Vignali visto con gli occhi di Albertina Corchia, l’organizzatrice del vignalismo: “Guerra ha deluso ed è battibile. Pietro conosce meglio Parma di se stesso”. INTERVISTA

SMA MODENA
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Albertina Corchia è stata la coordinatrice della campagna elettorale alle regionali di Pietro Vignali che si è conclusa con il record storico di preferenze in città (5.393) per un totale di 7.870 in provincia. Anche oggi è il suo braccio destro, a Parma quanto a Bologna.

L’abbiamo intervistata.

A freddo, puoi dirci se vi aspettavate quel risultato alle ultime regionali?

Intanto mi permetto di confidarti che mi piacerebbe molto essere “a freddo”, perchè da quell’emozionante serata del 19 novembre non ci siamo ancora fermati un secondo. Quindi ti rispondo dal “caldo” dell’incessante ritmo dell’attività di Pietro, dove Parma è sempre il primo pensiero.

Sapevamo (e ne avevamo conferma ogni giorno in mezzo ai tanti parmigiani che abbiamo incontrato nei mercati e nelle piazze) del forte consenso di Pietro. Lo respiravi (e lo si respira ancora di più oggi) in ogni angolo della città, ma anche in provincia.

Arrivare ad 8.000 preferenze e sbloccare un seggio a detta di tutti “impossibile”, sfidando statistica e matematica (superando addirittura Bologna che ha più il doppio degli elettori), è stato però un risultato storico che ha premiato il suo radicamento e il lavoro fatto negli anni.

In città é stato in assoluto il più votato, anche di candidati che militavano in partiti che potevano contare su percentuali molto maggiori. Ci ha poi particolarmente fatto piacere il fatto che sia stato il secondo più votato in tutta la regione del centrodestra.

Qual è stato il “segreto”?

Non ci sono magie. Dietro alla sua “nuova ascesa” , sicuramente più faticosa ma più consapevole e strutturata rispetto al passato, ci sono sicuramente tanto coraggio, molta tenacia, uniti a grande ascolto dei parmigiani, presenza costante in città e una rete di persone che credono nella competenza e nella non improvvisazione, cosa che purtroppo ha caratterizzato l’amministrazione della nostra città negli ultimi dieci anni. Abbiamo costruito una campagna in cui slogan e ideologie erano felicemente lasciati ad altri. E i parmigiani hanno risposto con il loro voto, che ha riempito il cuore di Pietro di orgoglio e responsabilità.

Cosa pensi i parmigiani apprezzino di Vignali?

Sono convinta da tempo che la città apprezzi il suo noto pragmatismo, la sua innata capacità di risolvere i problemi, la conoscenza e la visione di città che ha sempre avuto, da sindaco, da consigliere comunale o regionale. È un uomo e un politico che non si ferma alle parole (che, detto tra noi, non ama più di tanto) ma costruisce, continuamente. Ama Parma, che conosce forse meglio di quanto conosca se stesso.

Quali sono i punti deboli di Vignali?

Certamente le vicende che lo hanno coinvolto in passato per alcuni parmigiani non sono ancora chiare, e che sono state narrate per anni con tante falsità. Penso alle questioni del Ponte Nord e la Ghiaia, che alcuni pensano che siano opere di Pietro (quando invece furono finanziate ed appaltate dalla precedente amministrazione). E potrei continuare per ore.

Penso a tante cose di quegli anni, fonte di sofferenza enorme per Pietro e per coloro che gli vogliono bene, che oggi fortunatamente sono solo un lontano ricordo, ma che hanno segnato in modo indelebile l’uomo e il politico. Spesso poi gli dico che dovrebbe fare più il “politico”: sorridere in mezzo alle persone, abbracciare, stringere mani. Come fanno quelli “bravi”. Ma lui mi risponde che “non gli interessa fingere di essere simpatico, gli interessa fare le cose per Parma e per i parmigiani”. Dagli torto…

É poi molto esigente con chi lavora con lui: lavorare insieme a lui, dico sempre ai collaboratori che si sono succeduti, “non é per tutti”. Il “non si puó fare” non é presente nel suo vocabolario, e guai a chi lo pronuncia. Ma forse questo é più un pregio che un difetto. Pretende molto, ma perché lui per primo non si ferma mai. E non sempre si concede il tempo di raccontare ciò che fa: preferisce fare piuttosto che parlare.


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Guerra è battibile alle prossime elezioni comunali del 2027?

Assolutamente sì. L’attuale amministrazione ha deluso molti parmigiani, anche quelli che l’avevano sostenuta. C’è una crescente insoddisfazione su sicurezza (tema che Pietro ha incessantemente portato avanti in questi due anni), mobilità, degrado urbano. Ma per battere Guerra non basta dire che ha sbagliato: serve un’alternativa solida, non ideologica, una squadra credibile e un progetto chiaro per Parma e per il suo futuro. Serve che Parma rialzi la testa, e lo faccia con entusiasmo e con fiducia, perché merita di tornare protagonista. Noi stiamo lavorando, tra le altre cose, anche su questo.

Come deve prepararsi il centrodestra in vista del 2027?

Bisogna parlare ai parmigiani con proposte serie. Il centrodestra deve dimostrare di avere idee e persone all’altezza della sfida, che non amino la poltrona, che non siano mosse da opportunismo né da campanilismi. Serve guardare i parmigiani dritto negli occhi, rassicurandoli da un lato ma ridando a tutti entusiasmo e voglia di tornare a essere modello di avanguardia, non di degrado.

Pietro ha sempre lavorato in questa direzione: non con slogan, ma con progetti concreti, coinvolgendo cittadini, associazioni, categorie economiche. La politica deve tornare ad ascoltare e risolvere i problemi reali, non fare cortei ideologici, tavoli, patti e bla bla bla.

I parmigiani sono stanchi.

Vignali tornerà sindaco di Parma?

Lui è già stato un sindaco lungimirante e il suo impegno per la città non è mai venuto meno, nemmeno quando era fuori dalle istituzioni. Una cosa è certa: il suo obiettivo non è una poltrona, è il bene di Parma. E questo, alla fine, fa e fará la differenza.

Oggi in tanti lo hanno capito, in tanti credono in lui e gli danno fiducia.

Lavoreremo perché questo consenso sia sempre più radicato e perchè Parma, e Pietro, possano dire di essere tornati a essere grandi. Magari insieme, magari a braccetto. Chi lo sa…

Andrea Marsiletti