Manoscritti verdiani recuperati dai Carabinieri Tpc: le preziose carte tornano all’Archivio di Stato di Parma

Restituite due rarissime testimonianze autografe di Verdi: una minuta dell’Aida e una lettera del 1861. L’operazione partita nel 2018 dopo una segnalazione della Soprintendenza

di Tatiana Cogo

Due preziosi manoscritti verdiani sono tornati questa mattina all’Archivio di Stato di Parma grazie all’attività investigativa dei Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tcp) di Bologna. La cerimonia ufficiale di restituzione si è svolta alle 10.30 nella sala “Giovanni Drei”, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari della provincia.

I documenti recuperati sono di eccezionale valore storico: un manoscritto in tre carte contenente un testo legato in parte all’opera lirica Aida, caratterizzato da numerose correzioni autografe del Maestro, e una rarissima minuta di una lettera che Giuseppe Verdi scrisse nel 1861 al suo amico Giovanni Minghelli Vaini.

Entrambi i materiali appartengono al fondo Carrara-Verdi, dichiarato nel 1964 di notevole interesse storico interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica dell’Emilia Romagna in quanto comprende lettere, testi, partiture e schizzi appartenuti al maestro. Il fondo, fino a qualche anno fa, erano conservati nella Villa Verdi di Sant’Agata di Villanova d’Arda (PC) e oggi all’Archivio di Stato di Parma.

Il recupero è il risultato di un’indagine avviata nel 2018, dopo la segnalazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna, che aveva individuato uno dei manoscritti in vendita nel catalogo di una nota casa d’aste milanese. Gli approfondimenti investigativi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, hanno confermato senza dubbi la provenienza delle carte grazie al confronto con i microfilm del fondo verdiano custoditi presso l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani della Casa della Musica.

La segnalazione aveva inoltre fatto emergere gravi problemi nello stato di conservazione dell’intero complesso archivistico, portando la direzione generale Archivi a disporne la custodia urgente all’Archivio di Stato di Parma.

Nel corso delle verifiche successive sono stati riscontrati ulteriori ammanchi, tra cui la lettera autografa di Verdi poi rintracciata in una associazione culturale della provincia di Parma, che l’aveva acquistata in buona fede e ha collaborato con gli inquirenti.

L’indagine ha portato al deferimento di due persone per il reato di ricettazione di beni culturali. I manoscritti sono così stati formalmente restituiti oggi all’Archivio di Stato, dove potranno essere nuovamente consultati e valorizzati attraverso progetti dedicati. Le indagini restano comunque in corso e per gli indagati vale la presunzione di innocenza.


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