Prende il via un piano di investimenti del valore di 20 milioni di euro, a cui si aggiungono altri finanziamenti regionali pari a 3,3 milioni da fondi ex art.20 e 1,5 milioni per adeguamento prezzi, per le nuove Case della comunità ed i nuovi Ospedali di comunità sul territorio provinciale.
La Regione Emilia-Romagna ha infatti concesso l’autorizzazione all’Azienda Usl di Parma a un nuovo piano di investimenti, che oltre alla realizzazione di nuove strutture servirà anche a completare alcuni degli interventi già in corso e finanziati con fondi Pnrr-Pnc e altre fonti, e destinati oltre che alle Case di comunità anche per tre Ospedali di comunità tra città e provincia.
“Il potenziamento della territorialità resta una delle sfide in assoluto più importanti che la sanità deve affrontare e questo investimento, che supera i 20 milioni a vantaggio della nostra città e della nostra provincia, risponde esattamente a questa esigenza. Un ringraziamento particolare va alla Regione Emilia-Romagna che ha autorizzato la nostra sanità a procedere con questi investimenti, attesi da tempo, che provengono da progettualità e ragionamenti di lungo periodo e che finalmente possono trovare compi-mento”, commenta il sindaco di Parma e presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria Mi-chele Guerra. “È una risposta estremamente rilevante, soprattutto perché va incontro alle esigenze delle persone e anche alle esigenze dei Comuni, che giocano un ruolo fondamentale nella pianificazione di questo tipo di politiche sanitarie. Nella conferenza territoriale, sociale e sanitaria è molto tempo che discutiamo di questi temi e oggi siamo contenti di poter dare il via libera a questi investimenti che cambieranno il volto non soltanto della città di Parma, ma anche di diversi comuni della provincia”.
“Questo nuovo investimento rappresenta un passo decisivo verso un modello di assistenza territoriale moderno, integrato e vicino ai cittadini” afferma Anselmo Campagna, direttore generale di Azienda Ospe-daliero-Universitaria e commissario straordinario di Azienda Usl di Parma. “Le Case della comunità e gli Ospedali di comunità sono strutture portanti di un sistema equo, accessibile e capace di rispondere in modo innovativo ai bisogni di salute della popolazione”.
“Con questo piano di investimenti si rafforza nella provincia di Parma una rete già solida, che si amplia per accessibilità, distribuzione sul territorio e capacità di erogazione dei servizi ai cittadini – aggiunge Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la salute – Nelle Case della comunità che vengono ampliate o realizzate si rafforza la presenza degli infermieri di famiglia e di comunità, si rendono disponi-bili servizi socio-sanitari integrati e si costruiscono modalità di lavoro condivise tra tutti i professionisti e le professioniste coinvolte. Parallelamente, e lo voglio sottolineare, proseguono i lavori di realizzazione di tre Ospedali di comunità, un tassello fondamentale dell’assistenza intermedia per quei pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, ma anche di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa. Un grande risultato, che nasce dal lavoro congiunto di tanti soggetti: ammini-stratori, professionisti sanitari, tecnici, comunità locali. A tutti loro va il mio ringraziamento. Questo è il modello di sanità pubblica che, come Regione, vogliamo consolidare, una sanità che guarda al futuro senza rinunciare ai propri capisaldi: equità, universalità, sicurezza e prossimità delle cure, centralità della persona”.
Alla presentazione del piano di investimenti, che si è svolta in Comune a Parma, insieme a Massimo Fabi, Michele Guerra e Anselmo Campagna, erano presenti Paolo Martelli, rettore Università di Parma, Ettore Brianti assessore al Welfare del Comune di Parma, Antonio Nouvenne consigliere Comune di Parma incaricato per le politiche di integrazione ospedale-territorio e i sindaci e i rappresentanti delle amministrazioni locali dei comuni di: Solignano, Sorbolo-Mezzani, Collecchio, Fidenza, Busseto, Soragna e San Secondo.
