita proteina “Spike”. Si prevede che la produzione di questa proteina nel corpo umano stimoli la generazione di anticorpi che dovrebbero impedire l’infezione da SARS-CoV-2, qualora la persona vaccinata venisse in seguito a contatto con il virus.

Nella fase 1 lo studio ha coinvolto 100 volontari sani, di cui 45 sono stati vaccinati mentre gli altri del gruppo di controllo hanno ricevuto il placebo; le prime vaccinazioni sono avvenute nell’agosto 2020. Ad oggi Grad-Cov2 di ReiThera risulta sicuro e sembra indurre una risposta immunitaria. Nella fase 1 non si è verificata alcuna reazione avversa grave a distanza di 28 giorni dalla somministrazione. Per questo motivo si è ritenuto di procedere con la fase 2 della sperimentazione. In seguito alla valutazione dei dati di questa seconda fase da parte delle autorità competenti, seguirà poi l’espansione alla fase 3, che coinvolgerà ampi numeri di partecipanti, in genere migliaia, per verificare ulteriormente la sicurezza e l’efficacia del vaccino.

perlavalbaganza