Il 20 e il 21 novembre, alle 17 e alle 18, nella sala Steccata di Palazzo del Governatore (piazza Garibaldi, con ingresso in via Mameli, 4), sarà presentata Over Leonora Carrington_Distrazioni, la nuova creazione installativa curata da Lenz Fondazione.
È una composizione performativa e visuale di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto ispirata a Le distrazioni di Dagoberto (1945), opera capolavoro di Leonora Carrington, artista radicalmente poliedrica, tra le più irriverenti e visionarie del movimento surrealista, a cui è dedicata proprio in questo periodo la prima grande mostra personale in Italia a Palazzo Reale, a Milano.
A sottolineare l’importanza e l’unicità di questo lavoro su Carrington, i curatori della mostra hanno manifestato un grande interesse a facilitare il dialogo tra Parma e Milano, mettendo in connessione il pubblico delle due città.
La nuova creazione sull’opera di Carrington si colloca in continuità con il lavoro di trascrizione performativa sulle performance di Gina Pane – Over Gina Pane_4 Azioni Sentimentali – presentato nel 2024 sempre a Palazzo del Governatore. Nel gennaio 2026 le 4 Azioni Sentimentali saranno presentate a Milano nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera, primo paragrafo di Over Beloved Female Artists – progetto che mette al centro il pensiero e l’opera di artiste visive che hanno segnato l’identità estetica di Lenz e la storia dell’arte moderna e contemporanea – Leonora Carrington (2025), Marisa Merz (2026), Louise Bourgeois (2027).
L’azione performativa è innervata drammaturgicamente dal terzo capitolo delle Cartografie del Dis- dal titolo ‘Movimenti di distrazioni eterotopiche stagionali’, scrittura parafilosofica di Orsola Rignani. Il progetto “Corpi post(-)umani 202cinque-sei-sette. Rappresentazioni, Visioni, Riflessioni/Rifrazioni, Narrazioni” creato da Rignani in collaborazione con Lenz Fondazione è stato selezionato per il biennio 2025/2027 tra i percorsi vincitori del Bando Fape dell’Università di Parma. L’azione fa parte di Anatomie del Paesaggio, il progetto di riparazioni poetiche e performative dell’Habitat Urbano e di valorizzazione dei Musei dell’Ateneo di Parma, dell’Atene di Bologna e dell’APE Museo di Parma.
“Con Distrazioni_Over Leonora Carrington, Lenz Fondazione prosegue un percorso di grande valore culturale e di ricerca, che intreccia arte, filosofia e contemporaneità – ha dichiarato Fabrizio Storti, vicario del Rettore e prorettore alla Terza Missione -. La collaborazione con la professoressa Orsola Rignani e il progetto Corpi post(-)umani 202cinque-sei-sette, selezionato dal Bando Fape dell’Ateneo, testimoniano la capacità dell’Università di Parma di dialogare con le istituzioni artistiche del territorio e di promuovere nuove visioni sul pensiero postumanista. Questo lavoro conferma come l’arte possa essere strumento di conoscenza e riflessione critica, capace di aprire lo sguardo sul nostro tempo”.
A dare corpo alle visioni alchemiche e alle immaginifiche figure femminili di Leonora Carrington, artista che ha attraversato molteplici linguaggi, pittura, scrittura, teatro, saranno insieme all’attrice_soprano Victoria Vasquez Jurado le performer Tiziana Cappella, Nicole Dayanna Gonzales, Ivana Manferdelli, Agata Pelosi, Carlotta Spaggiari, accompagnate dall’action writing della stessa Orsola Rignani.
L’installazione è stata pensata site-specific per la sala Steccata del Palazzo del Governatore – spazio espositivo che fronteggia le mura della basilica di Santa Maria della Steccata – innescando un potente rispecchiamento con gli affreschi del Parmigianino presenti nel Sottarco del presbiterio, affreschi che ritraggono Tre vergini savie e tre vergini stolte in sorprendente simmetria con le figure femminili protagoniste dell’opera di Leonora Carrington. Le sei vergini del Parmigianino, il cui interesse per l’alchimia – altra analogia con la sensibilità di Carrington – ossessionò l’ultima parte della vita, penetrano nel mondo obliquo, tenero e crudele di Leonora, trasfigurando nel corpo_psichico delle performer un doppio universo pittorico e letterario.
Nello spazio nudo della sala galleggiano tra le onde visive trasmutate dalle vergini del Parmigianino e le increspature sonore della cantata sacra di Bach “Wachet auf, ruft uns die Stimme” (Svegliatevi, la voce ci chiama!) riferita alla stessa parabola, i corpi plastici di sei kajak, culle lattee per le performer sospese tra l’inconsistenza del reale e il desiderio dell’ignoto, identità femminili anomale, portatrici di bellezze perturbanti e di inquietudini esistenziali.