Inoltre, hanno partecipato i professionisti dell’Azienda Usl di Parma Silvia Orzi (direttrice ff del distretto di Parma e direttrice del distretto di Fidenza), Nicoletta Piazza (per il direttore distretto Sud-Est), Giovanni Bladelli (direttore distretto Valli Taro e Ceno), Renato Maria Saviano (direttore servizio interaziendale Attività tecniche).
L’investimento dell’Azienda Usl di Parma pari a 20 milioni di euro è destinato a realizzare due Case della comunità “hub” di cui una in città che ospiterà i servizi oggi operativi nella Casa della salute Pintor-Molinetto e una a Fidenza.
Lo stesso investimento permetterà di completare una Casa della comunità “spoke” di Parma (quartiere San Leonardo), oltre ad ulteriori tre Case della comunità “spoke” che sorgeranno a Soragna (edificio di nuova realizzazione), a Bardi e a Corniglio (entrambe grazie alla ristrutturazione di edifici esistenti di proprietà dei rispettivi Comuni). Inoltre, queste ulteriori risorse copriranno anche l’acquisto dell’area necessaria ad ampliare i parcheggi a servizio della Casa della comunità di Langhirano.
Si prevede che le nuove risorse, pari a 20 milioni, saranno disponibili entro i primi mesi del 2026. Nel rispetto dei tempi previsti continuano i lavori relativi agli interventi finanziati da fondi Pnrr-Pnc, sintetizzati nella tabella a seguire dove oltre a questa fonte di finanziamento ne sono state indicate altre acquisi-te (regionali, comunali, aziendali, nazionali).
Proseguono i lavori di realizzazione di tre Ospedali di comunità. In particolare, sono in corso i lavori a Parma (in continuità con la Casa della comunità Lubiana-San Lazzaro intitolata a Mons. Cocchi) e in provincia, a Langhirano e a San Secondo, sempre in continuità con le rispettive Case della comunità.
Con questo nuovo piano di investimenti da 20 milioni di euro, che si aggiunge agli interventi inseriti nel Pnrr-Pnc a quelli provenienti da altre fonti di finanziamento, l’offerta territoriale, già consolidata, cresce ed evolve dal modello di Casa della salute a quello previsto dal DM 77 per la nascita delle Case della comunità.
Si tratta di una rete integrata provinciale di strutture che adotta il modello organizzativo “hub&spoke”, già utilizzato in Emilia-Romagna per l’assistenza ospedaliera. Le Case della comunità “hub”, per bacini di 40-50mila persone, sono il riferimento principale per le attività specialistiche e per il coordinamento dei servizi sul territorio di competenza, dove sono attive anche Case della comunità “spoke” le quali assicura-no accesso rapido e di prossimità all’assistenza sanitaria di base.
Le Case della comunità sono strutture aperte e inclusive che ospitano servizi sanitari di prevenzione e specialistici e i servizi sociali comunali, in cui professionisti delle Aziende sanitarie e dei Comuni operano in modo integrato, collaborando strettamente con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e con le associazioni di volontariato, presenti nei Punti di comunità, che affiancano i cittadini nel percorso di accesso ai servizi.
La modalità organizzativa delle nuove strutture si basa su quattro principi cardine: la promozione della salute attraverso modelli di stratificazione e analisi dei bisogni; sanità di iniziativa, con la gestione proattiva delle malattie croniche, dalla prevenzione ed educazione sanitaria alle fasi precoci e conclamate della patologia; stratificazione della popolazione per profili di rischio e progetti di salute. Questo nuovo modello prevede, oltre alla figura dell’infermiere di famiglia e comunità, anche le Unità di continuità assistenziale (composte da medico e infermiere) e le Centrali operative territoriali.
Gli Ospedali di comunità sono invece strutture sanitarie di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolgono una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Sono strutture sanitarie territo-riali, rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio o in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale o familiare).


